Fumo connesso alla resistenza all’aspirina

Sussiste una forte associazione fra il fumo e l’iperattivit? piastrinica che pu? essere responsabile per un’attenuazione della risposta fisiologica all’aspirina. L’aspirina ed altri trattamenti antipiastrinici sono d’importanza centrale nella prevenzione degli attacchi cardiaci e dell’ictus, ed una comprensione pi? chiara del modo di prevedere al meglio il livello di protezione garantito in ogni singolo individuo rappresenta un oggetto di ricerca di importanza potenzialmente ragguardevole a livello di sanit? pubblica. I dati del presente studio conferiscono un peso ancora maggiore all’importanza dell’astinenza dal fumo. (Am J Cardiol 2006; 98: 577-9)

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Efficacia della Dapoxetina nel trattamento dell?eiaculazione precoce

Uno studio, coordinato da Ricercatori della University of Minnesota, negli Stati Uniti, ha valutato l?efficacia della Dapoxetina nel trattamento dell?eiaculazione precoce.

Lo studio prospettico della durata di 12 settimane, controllato con placebo, ha arruolato uomini con eiaculazione precoce da moderata a grave, con stabili relazioni eterosessuali.

Un totale di 870 pazienti ha assunto placebo ed 874 Dapoxetina 30mg ed 870 Dapoxetina 60mg, a richiesta, 1-3 ore prima di un?attivit? sessuale.

L?end point primario era rappresentato dal tempo di latenza dell?eiaculazione intravaginale.

Hanno completato lo studio 1958 pazienti.

La Dapoxetina ha prolungato in modo significativo il tempo di latenza dell?eiaculazione intravaginale ( p < 0.0001, tutti i dosaggi versus placebo ). Il tempo medio di latenza dell?eiaculazione basale era 0.90, 0.92 e 0.91 minuti; alla 12.a settimana ? stato di 1.75 per il placebo, 2.78 per la Dapoxetina 30mg e 3.32 minuti per la Dapoxetina 60mg. Entrambi i dosaggi di Dapoxetina sono risultati efficaci gi? alla prima somministrazione. Reazioni avverse comuni sono state: nausea ( 8.7% per Dapoxetina 30mg e 20.1% per Dapoxetina 60mg ), diarrea ( 3.9% e 6.8% ), cefalea ( 5.9% e 6.8% ) e capogiri ( 3% e 6.2% ). Pryor JL et al, Lancet 2006; 368: 929-937

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Perdita della visione dopo assunzione dei farmaci per la disfunzione erettile

Gli inibitori della fosfodiesterasi 5 ( PDE5 ), che comprendono Viagra ( Sildenafil ), Cialis ( Tadalafil ) e Levitra ( Vardenafil ), e che trovano indicazione nel trattamento della disfunzione erettile, possono causare alterazioni visive temporanee in meno del 10% dei pazienti.

Nel 2005 ? stata segnalata una serie di casi con grave, improvvisa, perdita della vista dopo assunzione del Sildenafil.

L?FDA ed Health Canada hanno emesso dei warning sul possibile sviluppo di neuropatia ottica ischemica non arteritica ( NAION ) con l?uso degli inibitori PDE5.

A giugno 2006, Health Canada ha ricevuto la segnalazione di 5 casi di NAION associati all?impiego di questi farmaci.

La causa alla base di NAION non ? nota, e non ? chiaro perch? un vasodilatatore potrebbe causare un grave danno vascolare.
Altri farmaci che possono causare NAION sono il triptano Sumatriptan ( Imigran ) per il trattamento dell?emicrania, l?antiaritmico Amiodarone ( Cordarone ) ed i decongestionanti nasali.

Sebbene i dettagli clinici non siano disponibili per molti dei casi sospettati, la maggioranza dei pazienti, che hanno sviluppato NAION mentre stavano assumendo inibitori PDE5, presentava fattori di rischio aterosclerotico.
I pazienti con improvvisa perdita della visione avevano un?et? compresa tra 50 e 69 anni.

Le alterazioni visive compaiono entro 6-36 ore dall?assunzione di Sildenafil, Tadalafil o Vardenafil.

I pazienti che assumono i farmaci per la disfunzione erettile dovrebbero essere a conoscenza dei rari, ma potenzialmente gravi e spesso irreversibili, effetti indesiderati.
A maggior rischio sono i pazienti con fattori di rischio vascolare.
Al presentarsi dei sintomi di NAION, i pazienti dovrebbero interrompere immediatamente l?assunzione degli inibitori PDE5.

Wooltorton E et al, CMAJ 2006; 175: 355-356

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Turco: pronto soccorso meno affollati, ma serve impegno

L’estensione a tutte le Regioni del ticket sui codici bianchi
portera’ un minore ricorso inappropriato al Pronto Soccorso, ma
questo significa che i medici di famiglia dovranno farsi carico
di tutte le prestazioni non gravi e non urgenti dei cittadini. Lo
ha sottolineato il ministro della Salute, Livia Turco, auspicando
di poter contare sull’impegno dei medici del territorio. “I
medici di famiglia sono pronti a collaborare”, ma “dobbiamo
essere messi nelle condizioni per poter lavorare”, ha risposto il
segretario nazionale dell Fimmg, Mario Falconi. Il ministro della
Salute si e’ detta fiduciosa sugli effetti dell’introduzione del
ticket sul Pronto Soccorso, consapevole della necessita’ di
coinvolgere i medici di famiglia in tempi molto brevi affinche’ i
cittadini non subiscano disagi per questa novita’.
Inevitabilmente, infatti, molti cittadini chiederanno ai medici
di base un maggior impegno. “E’ questa una grande occasione per i
medici della medicina generale di dimostrare di essere il perno
del sistema”, ha osservato Turco, auspicando che sia possibile
realizzare in questa fase transitoria il massimo degli interventi
possibili all’interno di un programma di rafforzamento della
medicina sul territorio. I medici di famiglia sono pronti a
collaborare, ma Falconi ha osservato che per farlo devono esserci
le condizioni adatte e per questo “e’ necessario le regioni
facciano partire gli accordi integrativi”. Secondo Falconi, per
fare decollare il nuovo sistema che garantisca una presenza piu’
capillare e moderna dei medici sul territorio, basterebbe creare
delle piccole strutture con la specialistica di base e la
possibilita’ di fare alcuni esami semplici ma fondamentali:
dall’ecografia a esami del sangue. “Lo strumento contrattuale
esiste – ha spiegato Falconi – la disponibilita’ delle Regioni

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Usa. Staminali embrionali contro la perdita della vista

L’uso di cellule staminali embrionali su ratti colpiti da
degenerazione maculare ha aiutato i topi a migliorare le
capacita’ visive altrimenti fortemente danneggiate dalla
malattia. La degenerazione maculare e’ la principale causa di
cecita’ nelle persone oltre i 55 anni di eta’ e nonostante i test
sugli animali non provino l’efficacia del trattamento su esseri
umani, i dati positivi emersi per la prima volta aprono forti
speranze in questo senso. Nelle sperimentazioni condotte da
scienziati dell’universita’ dello Utah, dell’ Advanced cell
technology di Worcester in Massachusetts, e del ‘Moran eye
center’ di Salt Lake, gli studiosi sono riusciti a trasformare
cellule staminali embrionali in cellule retinali del pigmento
epiteliale: esattamente le cellule che vengono danneggiate dalla
patologia in esame. Circa 20 mila cellule di questo tipo sono
state quindi iniettate negli occhi di 14 ratti con una malattia
alla vista equivalente alla degenerazione maculare che colpisce
gli uomini; un altro gruppo di topi e’ stato utilizzato come
campione di riferimento. A tre mesi dall’avvio dei test i ratti
trattati con la nuova terapia hanno evidenziato una capacita’
visiva doppia rispetto agli animali che non avevano ricevuto il
trattamento.

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BLU TONGUE, MINSAL: AGGIORNAMENTI SETTIMANALI

Dall’ultima circolare ministeriale sull’arrivo della Blue Tongue
nel Nord Europa, la Direzione Generale della Sanita’ animale e
del farmaco veterinario ha diramato tre note agli assessorati
regionali per coordinare la trasmissione dei flussi informativi.
In data 15 settembre, la direttrice generale Gaetana Ferri ha
inviato agli assessorati regionali i criteri di invio dei dati
che devono figurare sulla scheda SBT05 di accompagnamento dei
campioni del piano di sorveglianza per la blue tongue.
Successivamente, in data 21 settembre, gli Assessorati sono stati
raggiunti dalla richiesta di “agevolare le operazioni di
rintraccio dei bovini provenienti dalle zone di restrizione del
nord Europa” e quindi di “trasmettere le necessarie informazioni
epidemiologiche alla scrivente Direzione almeno con cadenza
settimanale”. Tutto questo, “dopo aver preso contatti con gli
uffici UVAC e confrontato i dati con quelli contenuti nel file
elaborato dalla BDN contenente le matricole, la provenienza e la
destinazione dei singoli capi”. Il Centro di referenza per la
blue tongue presso l’IZS dell’Abruzzo e del Molise provvedera’ a
pubblicare on line i dati trasmessi al fine di avere un continuo
aggiornamento dell’evoluzione della situazione epidemiologica e
dell’attivita’ di rintraccio effettuata. Con nota separata
Gaetana Ferri ha inoltre comunicato che da novembre fino a nuova
comunicazione, “saranno considerati territori epidemiologicamente
sconosciuti le province che, nell’ambito del piano di
sorveglianza nazionale, abbiano svolto una attivita’ inferiore al
50% dell’attivita’ prevista nel periodo in esame”.

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Screening genetico per nuove terapie

Una nuova strategia di screening
genetico permette di identificare sostanze anti-cancro e potra’
velocizzare in modo significativo la scoperta e lo sviluppo di
farmaci. E’ la promessa di due ricerche che hanno utilizzato
quest’approccio, pubblicate su ‘CellPress’ online e sull’edizione
cartacea di ottobre. I ricercatori del Dana-Faber Cancer
Institute, del Broad Institute del Massachusetts Institute of
Technology e dell’Harvard Medical School hanno identificato
composti che inibiscono il recettore androgeno. Quest’ultimo
gioca un ruolo di primo piano nella progressione del tumore della
prostata, anche nei pazienti in cui i livelli dell’ormone sono
notevolmente ridotti con la terapia ‘ad hoc’. Al momento ci sono
davvero pochi inibitori efficaci del recettore. Ma utilizzando
uno screening basato sull’espressione genica, l’equipe ha
scoperto due principi ricavati da piante gia’ usate in medicina,
che sisono rivelati potenti inibitori. La loro efficacia e’ stata
‘misurata’ comparandola con l’espressione genica attivata da
farmaci con dimostrata attivita’ biologica. I due composti
inibiscono una proteina (HSP90) da tempo molto studiata come
bersaglio per le terapie anti- cancro.

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Dagli Stati Uniti l’allerta sugli effetti collaterali di

Una industria farmaceutica statunitense ha inserito un
avvertimento sull’etichetta del farmaco a base di bevacizumab
dopo alcune segnalazioni riguardanti rari casi di sindrome di
leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS). Il potenziale
effetto collaterale era gia’ stato segnalato nel marzo scorso
dall’autorevole N Engl J Med quando l’azienda aveva completato la
revisione sulla sicurezza dei pazienti che utilizzano il
medicinale: nell’avviso si consiglia ai medici di interrompere
l’uso di bevacizumab e di iniziare un trattamento contro
l’ipertensione. La sindrome provoca la rottura, rara, dei
capillari cerebrali associata a ipertensione, ritensione dei
liquidi e agli effetti citotossici dei farmaci immunosoppressori:
il disturbo si puo’ manifestare con mal di testa, convulsioni,
alterazione della vista e delle funzioni mentali. SCRIP World
Pharmaceutical News

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Fattori dentari connessi ad arteriosclerosi carotidea

Le malattie dentali e periodontali sono significativamente associate alla progressione dell’arteriosclerosi carotidea. I fattori di rischio di arteriosclerosi convenzionali sono responsabili soltanto del 50 percento delle entit? nosologiche arteriosclerotiche: fra i fattori di rischio pi? innovativi, le malattie dentali e periodontali sono potenziali candidate. In base al presente studio, lo status dentale, l’igiene orale ed in particolare la perdita di denti sono associate al grado di stenosi carotidea e possono predire la futura progressione della malattia: rispetto ai pazienti con tutti i propri denti, infatti, i pazienti edentuli presentano un significativo rischio di progressione della malattia.

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Iperplasia prostatica benigna: FANS la ritardano o prevengono

L’uso di FANS pu? prevenire o ritardare lo sviluppo di iperplasia prostatica benigna (BPH). I meccanismi biologici che portano allo sviluppo di questa malattia non sono stati ancora ben chiariti, ma nelle biopsie prostatiche e nel tessuto ottenuto durante la resezione della prostata per BPH ? stata frequentemente rilevata un’infiammazione sia acuta che cronica: l’infiammazione potrebbe dunque portare allo sviluppo della BPH, o in alternativa derivare dalla progressione della malattia. Se l’infiammazione svolge un ruolo importante nello sviluppo o nel peggioramento della BPH, gli agenti antinfiammatori potrebbero costituire un’utile aggiunta alla terapia medica per il trattamento di questa sindrome. Bench? siano necessari ulteriori studi per determinare se l’uso di FANS determini davvero una riduzione nello sviluppo della BPH, ed i meccanismi alla base del fenomeno, i dati del presente studio suggeriscono che l’uso di FANS possa prevenire, dilazionare o ritardare i processi iperplastici e/o infiammatori a carico della prostata, il che determina una riduzione dell’incidenza della BPH.

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