Dubbi sui benefici delle vitamine

Un Panel di Esperti dei National Institutes of Health ha concluso che non c?? evidenza sul raccomandare o non raccomandare l?uso di multivitaminici e minerali.

Secondo Michael McGinnis del National Accademy of Sciences, la gente ritiene che assumere multivitaminici faccia bene all?organismo e permette di prevenire alcune malattie, ma l?evidenza ? sottile.

Ad esempio, studi hanno riscontrato un effetto protettivo della dieta ricca di frutta e vegetali nei confronti del tumore del polmone.
Tuttavia, uno studio, compiuto in Scandinavia, ha mostrato che nei fumatori la supplementazione a base di beta-carotene ? risultata associata ad un aumento della mortalit?.
Altri studi invece hanno indicato che nei fumatori maschi la vitamina E ha ridotto il rischio di tumore della prostata.

Il Panel di Esperti ha trovato solo 3 situazioni in cui le vitamine o altri supplementi appaiono offrire dei benefici:

– prevenzione dei difetti del tubo neurale, mediante somministrazione di Acido Folico alle donne in gravidanza.
Fin dal 1998 negli Stati Uniti alcuni alimenti sono fortificati con Acido Folico.
Le donne che desiderano intraprendere una gravidanza dovrebbero assumere Acido Folico prima del concepimento in modo da prevenire la spina bifida ed altri difetti del tubo neurale;

– riduzione della degenerazione maculare.
Il National Eye Institute ha concluso che la supplementazione con la dieta a base di vitamina C e vitamina E, beta-carotene, zinco ? in grado di ridurre il rischio di perdita della visione nelle persone con segni precoci di degenerazione maculare.
Non ? stato osservato alcun effetto sullo sviluppo di cataratta;

– diminuzione del rischio di fratture ossee nelle donne in post-menopausa mediante supplementi di calcio e di vitamina D.

Fonte: National Institute of Health, 2006

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Gran Bretagna: DTB critica l?uso dell?antibiotico Minociclina per l?acne

Un articolo del giornale inglese The Guardian ha evidenziato come la prescrizione dell?antibiotico Minociclina per l?acne sia 3 volte pi? costosa rispetto a trattamenti alternativi e, inoltre, sia associata a gravi eventi avversi.

L?articolo si basa sulla revisione compiuta dal The Drug and Therapeutics Bulletin ( DTB ).

Alternative, meno costose, alla Minociclina sono rappresentate da Doxiciclina, Oxitetraciclina, Limeciclina, e Tetraciclina.

I medici prescrivono in modo routinario la Minociclina convinti che sia pi? efficace, pi? facile da assumere ed induca meno farmacoresistenza rispetto ad altri antibiotici.

Tuttavia, secondo DTB esistono altri farmaci efficaci quanto la Minociclina, senza i gravi effetti indesiderati di quest?ultima.

La Minociclina pu? causare pigmentazione talvolta irreversibile e l?insorgenza di lupus eritematoso sistemico.

Fonte: The Guardian, 2006

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I rischi associati alla terapia con estrogeni

L?analisi dei dati dello studio Nurses?Health Study ha mostrato che le donne che assumono estrogeno con l?obiettivo di prevenire o trattatre l?osteoporosi presentano un aumentato rischio di tumore mammario.

Questo aumento del rischio di tumore alla mammella, tuttavia, non ? risultato statisticamente significativo per le donne che hanno fatto uso di estrogeni per meno di 20 anni.

Lo studio Nurses?Health Study, condotto da Ricercatori dell?Harvard Medical School, ha coinvolto 28.000 donne in postmenopausa che hanno assunto estrogeno dopo essere state sottoposte ad isterectomia.

Lo studio ha trovato che il rischio relativo di tumore mammario era 42% pi? alto tra le donne che hanno usato estrogeni per almeno 20 anni rispetto a quelle che non hanno mai usato l?estrogeno.

Il rischio di carcinoma mammario ? risultato anche aumentato, seppur in misura minore, dopo 10 anni di trattamento estrogenico, senza tuttavia raggiungere la significativit? statistica.

Il rischio di tumore mammario si ? ridotto leggermente nelle donne che hanno fatto uso di terapia con estrogeni per un periodo minore di 10 anni; questa scoperta non ? risultata statisticamente significativa.

L?uso di estrogeni presenta anche ulteriori rischi.

Lo studio Womens?Health Initiative ha mostrato un aumento del rischio di ictus e di trombosi venosa profonda con l?impiego della terapia con estrogeni per meno di 10 anni.

Anche l?impiego della combinazione di estrogeni e di progestinici ? risultato associato ad un aumentato rischio di malattie cardiache e di tumore mammario invasivo.

Fonte: Archives of Internal Medicine, 2006

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Acne & Irsutismo: Dianette potrebbe essere associata a depressione

Dianette, un farmaco impiegato nell?irsutismo e nell?acne nelle donne, potrebbe essere associata a depressione.

In Gran Bretagna, l?MHRA ( Medicine and HealthCare Products Regulatory Agency ) ha aperto un?inchiesta su segnalazione di APRIL ( Adverse Psychiatric Reactions Information Link ).

L?uso di Dianette ? raccomandato solo nel trattamento della forma grave di acne refrattaria ad una prolungata terapia antibiotica orale e nell?irsutismo moderato-grave.

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I farmaci antinfiammatori causano un aumento pressorio

Una meta-analisi, compiuta da Ricercatori dell?University of Connecticut School of Medicine a Farmington ( USA ), ha mostrato che l?antinfiammatorio ad azione selettiva COX-2 Celecoxib ( Celebrex ) aumenta la pressione sanguigna rispetto al placebo, ma l?aumento ? inferiore a quanto prodotto dagli antinfiammatori non-selettivi, come l?Ibuprofene ed il Naprossene.

La meta-analisi ? stata compiuta su 44.308 pazienti di 41 studi clinici.
I dati sono stati ottenuti da un database riguardante l?impiego del Celecoxib nelle malattie croniche ( osteoartrosi, artrite reumatoide, spondilite anchilosante, malattia di Alzheimer ).

I pazienti trattati con Celecoxib hanno presentato una minore probabilit? di sviluppare edema ( p = 0.001 ) ed una minore incidenza di insufficienza cardiaca, sebbene questa differenza non sia risultata statisticamente significativa ( p = 0.056 ), rispetto ai pazienti trattati con i farmaci antinfiammatori steroidei non selettivi ( FANS ).

Sia i FANS che gli inibitori COX-2 hanno presentato un effetto antinatriuretico con riduzione dell?escrezione di sodio e di acqua e conseguente aumento della pressione sanguigna e sviluppo di edema.
Inoltre, i FANS sembrano inibire la produzione delle prostaglandine ad azione vasodilatatoria.

Il 2% dei pazienti che hanno assunto Celecoxib ha sviluppato edema contro lo 0.9% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0.001 ); l?1.1% dei pazienti del gruppo Celecoxib ha sviluppato ipertensione o ha presentato un peggioramento dell?ipertensione preesistente contro lo 0.7% dei pazienti del gruppo placebo ( p = 0.023 ).
Lo 0.2% dei pazienti trattati con Celecoxib ? andato incontro ad insufficienza cardiaca contro lo 0.1% dei pazienti trattati con placebo ( p = 0.046 ).

Quando il Celecoxib ? stato confrontato con i FANS, l?1.5% dei pazienti che hanno assunto Celecoxib ha sviluppato ipertensione contro il 2% dei pazienti trattati con i FANS ( p = 0.002 ).
Il 2.4% dei pazienti del gruppo Celecoxib ha sviluppato edema versus il 3% dei pazienti del gruppo FANS ( p = 0.001 ).

Fonte: American Society of Hypertension ? Meeting 2006

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Emicrania di natura ormonale: patofisiologia e trattamento

Dati epidemiologici indicano un legame tra l?emicrania e gli ormoni sessuali femminili.
Addirittura, ? risaputo che l?estrogeno influenza diverse funzioni cerebrali, compresa la percezione del dolore.

La prevalenza di emicrania ? simile nei ragazzi e nelle ragazze fino a prima della pubert?, ma in et? post-puberale nelle donne diventa 3 volte maggiore che negli uomini.

E? pi? probabile che gli attacchi di emicrania nelle donne si manifestino nel periodo pre-mestruale e che avvengano esclusivamente in alcune donne.

Il trattamento acuto dell?emicrania mestruale ? simile a quello degli attacchi non associati al ciclo mestruale, ma la risposta al trattamento pu? essere meno favorevole.

La profilassi perimestruale con FANS ( farmaci antinfiammatori non steroidei ), triptani o Estradiolo ? efficace nel diminuire la frequenza degli attacchi e la gravit?.

L?impiego dei contraccettivi orali pu? influenzare la frequenza dell?emicrania e la sua gravit?.

Poich? sia l?emicrania che l?impiego dei contraccettivi orali sono fattori di rischio per l?ictus ischemico, l?assunzione dei contraccettivi orali da parte delle donne che soffrono di emicrania dovrebbe essere effettuata solo dopo aver considerato il rapporto rischio/beneficio.

Tipicamente, ma non invariabilmente, l?emicrania migliora durante gli ultimi due trimestri di gravidanza e pu? peggiorare nel periodo post-parto.
Quando si fa uso di farmaci per il trattamento dell?emicrania durante la gravidanza, devono essere presi in considerazione i potenziali rischi per la madre e per il feto.

La prevalenza dell?emicrania diminuisce con l?avanzare dell?et? e migliora in alcune ma non in tutte le donne dopo la menopausa.
Tuttavia, nel periodo perimenopausale, l?emicrania pu? andare incontro a peggioramento come risultato della fluttuazione dei livelli di estrogeno.

Diminuendo la dose di estrogeno e variando il tipo o la via di somministrazione della terapia ormonale sostitutiva, da orale a transdermica, si pu? ridurre l?emicrania.
Quando si considera l?opzione terapia ormonale sostitutiva per le donne che soffrono di emicrania nel periodo postmenopausale, devono essere applicate le indicazioni e le controindicazioni usuali.
La terapia ormonale sostitutiva pu? anche esacerbare l?emicrania.

Ashkenazi A, Silberstein SD, CNS Drugs 2006; 20: 125-141

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Malattie autoimmuni connesse a linfoma di Hodgkin

Sussiste un’associazione fra anamnesi personale o familiare di malattie autoimmuni e linfoma di Hodgkin. Il presente studio non ? il primo a suggerire un possibile ruolo dell’autoimmunit? nella patogenesi del linfoma di Hodgkin, ma gli studi precedenti in materia hanno portato ad un’ampia gamma di risultati, probabilmente a causa di differenze metodologiche. L’associazione fra una storia personale o familiare di sarcoidosi e l’aumento del rischio di linfoma di Hodgkin suggerisce una suscettibilit? comune che potrebbe essere rilevante nella patogenesi di questa malattia. Sar? importante investigare se le associazioni osservate siano dovute a stimolazione autoimmune sistemica di base, all’infiammazione, al trattamento, ad una predisposizione in comune o ad una combinazione di questi fattori.

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Statine utili nella sindrome metabolica

E’ stato rilevato che le statine hanno effetti antinfiammatori diretti nei pazienti con sindrome metabolica, il che potrebbe in parte spiegare i benefici della terapia statinica in questi pazienti. Nel presente studio, tale effetto ? stato dimostrato nei monociti, ed ? stata anche dimostrata per la prima volta un’iperproduzione dell’enzima PI 3-chinasi, correlato all’attivit? insulinica ed alla salute vascolare. Futuri studi esamineranno il ruolo della terapia statinica nella riduzione diretta dell’attivit? biologica del tessuto adiposo per quanto riguarda l’infiammazione, un altro dei principali fattori contribuenti all’infiammazione sistemica nella sindrome metabolica. (J Clin Endocr Metab online 2006, pubblicato il 21/9)

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Gli ormoni che regolano il bilancio energetico

Le persone obese presentano una pi? alta incidenza di diabete di tipo 2 e di malattia cardiovascolare.
La perdita di peso non ? facile da raggiungere con il solo cambiamento dello stile di vita.

I farmaci attualmente approvati, Orlistat ( Xenical ) e Sibutramina ( Reductil ), se tollerati, possono indurre solo modeste riduzioni di peso.
Questo limite impone la ricerca di pi? potenti farmaci.

Negli ultimi 10 anni, sono stati scoperti 2 nuovi ormoni, la leptina e la ghrelina, che assieme ad altri ormoni come colecistochinina ( CCK ), il peptide pancreatico ( PP ), il peptide YY ( PYY ) ed il peptide glucagone-simile 1 ( GLP-1 ) regolano il bilancio energetico. ( Xagena_2006 )

Huda MS et al, Obes Rev 2006; 7: 163-182

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Il pompelmo riduce il peso corporeo e migliora la resistenza all?insulina nei so

Presso la Scripps Clinic di La Jolla, in California, sono stati studiati gli effetti del pompelmo e dei prodotti derivati sul peso corporeo e sulla sindrome metabolica.
A tale scopo, 91 soggetti obesi sono stati randomizzati a ricevere capsule di placebo e 207ml di succo di mela, capsule a base di pompelmo con 207ml di succo di mela, 237ml di succo di pompelmo con una capsula di placebo, o mezzo pompelmo fresco con capsula di placebo, per 3 volte al giorno prima di ogni pasto.

Sono stati misurati i parametri per la sindrome metabolica all?inizio del trattamento e dopo 12 settimane.

Alla 12.ma settimana, il gruppo che aveva assunto pompelmo fresco ha perso 1.6kg, il gruppo su succo di pompelmo ha perso 1.5kg, il gruppo su capsule a base di pompelmo 1.1kg ed il gruppo placebo 0.3kg.
Il gruppo che aveva assunto pompelmo fresco ha perso una quantit? di peso maggiore rispetto a coloro che invece sono stati trattati con placebo ( p < 0.05 ). Un?analisi secondaria dei soggetti con sindrome metabolica nei quattro gruppi in trattamento ha evidenziato una perdita di peso significativamente maggiore nel gruppo su pompelmo fresco, capsule a base di pompelmo e su succo di pompelmo, rispetto al gruppo placebo ( p < 0.02 ). E? stata, inoltre, riscontrata una notevole riduzione nel livello di insulina 2 ore dopo carico di glucosio nel gruppo che aveva assunto pompelmo fresco rispetto al placebo. Mezzo pompelmo fresco mangiato prima dei pasti ? stato associato ad una notevole perdita di peso. Tra i pazienti con sindrome metabolica l?effetto ? stato osservato anche con i prodotti a base di pompelmo. La resistenza all?insulina ? migliorata grazie al pompelmo fresco. Sebbene i meccanismi che portano alla perdita di peso non siano noti, potrebbe essere ragionevole introdurre il pompelmo in un dieta finalizzata alla perdita di peso. ( Xagena_2006 ) Fujioca K et al, J Med Food 2006; 9: 49-54

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