Osteoartrosi: variazione produzione citochine contribuisce alla suscettibilit

La variazione genetica nella produzione di IL-l-beta, antagonista del recettore per IL-l (IL-l Ra) ed IL-lO ? associata all’aumento del rischio di osteoartrosi (DA) familiare. Bench? precedenti studi abbiano dimostrato che le differenze nella predisposizione all’DA possano in alcuni casi essere spiegate da fattori genetici, non era finora chiaro quali geni fossero coinvolti. La teoria secondo cui l’infiammazione svolge un ruolo nella patogenesi dell’DA suggerisce che potrebbero essere coinvolte citochine pro-ed anti-infiammatorie. La simultanea presenza di un aumento della capacit? di produrre IL-l Ra ed IL-l-beta indica un aumento della responsivit?, probabilmente tramite una via di attivazione genica pi? sensibile per queste citochine nella malattia. Questi risultati completano i dati provenienti da studi in vitro e da modelli animali che implicano IL-l-beta quale principale citochina coinvolta nel processo di distruzione della cartilagine, e stimolano la ricerca ad approfondire le possibilit? di trattamento con modificatori strutturali quali gli inibitori di IL-l.

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L’Emea ha concluso la revisione sulla sicurezza dei Cox-2

Sospensione dal commercio europeo per il Bextra (Valdecoxib). Questa ? la decisione presa dalla European Medicines Agency (EMEA) al temine della revisione periodica sulla sicurezza dei farmaci anti-COX-2. Nell’aprile 2005 Pfizer aveva gi? ritirato volontariamente il prodotto dal mercato europeo. L’EMEA ha contestualmente raccomandato di alzare il livello di guardia anche su tutti gli altri farmaci della stessa classe. I COX-2 fanno parte della pi? ampia famiglia dei farmaci antidolorifici non steroidei (FANS) la sicurezza dei quali, secondo l’Agency Committee for Medicinals Product for Human Use (CHMP), dovr? essere ora esaminata. La sospensione del Bextra sar? riconsiderata entro un anno. Durante questo periodo, Pfizer avr? il tempo e la possibilit? di produrre ulteriori dati clinici che attestino la sicurezza del farmaco e ne consentano la riammissione al mercato europeo. La CHMP ha anche invitato le altre case farmaceutiche che sono state autorizzate alla vendita di farmaci anti-COX-2 a valutare costantemente e con attenzione il rischio di aumentati episodi cardiovascolari e reazione cutanee severe. Dalla CHMP, inoltre, ? arrivata l’indicazione a non somministrare i COX-2 in pazienti con progresso infarto o ictus o con problemi dei vasi arteriosi periferici. Maggiore attenzione ? stata anche consigliata nel trattamento di pazienti che presentino fattori di rischio predisponenti alle malattie cardiovascolari (ipertensione, dislipidemia, diabete o tabagismo). L’uso dei COX-2 deve essere, in ogni caso, limitato al tempo strettamente necessario e con la dose minima possibile. La somministrazione dovrebbe attentamente valutata anche in pazienti con storia di allergie a farmaci.

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Linee guida per la prevenzione dell’osteoporosi (Fonte: Ministero della Salute)

L?osteoporosi si pu? definire come un disordine delle ossa scheletriche caratterizzato dalla compromissione della robustezza dell?osso che predispone ad un aumento del rischio di frattura e questo ne ? l’aspetto pi? importante soprattutto per l?alto numero dei casi colpiti nella popolazione adulta (1,2,3). Il ruolo esatto dell’osteoporosi nell’etiologia delle fratture deve peraltro ancora essere determinato con precisione. Infatti la resistenza dell?osso ai traumi riflette l?integrazione tra due fattori: la densit? ossea e la qualit? ossea. La densit? ossea ? espressa in grammi di minerale per area ed ? determinata, in ogni individuo, dal picco di massa ossea raggiunto e dalla quantit? di osso perso. La qualit? dell?osso fa riferimento complessivamente all?architettura, al turnover, alla somma dei danni sofferti e alla mineralizzazione (3). E? oggi ampiamente accettato che l?osteoporosi non ? solo conseguente alla perdita ossea che accade con l?avanzare dell?et?. Un individuo che non raggiunge un picco ottimale di massa ossea durante l?infanzia e l?adolescenza, pu? infatti sviluppare osteoporosi senza che vi sia una accelerata perdita ossea in et? adulta. Nello sviluppo dell?osteoporosi una crescita ossea sub-ottimale nelle prime fasi della vita deve cos? essere considerata importante tanto quanto la perdita di massa ossea che si verifica in et? adulta(4-7). Ottimizzare la salute dell?osso ? quindi un processo che dura tutta la vita sia nei maschi che nelle femmine. Agire sui fattori che influenzano la salute dell?osso a tutte le et? ? essenziale per prevenire l?osteoporosi e le possibili fratture conseguenti. Nell’anziano vi sono fattori aggiuntivi che contribuiscono significativamente all’aumento di incidenza di eventi fratturativi, quali le cadute pi? frequenti associate a scarse reazioni protettive (8). Deve essere fatta una distinzione tra i fattori di rischio che portano all?alterazione del metabolismo e della resistenza dell?osso ed i fattori di rischio immediatamente legati alla frattura (es. i traumi di varia entit?). Gli interventi in questo campo sono necessari visto che l?osteoporosi e le fratture femorali, vertebrali, ecc, sono una delle principali cause di disabilit? nella popolazione anziana ed hanno un impatto notevole anche in termini di costi sociali.

Prevenzione

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Asma: sale nella dieta diminuisce funzionalit? polmonare e capacit? di diffusion

L’aumento del sale nella dieta diminuisce la funzionalit? polmonare e la capacit? di diffusione dopo l’esercizio. Recenti studi hanno supportato un ruolo per il sale nella dieta quale fattore modificante della gravit? dell’asma da sforzo. E’ stato suggerito che la disidratazione transitoria delle vie aeree attivi mediatori infiammatori quali istamina, neuropeptidi, metaboliti dell’acido arachidonico, leucotrieni e prostanoidi delle cellule delle vie respiratorie, determinando la contrazione dei muscoli lisci bronchiali. In alternativa, ? stato suggerito che il rapido riscaldamento delle vie aeree a seguito dell’esercizio porti ad iperemia reattiva che esita in un ingolfa mento vascolare ed edema perivascolare, che contribuirebbe ulteriormente al restringi mento delle vie aeree causato dalla broncocostrizione. In base al presente studio, il sale nella dieta favorisce l’infiammazione delle vie aeree a seguito dell’esercizio nei soggetti asmatici, e che piccole variazioni sale-dipendenti nel volume vascolare e nella pressione microvascolare potrebbero avere effetti sostanziali sulla funzionalit? delle vie aeree a seguito dell’esercizio in risposta all’aumento della permeabilit? vascolare indotto dai mediatori.

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Probiotici (Fonte: Ministero della Salute)

Il termine probiotico ? riservato a quei microrganismi che si dimostrano in grado, quando vengono ingeriti, di esercitare funzioni benefiche per l?uomo. (15, 29, 39, 41, 42). Per alimenti probiotici si intendono quegli alimenti, generalmente fermentati, che contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi (microrganismi probiotici) vivi ed attivi, in grado di raggiungere l?intestino ed esercitare una azione di equilibrio sulla microflora intestinale, mediante colonizzazione diretta. Sono quindi alimenti in grado di promuovere e migliorare le funzioni di equilibrio fisiologico dell?organismo, attraverso un insieme di effetti aggiuntivi alle normali attivit? nutrizionali (15, 22). Per definire quale sia un alimento probiotico pu? essere accettato quanto proposto recentemente da un gruppo europeo di esperti e cio? che un probiotico ? ?un alimento integrato con microrganismi vivi che sono ad effetto benefico per la salute?. La definizione di prebiotico ? riservata all?alimento addizionato di molecole fermentescibili in grado di favorire lo sviluppo di gruppi batterici intestinali utili per l?uomo (18, 20, 25, 27, 36, 47). L?alimento simbiotico ? costituito dall?associazione di un alimento probiotico con alimenti prebiotici in rapporti tali da rispondere al razionale di alimento funzionale (18, 28). Gli alimenti probiotici, prebiotici e simbiotici possono essere considerati per gli effetti benefici sulla salute del consumatore alimenti funzionali (9, 51).

Allegato1

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TAC diminuisce appendicectomie negative

I tassi di appendicectomia negativa in un centro di cura terziario ammontano al tre percento con l’uso di routine della TAC diagnostica, il che rappresenta un declino del 20 percento rispetto ai valori precedenti al suo uso di routine. In generale, il medico decide di procedere all’appendicectomia prima della TAC nel 12 percento dei casi: la decisione, nella maggior parte dei casi, ? dovuta alla presenza dei segni, sintomi e dati di laboratorio classici dell’appendicite acuta, compresa la presenza di peritonite. I clinici, dunque, sono in grado di selezionare accuratamente un gruppo di pazienti candidati alla chirurgia anche senza l’ausilio della TAC, ma ci? nonostante quest’ultima dovrebbe essere usata nella maggior parte dei pazienti con sospetta appendicite. (AiR Am J Roentgenol 2005; 184: 1802-8)

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Ncessaria pi? vitamina D nelle donne

Per combattere l’osteoporosi, le donne hanno bisogno di trovare modi per assumere un maggior quantitativo di vitamina D al fine di aiutare le loro ossa a rafforzarsi, in particolare dopo la menopausa. E’ stato infatti dimostrato che pi? della met? delle donne con osteoporosi postmenopausale presentano bassi livelli di vitamina D, il che potrebbe rispecchiare un’insufficiente assorbimento del calcio. Secondo il Dr David Hosking, Medico Specialista della Division of Minerai Metabolism al Nottingham City Hospital, uno dei principali ricercatori dello studio presentato venerd? al Congresso annuale di Reumatologia (EULAR) che si tiene a Vienna, Austria. “La vitamina D ? fondamentale per l’assorbimento del calcio e per lo sviluppo di ossa forti e sane .] che sono, a loro volta, d’aiuto nella prevenzione delle fratture” ha spiegato il Dr Hosking. “I risultati di questo studio mostrano chiaramente che, indipendentemente dall’et?, regione geografica o latitudine, molte donne con osteoporosi non hanno un adeguato apporto di vitamina D.”La vitamina D ? fondamentale per l’assorbimento del calcio e per lo sviluppo di ossa forti e sane che sono, a loro volta, d’aiuto nella prevenzione delle fratture: i risultati del presente studio mostrano chiaramente che, indipendentemente dall’et?, regione geografica o latitudine, molte donne con osteoporosi non hanno un adeguato apporto di vitamina D. Ci? sfata la credenza comune che, quelle donne affette da osteoporosi che vivono in regioni pi? esposte al sole, non debbano preoccuparsi per la vitamina D, cos? come si crede che la luce del sole ne fornirebbe in quantit? sufficiente. Il tipo di abbigliamento, l’uso di protezioni solari e l’evitare l’esposizione al sole, in particolar modo dove il clima ? caldo, possono spiegare l’alta prevalenza di insufficienza di vitamina D osservata nel presente studio, indipendentemente dalla latitudine geografica. E’ di fondamentale importanza che le donne trovino modi per avere maggior apporto di vitamina D, in concomitanza alla terapia in corso per l’osteoporosi, per essere certe che stiano traendo pienamente i benefici dalla terapia, aumentando infine la robustezza dell’osso e la prevenzione contro le fratture.

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Ripetizione PAP-test dopo risultati insoddisfacenti non necessaria

La ripetizione del PAP-test entro due-quattro mesi dopo l’ottenimento di un campione non soddisfacente con cellurarit? squamosa inadeguata potrebbe non essere necessaria.
Nelle risposte di citologia ginecologica, i patologi o citotecnologi devono fornire informazioni su adeguatezza e qualit? del campione unitamente alla propria interpretazione.
Pertanto, oltre a definire le categorie diagnostiche, il sistema Bethesda sviluppa anche criteri per determinare l’adeguatezza qualitativa del PAP-test: questi criteri includono stime dei numeri di cellule squamose ed endocervicali presenti nel campione, della preservazione e fissazione di quest’ultimo e dell’assenza di elementi oscuranti quali un eccesso di sangue o infiammazione.
Con l’implementazione del criterio Bethesda 2001, sembra che una gran parte dei PAP-test verrebbero classificati come insoddisfacenti: se a tutte queste pazienti venisse richiesto di ripetere l’esame dopo due-quattro mesi, l’aumento dei costi sanitari potrebbe essere considerevole.
(AmJ Clin Patho/. 2005; 123: 738-43)

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Apporto serale lattalbumina migliora sonno e stato di vigilanza mattutino

L’apporto sera di alfa-lattalbumina (A-LAC) migliora la qualit? del sonno e lo stato di vigilanza al mattino.
Si pensa che la funzionalit? cerebrale della serotonina promuova la regolazione del sonno ed i processi cognitivi, mentre le anomalie del sonno ed il susseguente declino comporta mentale vengono spesso attribuiti a deficit di questa attivit?.
L’assorbimento cerebrale del precursore della serotonina, il triptofano, dipende dai nutrienti che influenzano la disponibilit? del triptofano tramite una variazione nel rapporto fra triptofano plasmatico e somma degli altri grandi aminoacidi neutrali.
L’A-LAC ? la pi? grande fonte di triptofano fra tutte le proteine alimentari.
L’aumento della disponibilit? per il cervello di triptofano nel plasma derivante dalla dieta serale sostiene lo stato di vigilanza la mattina dopo un sonno della durata dell’intera nottata, pi? probabilmente a causa di un miglioramento nella qualit? del sonno.
Sono comunque necessarie ulteriori prove di questo fenomeno, fra cui elettroencefalogrammi nel sonno, nei soggetti con sintomi pi? gravi a carico del sonno stesso.
Ad esempio, gli effetti benefici sulla performance notturna potrebbero essere mediati da una riduzione dei tempi di latenza per il raggiungimento del sonno, o per il sonno REM, dato che questi ultimi intervalli sono particolarmente influenzati dalla deplezione acuta del triptofano o dall’L- triptofano.
(AmJ Clin Nutr.
2005; 81: 1026-33)

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Fumo: provoca 25 malattie e ‘brucia’ fino a 15 anni di vita

Sigaretta killer.
Provoca 25 malattie e ‘brucia’ fino a 15 anni di vita.
lo ricordano gli esperti dell’Istituto nazionale tumori (INT) di Milano, che in occasione della Giornata mondiale senza tabacco sono intervenuti alla premiazione dei vincitori del concorso per le scuole ‘Idee in fumo’, lanciato dal quotidiano milanese, dall’INT e dalla trasmissione televisiva ‘le Iene’, Chi fuma -ha ricordato lo pneumologo Roberto Boffi, direttore del Centro anti-fumo dell’IRCCS di via Venezian, che dal 2001 ha assistito piu’ di 800 ‘pentiti’ convincendo 3 su 10 a smettere -va incontro sistematicamente alla bronchite cronica ed e’ il candidato quasi esclusivo ad ammalarsi di cancro al polmone, Non solo, Ha un rischio doppio di infarto, una probabilita’ quadrupla di aneurisma dell’aorta e 2,2 volte maggiore di aneurisma cerebrale.
Ma il fumo, tra le 88 sostanze individuate dall’OMS come “sicuramente cancerogene”, e’ un fattore di rischio dimostrato anche per il tumore della vescica, del pancreas e del rene, oltre che per l’ulcera duodenale, il diabete e la polmonite severa.
Infine, le ‘bionde’ riducono le performance sessuali e provocano un precoce invecchiamento della pelle.
Risultato: il ‘vizio’ ? una abitudine in lieve calo nel Belpaese, ma che riguarda ancora un italiano su 4 -uccide oltre 85 mila connazionali l’anno.

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