Mal di schiena e Sciatica: valutazione clinica e opzioni terapeutiche
Il mal di schiena (MdS) rappresenta una condizione comune che ogni giorno affligge il 5.6% della popolazione adulta degli Stati Uniti così come in Europa. Spesso i pazienti si trattano da soli e solo il 25-30% si rivolge al proprio medico di famiglia (MMG). L’obiettivo primario del trattamento è rappresentato da una riduzione del dolore che permette al paziente di ritornare il più rapidamente possibile alla sua normale attività lavorativa. Quasi sempre il MdS è gestito direttamente dal MMG senza ulteriori richieste di consulenze dell’ortopedico o del neurochirurgo.
Clinica
Una recente revisione pubblicata dall’American Family Physician 1 ha preso in considerazione i problemi che il MMG incontra nel management di questa condizione che, nel 70% dei casi, è causata da una contrattura dolorosa secondaria ad un trauma distorsivo dei muscoli paravertebrali lombari e solo marginalmente da altre condizioni che comunque è sempre opportuno considerare in diagnosi differenziale.
La storia naturale del mal di schiena generalmente hau n decorso favorevole, con il 30-60% dei pazienti che guariscono in una settimanae, 60-90% in sei settimane e 95% in 12 settimane. Nell’arco di 6 mesi nel 40% dei pazienti si presentano recidive o episodi ricorrenti di MdS. Nel contesto dell’evolutività temporale, le sei settimane di durata dei sintomi sembrano definire un’ideale linea di confine tra un banale mal di schiena gestibile con terapia conservativa e una problema più complesso, meritevole di un approfondimento diagnostico-terapeutico.
L’esame fisico è in grado di discriminare i soggetti che richiedono una valutazione immediata nel sospetto di una indicazione chirurgica urgente, come i pazienti con sindrome della coda equina, sciatalgia bilaterale e progressivo deficit neurologico periferico con interessamento degli sfinteri. E’ importante saper individuare fra la quasi totalità di casi banali i casi critici attribuibili a un mal di schiena
mal di schiena da “codice rosso ” e prendere una decisione corretta e tempestiva.
Solo il 4% dei soggetti con sciatalgia ha un’ ernia del disco
ernia del disco intervertebrale, mentre il 2% presenta gradi variabili di spondilolistesi.
spondilolistesi. Il 95% di coloro che hanno un’ernia del disco hanno una sciatalgia e la probabilità che un disco erniato sintomatico dia solo mal di schiena senza sintomi di sciatica è di 1 a 500. Quindi il tipo di dolore è un sintomo che identifica con buona accuratezza una sofferenza radicolare lombo-sacrale secondaria all’ernia del disco intervertebrale.
In questi casi non è ancora univoco il consenso sulla durata di una terapia conservativa iniziale e la successiva opzione chirurgica. Negli USA e in Olanda il tasso di interventi chirurgici precoci è molto elevato, mentre le linee guida tedesche consigliano la chirurgia solo dopo un tentativo di 6 settimane di trattamento conservativo.
Terapia
Per il mal di schiena vengono consigliate terapie conservative con farmaci antidolorifici, FANS e miorilassanti, associati a fisiokinesiterapia (esercizi, massaggi e manipolazioni) e indicazioni educazionali per il recupero funzionale. Nella maggior parte dei casi queste opzioni risultano efficaci anche se non è chiaro quanto l’effetto delle terapie possa persistere nel tempo. Un recente studio pubblicato sugli Annals of Internal Medicine 2 ha dimostrato che la combinazione di terapie fisiche e consigli sono efficaci nel migliorare il dolore e recuperare la funzionalità a breve termine (6 settimane) più dei singoli interventi separati.
Per la sciatica si sono consolidate nuove e sosfisticate tecniche di chirurgia della colonna vertebrale che possono fornire nuove prospettive per una scelta terapeutica ottimale in casi selezionati. Il New England Journal of Medicine ha pubblicato due articoli su studi di confronto dei trattamenti conservativi e chirurgici nella sciatica3 e nella spondilolistesi4 .
Il primo studio ha valutato pazienti con sciatica per oltre sei settimane che vengono spesso sottoposti a discectomia lombare, con l’intento di capire meglio quale sia il momento più opportuno per effettuare l’intervento. Sono stati randomizzati 283 pazienti che avevano presentato una grave sciatica per un periodo da sei a dodici settimane, a essere sottoposti a intervento immediato o a trattamento conservativo prolungato, con possibilità di intervento chirurgico se necessario. Dei 141 pazienti assegnati all’intervento immediato, 125 (89%) sono stati sottoposti a microdiscectomia dopo 2,2 settimane in media. Dei 142 pazienti destinati a ricevere il trattamento conservativo, 55 (39%) sono stati trattati chirurgicamente dopo 18,7 settimane in media. Nel primo anno di follow up non sono state osservate differenze significative nei punteggi relativi alla disabilità (p=0,13). Il dolore alle gambe è migliorato più rapidamente nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico immediato (p<0,001), i quali hanno anche segnalato una maggiore velocità di guarigione percepita (RR 1,97; IC95%, da 1,72 a 2,22; p<0,001) che tuttavia, dopo un anno di follow-up, era uguale al 95% in entrambi i gruppi.
Il secondo studio ha affrontato il tema della gestione della spondilolistesi degenerativa con stenosi spinale dove la chirurgia trova ampio impiego, ma la sua efficacia rispetto al trattamento non chirurgico non è stata dimostrata in studi controllati. I trattamenti previsti erano laminectomia decompressiva standard (con o senza fusione) oppure il trattamento non chirurgico convenzionale. Sono stati arruolati 304 pazienti nella coorte randomizzata e 303 in quella di osservazione. L’analisi “as-treated” per entrambe le coorti ha mostrato un vantaggio significativo a tre mesi per la chirurgia, che aumentava ad un anno per poi leggermente diminuire dopo due anni. Gli effetti del trattamento a due anni sono stati 18,1 per il dolore fisico (IC95%, da 14,5 a 21,7), 18,3 per la funzionalità fisica (IC al 95%, da 14,6 a 21,9) e –16,7 per l’indice di disabilità Oswestry Disability Index (IC al 95%, da –19,5 a –13,9). Pertanto i pazienti affetti da spondilolistesi degenerativa e stenosi spinale trattati chirurgicamente hanno ottenuto un sollievo notevolmente superiore rispetto al dolore e alla funzionalità nell’arco di due anni rispetto ai pazienti trattati con metodi non chirurgici
In conclusione entrambi i trial dimostrano un miglioramento del dolore muscolare e del dolore sciatico con la chirurgia. Rimangono alcune aree di incertezza se si considera il tipo di pazienti (più giovani quelli che hanno sintomi da ernia del disco rispetto a quelli con spondilolistesi) e la differente complessità degli interventi di discectomia e di chirurgia di fusione, condizionanti un tasso di complicazioni che nel secondo caso deve essere considerato nella decisione in pazienti molto anziani. Richard Deyo in un editoriale di commento si pone la domanda finale: ma allora quando è necessaria la chirurgia? Senza deficit neurologici maggiori, i soggetti con ernia del disco, spondilolistesi degenerativa o stenosi del canale spinale non necessitano della chirurgia, anche se va considerato che tecniche appropriate possono essere attualmente molto efficaci nella terapia del dolore in questi pazienti.
Bibliografia
- Kinkade S Evaluation and Treatment of Acute Low Back Pain Am Fam Phys 2007;75:1181-8
- Pengel LHM et al Physiotherapist-Direct Exercise, Advice, or Both for Low Back Pain Ann Intern Med 2007;146:787-96
- Peul WC et al Surgery versus Prolonged Conservative Treatment for Sciatica N Engl J Med 2007;356:2245-56
- Weinstein JN et al Surgical versus Non Surgical Treatment for Lumbar Degenerative Spondylolisthesis N Engl J Med 2007;356:2257-70
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