TURP migliora l’ipocontrattilit? vescicale

17 Dic 2008 Nefrologia

La resezione transuretrale della prostata (TURP) allevia i sintomi a carico del tratto urinario inferiore negli uomini con una scarsa contrattilit? della vescica che non rispondono al trattamento medico. Bench? i miglioramenti postoperatori dei sintomi ed il grado di soddisfazione soggettiva del paziente siano inferiori in questi casi rispetto a quelli con ostruzione esterna all’efflusso vescicale o normale contrattilit? detrusoriale, la TURP comunque offre miglioramenti significativi anche a questi pazienti. I fattori clinici che predicono il successi della TURP nei casi di scarsa contrattilit? vescicale dovrebbero essere definiti tramite studi prospettici multicentrici. (Urology 2008; 71: 657-61)

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Strategie contro il carcinoma renale

17 Ott 2008 Nefrologia

Gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (RT) inducono la differenziazione cellulare e favoriscono il fenotipo immunogeno nei carcinomi renali a cellule chiare (RCC). Ci? supporta la teoria secondo cui gli inibitori della RT presentino propriet? citostatiche. Pi? specificamente, questi agenti incrementano la capacit? delle cellule tumorali di stimolare la proliferazione delle cellule T autologhe, e favoriscono la differenziazione delle cellule T CD4+ che acquisiscono un fenotipo “della memoria”. Questi dati suggeriscono che gli inibitori della RT possa costituire uno strumento innovativo nel trattamento degli RCC umani.
Int J Cancer 2008; 122: 2842-50

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Disfunzione erettile in deprivazione androgeni

31 Lug 2008 Nefrologia

Una nutrita minoranza degli uomini che riceve la deprivazione androgenica per un tumore prostatico va incontro a disfunzione erettile, ma molti di questi pazienti rispondono bene alla terapia della disfunzione erettile. Questo disturbo viene grossolanamente sottoriportato da parte degli uomini sottoposti a questa terapia, ed inoltre gli studi presenti in letteratura tendono a focalizzarsi pi? sulla diminuzione della libido e non hanno esaminato il problema della disfunzione erettile di per s?. Vi ? una certa mancanza di informazioni sulla prevalenza della disfunzione erettile e sulla risposta al suo trattamento nei pazienti sottoposti a deprivazione androgenica. I dati rilevati supportano il monitoraggio seriale della funzionalit? sessuale e della disfunzione erettile in questi pazienti, nonch? il tentativo di ripristinare la funzionalit? persa sotto supervisione medica. (BJU Int 2008; 102: 39-43)

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Arteria pudenda e disfunzione erettile precoce

15 Lug 2008 Nefrologia

Variazioni nell’origine anatomica dell’arteria pudenda interna sono associate alla comparsa precoce di disfunzione erettile. Di fatto, fattori congeniti potrebbero contribuire allo sviluppo della disfunzione erettile: se un uomo presenta una variazione bilaterale rispetto alla conformazione comune dell’arteria pudenda interna, esso potrebbe sviluppare disfunzione erettile circa 10 anni prima rispetto a coloro che non presentano altra differenza se non un’arteria pudenda interna di conformazione normale. Sono stati identificati cinque tipi di conformazione dell’arteria in questione, di cui soltanto il primo risulta scevro da rischi: il tipo 1 prevede che l’arteria pudenda interna prenda origine dal tronco anteriore dell’arteria iliaca interna fra la linea terminalis e la fessura ischiale maggiore. (BJU Int 2008; 101: 581-7)

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Nefropatie terminali, il perch? della creatinina sierica

13 Lug 2008 Nefrologia

I pazienti di razza nera in emodialisi hanno probabilit? molto maggiori di avere elevati livelli di creatinina sierica rispetto alle loro controparti di altre razze, ma contrariamente alle teorie prevalenti, ci? non riflette la massa muscolare ? non ? un fattore indicativo di prognosi negativa. Bench? diversi esperti abbiano precedentemente presunto che elevate concentrazioni di creatinina sierica nei pazienti in dialisi indicassero una muscolatura pi? robusta ed un miglior status nutrizionale, il che avrebbe spiegato l’associazione con la sopravvivenza, il collegamento fra elevata creatina sierica e sopravvivenza potrebbe essere dovuto ad altri fattori. (Clin J Am Soc Nephrol online 2008, pubblicato il 21/4)

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Rischio renale con iniezioni cosmetiche

Sono stati riportati tre casi di insufficienza renale in donne sottoposte ad iniezioni cosmetiche a carico dei tessuti molli. In questi casi si iniettano sostanze (di solito silicone liquido) atte ad evidenziare o migliorare l’aspetto di labbra, seno, glutei o altri tessuti molli. Precedenti studi avevano collegato il loro uso a diversi effetti collaterali, fra cui la morte, e sarebbe necessario aumentarne la consapevolezza a livello di sanit? pubblica in modo da prendere gli opportuni provvedimenti. Le iniezioni cosmetiche di silicone sono state associate a formazione di granulomi, infezioni, polmoniti, embolie polmonari, ulcerazioni, migrazioni del prodotto e mortalit?, soprattutto a seguito dell’uso da parte di medici non autorizzati con formulazioni non concepite per l’uso medico. Sono comunque disponibili scarsi dati sull’incidenza degli effetti collaterali a seguito della somministrazione di olio di silicone da parte di medici autorizzati. Queste iniezioni andrebbero praticate soltanto a seguito di un addestramento specifico del medico, ed i dati raccolti sottolineano i rischi posti dalle iniezioni cosmetiche somministrate da personale non specializzato. (MMWR Morb Mortal Wkly Rep. 2008; 57: 453-6)

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Tumore del rene, statine riducono il rischio

18 Giu 2008 Nefrologia

Il trattamento con statine riduce il rischio di carcinoma a cellule renali. Dati da studi su modelli animali ed esperimenti in vitro suggeriscono che gli inibitori della HMG-CoA riduttasi sono in grado di sopprimere la crescita tumorale, ed inoltre ricerche precedenti hanno indicato benefici protettivi contro i tumori vescicali e prostatici con la terapia statinica. Nel presente studio, il trattamento con una statina ? risultato associato ad una riduzione del 48 percento del rischio di carcinoma a cellule renali, anche dopo approssimazione per et?, sesso, abitudine al fumo ed obesit?. Sono ora necessari studi randomizzati controllati per verificare questi dati e determinare se le statine possano avere un qualche ruolo nella prevenzione e nel trattamento del carcinoma renale. (Urology 2008; 71: 118-22)

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Uso dei marcatori nei tumori testicolari

30 Apr 2008 Nefrologia

Vi ? una sostanziale variabilit? nell’uso dei marcatori tumorali nei pazienti con tumori testicolari: circa nel 50 percento dei casi i test di AFP ed HCG non sono stati effettuati, oppure i risultati risultano ignoti, e l’uso dell’LDH ? stato riportato solo nel 21 percento dei casi. I marcatori tumorali svolgono un ruolo centrale nel monitoraggio della risposta al trattamento e delle eventuali recidive, ed ? sorprendente che essi vengano usati poco e male in questi pazienti. Bench? lo sviluppo e l’implementazione di parametri per la performance sia stato generalmente limitato a patologie croniche, come diabete e scompenso cardiaco congestizio, l’applicazione di questi parametri ? stata ampliata ad includere patologie come i tumori. Bench? si sappia molti sul trattamento dei tumori testicolari nei centri di riferimento terziari, i dati su valutazione e trattamento nella comunit? sono frammentari. L’importanza della misurazione di routine dei marcatori tumorali ? considerata alla base del processo assistenziale dei tumori testicolari. Le disparit? osservate nell’uso di questi marcatori rappresentano un potenziale deficit qualitativo nell’assistenza a questi pazienti. (Urol Oncol. 2008; 26: 153-7)

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Varicocele: efficace scleroterapia con schiuma

26 Mar 2008 Nefrologia

La scleroterapia transcateterale con schiuma per il varicocele maschile ? associata ad elevati livelli di risoluzione del dolore ed ad un significativo miglioramento della qualit? dello sperma. Molti dei pazienti con alterazioni spermatiche sono inoltre in grado di ottenere una gravidanza nella propria partner dopo la terapia. I risultati in termini di recidiva del varicocele, miglioramenti nei parametri del seme e fertilit? sono paragonabili a quelli delle tecniche microchirurgiche, ma la scleroterapia transcateterale non richiede ricovero, ? meglio tollerata dal paziente ed ? associata a tassi di complicazioni significativamente inferiori. (Radiology 2008; 246: 612-8)

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Disfunzioni minzionali, neuromodulazione sacrale

20 Mar 2008 Nefrologia

La neuromodulazione sacrale migliora i sintomi e riduce i costi sanitari per i pazienti con disfunzioni minzionali refrattarie alla terapia medica. La procedura infatti ? piuttosto costosa, ma comporta anche significativi benefici per alcuni sottogruppi di questi pazienti. Uno dei pericoli comportati dal discutere di assistenza e costi consiste nel fatto che il focus tende a spostarsi dalla vera e propria assistenza verso il risparmio di denaro, ma andrebbe ricordato che la popolazione candidata alla neuromodulazione ? composta da soggetti in cui le terapie di prima linea hanno fallito, il che include trattamenti medici e comportamentali, e la decisione di procedere con l’impianto si basa su considerazioni cliniche, non finanziarie. (Urology 2007; 70: 1069-74)

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