Parodontali associate a nefropatie croniche

18 Mar 2008 Nefrologia

Le malattie parodontali e l’edentulismo sono indipendentemente associati alle nefropatie croniche. Queste ultime rappresentano un problema per la salute pubblica, spesso sottodiagnosticato. Man mano che ulteriori studi sulle nefropatie croniche valuteranno il ruolo delle parodontopatie, si accumuleranno dati per accettare o rifiutare l’inclusione della terapia parodontale negli approcci preventivi mirati a limitare il numero di nuovi casi di nefropatia cronica. Sono necessarie ulteriori ricerche tramite studi prospettici per valutare l’inferenza causale della correlazione ed un’eventuale diminuzione dell’incidenza, della progressione e delle complicazioni delle nefropatie croniche con interventi adeguati. (Am J Kidney Dis 2008; 51: 45-52)

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Emodialisi cronica: decessi pi? probabili al mattino

Nei pazienti sotto emodialisi a lungo termine, i decessi avvengono pi? di frequente nelle ore del mattino di quanto si potrebbe attribuire al caso. Si osserva infatti una variazione circadiana nella mortalit? della popolazione non in dialisi, e gli eventi cardiovascolari avvengono pi? frequentemente al mattino, ma non era mai stato finora accertato se ci? avvenisse anche nei pazienti in emodialisi. La presenza di sintomi medici durante l’ultima sessione dialitica ? inversamente correlata alla probabilit? di mortalit? mattutina in questi pazienti. Sono necessari ulteriori studi per esplorare i meccanismi che portano a questo ritmo circadiano, e valutare interventi atti a ridurre il rischio di eventi mattutini. (Am J Kidney Dis 2008; 51: 53-61)

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Approccio multiplo alla ritenzione urinaria

10 Gen 2008 Nefrologia

Gli uomini ricoverati con ritenzione urinaria acuta possono trarre beneficio dall’assistenza multidisciplinare per identificazione e trattamento delle comorbidit?. Bench? la ritenzione urinaria acuta sia una manifestazione diretta della progressione dell’iperplasia prostatica benigna, diversi studi hanno rilevato associazioni con morbidit? importanti: che sia spontanea o susseguente ad un evento precipitante, essa potrebbe dunque essere il campanello d’allarme di gravi malattie sistemiche. La mortalit? dei pazienti con questa manifestazione ? elevata, ed aumenta con et? e comorbidit?. Sono comunque necessari studi che investighino l’impatto dello screening immediato delle comorbidit? sui tassi di mortalit?. (BMJ online 2007, pubblicato l’11/11)

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Calcoli urinari solitari e litotritore portatile

Un nuovo apparecchio per la litotrissia extracorporea offre una soluzione versatile ed economica per la gestione dei calcoli urinari solitari. Questo apparecchio offre buoni esiti clinici minimizzando i disagi per il paziente, ed inoltre garantisce l’ottimizzazione dei costi e della logistica per l’ospedale che offre il trattamento. I primi litotritori necessitavano di uno spazio dedicato e garantivano immagini fluoroscopiche di scarsa qualit? in quanto il paziente era immerso in acqua; la procedura inoltre richiedeva di solito anestesia generale o epidurale. Nonostante i quozienti di efficienza elevati del nuovo apparecchio, sono comunque necessari studi comparativi e dati di conferma su pazienti meno rigorosamente selezionati. (BJU Int 2007; 100: 1137-41)

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Nefropatie in fase precoce: prevalenza in aumento

22 Dic 2007 Nefrologia

La prevalenza delle nefropatie croniche ? aumentata in modo sostanziale dai primi anni ’90, ma la consapevolezza delle nefropatie da parte del pubblico non ha tenuto il passo. L’aumento della prevalenza delle nefropatie croniche pu? essere spiegata primariamente dall’aumento dei tassi di nefropatie in stadio precoce. L’incremento del numero di pazienti con insufficienza renale che richiedono emodialisi e trapianto ? stato ben documentato, e la recente calibratura dei test della creatinina ha introdotto una maggiore precisione nelle stime sulla popolazione per le malattie meno gravi. L’elevata prevalenza osservata suggerisce che le nefropatie croniche debbano svolgere un ruolo centrale nella pianificazione della sanit? pubblica futura. (JAMA 2007; 298: 2038-47)

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Nefrolitiasi: coinvolti fattori genetici

27 Nov 2007 Nefrologia

Studi su gemelli identici suggeriscono la presenza di un ruolo per la genetica ed altri fattori nello sviluppo della nefrolitiasi. Essa ? un problema multifattoriale: i pazienti che la sviluppano presentano una predisposizione di base alla formazione di calcoli, ma richiedono anche un fenomeno locale scatenante, come una lesione tubulare o un difetto anatomico. Lo studio di questi pazienti in circostanze in cui i fattori ambientali come la dieta possano essere controllati aiuter? a meglio definire l’interazione fra fattori dietetici e genetici coinvolti nella formazione dei calcoli renali. I figli di gemelli con questa tendenza dovrebbero ricevere uno screening di routine della calcolosi renale, o almeno osservare misure conservative di base per prevenire la loro formazione, come assumere almeno 3000 cc di fluidi al giorno, evitare eccessive quantit? di cibi salati o carni rosse e mantenere una dieta con un normale apporto di calcio. (BJU Intl 2007; 100: 621-3)

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Con rischio alto la cistectomia ? preferibile

25 Nov 2007 Nefrologia

Per la maggior parte dei tumori vescicali T1 G3 ad alto rischio, la cistectomia radicale ? il trattamento migliore, ma la procedura ha un impatto drammatico sulla qualit? della vita e non si adatta a tutti i pazienti: per alcuni di essi ? necessario un approccio pi? conservativo con immunoterapia. La chirurgia radicale porta ad una maggiore probabilit? di cura, ma date le complicazioni sessuali, gastrointestinali e di altra natura, il vantaggio in termini di sopravvivenza scompare in relazione alla qualit? della vita. Tenere conto di questo parametro, comunque, h un impatto sulla sopravvivenza meno pronunciato del previsto. (PLoS Med. 2007; 4: e284)

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Ictus, con pi? calcio danno minore

22 Nov 2007 Nefrologia

Elevati livelli sierici di calcio nei pazienti con ictus ischemico acuto sono correlati ad un minor volume dell’area infartuata. Il presente studio ? di tipo osservazionale, e quindi non ? possibile trarre conclusioni su possibili relazioni di tipo causa-effetto, ma sulla base dei suoi risultati potrebbe essere opportuno controllare precocemente i livelli di calcio in questi pazienti e correggere sollecitamente eventuali ipocalcemie. Lo studio comunque non suggerisce che l’incremento dell’assunzione di calcio con la dieta determini ictus pi? piccoli. Il metabolismo del calcio ? complesso, ed altri fattori quali danni a carico della funzionalit? epatica e renale, cattivo status nutrizionale e medicinali potrebbero agire da fattori interferenti diminuendo i livelli di calcio e potenzialmente influenzando le dimensioni dell’infarto. (Arch Neurol 2007; 64: 1287-91)

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CA prostatico: la prevenzione ? realt

22 Nov 2007 Nefrologia

Il tumore prostatico ? una delle principali cause oncologiche di mortalit? negli uomini del mondo occidentale, e bench? fattori di rischio quali et?, razza ed anamnesi familiare non possano essere controllato, sono in aumento le prove del fatto che possa trattarsi di una malattia prevenibile. Alcuni medicinali che consentono questa realt?, almeno in una certa misura, 10 anni fa non esistevano neppure, mentre oggi sono di uso comune. La prevenzione tumorale ? preferibile al rilevamento precoce seguito dal trattamento, soprattutto a livello di popolazione. Il tumore prostatico ? la neoplasia pi? comune nel sesso maschile, e sotto certi aspetti appartiene allo stesso processo di invecchiamento naturale: circa un terzo degli uomini presentano piccoli tumori maligni della prostata gi? al quarto decennio di vita, ed all’et? di 60 anni questi piccolo carcinomi si rilevano nel 60 percento degli uomini. Il rischio di mortalit? causato da questi tumori ? molto basso, e la principale causa di morte in questi pazienti sono le cardiopatie: con una tale discordanza fra i dati istologici e la mortalit?, vi ? un ampio rischio di sovradiagnosi e sovratrattamento. Gli interventi aggressivi per le patologie in fase precoce hanno migliorato la sopravvivenza complessiva, ma molti pazienti ricevono terapie non necessarie e pertanto devono affrontare effetti collaterali come disfunzioni sessuali e problemi urinari. (Cancer online 2007, pubblicato il 24/9)

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Calcolosi urinaria: polimorfismo gene recettore vitamina D aumenta il rischio

19 Ago 2007 Nefrologia

Un polimorfismo del gene per il recettore della vitamina D (Fok-1) ? associato ad alcuni aspetti dell’urolitiasi calcica. Esso pu? infatti svolgere un ruolo importante nella presentazione clinica dei pazienti con calcoli, soprattutto per quanto riguarda numero di episodi di calcolosi ed et? all’insorgenza (45 anni circa nei paziento omozigoti mutanti). Nei pazienti con genotipo Ff ed FF, ossia eterozigote o omozigote mutante e che presentano i maggiori livelli di calcio nelle urine della prima minzione al mattino, dovrebbero essere suggeriti cambiamenti intensivi dello stile di vita onde diminuire il rischio di ulteriori recidive della calcolosi. (BJU Int 2007; 99: 1534-8)

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