TIA e piccoli ictus: meno della met? dei pazienti libera da eventi dopo 10 anni

Solo circa la met? dei pazienti che va incontro ad un TIA o ad un ictus ischemico minore sopravvive 10 anni senza un altro ictus o evento vascolare. Questi dati implicano che possano ancora essere sviluppati ulteriori miglioramenti nella prevenzione secondaria a lungo termine delle malattie vascolari nei soggetti con ischemia cerebrale. Finora, gli esiti a lungo termine di un TIA o di un ictus minore non erano stati ancora ben definiti. Il rischio di nuovi eventi ? massimale tre anni dopo l’evento primario: ci? potrebbe essere dovuto ad un declino nella compliance alla terapia, o alla riduzione dell’attenzione verso i fattori correlati allo stile di vita. Potrebbe anche darsi che la placca instabile che ha causato l’evento primario divenga stabile, e che ulteriore attenzione allo stile di vita potrebbe rallentare il processo continuo dell’arteriosclerosi.

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Un batteriofago alla base della meningite?

18 Ago 2005 Neurologia

Un batteriofago potrebbe essere il fattore scatenante che spinge la comune e generalmente innocua Neisseria meningitidis ad invadere il flusso ematico, attraversare la barriera ematoencefalica e causare la meningite. Il batteriofago pertanto aumenta la capacit? del batterio di divenire patogeno. La grande maggioranza della patologia meningococcica in tutto il mondo ? causata da una ristretta minoranza di gruppi filogenetici iperinvasivi. Il trasporto dei determinanti di virulenza tramite i fagi non ? una situazione rara nei batteri patogeni: questo ? anche il caso di colera e difterite. I dati del presente studio potrebbero aiutare a studiare una strategia migliore per combattere la meningite cerebrospinale individuando i ceppi a maggior rischio di patogenicit

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Ictus: stimolazione magnetica migliora funzionalit? motoria

20 Giu 2005 Neurologia

La stimolazione magnetica transcranica ripetuta (rTMS) dell’emisfero cerebrale non colpito dei pazienti con ictus riduce il tempo di reazione e migliora la performance motoria.
Nel cervello sano, le cortecce di entrambi gli emisferi si inibiscono l’una con l’altra in misura simile, essenzialmente annullandosi a vicenda.
Quando il paziente va incontro ad ictus, l’emisfero colpito causa un’inibizione minore dell’emisfero sano, il che pertanto aumenta l’attivit? inibitoria dell’emisfero sano.
Se fosse possibile diminuire l’attivit? dell’emisfero sano, si potrebbe sollevare l’inibizione dell’emisfero colpito e migliorare la funzionalit? motoria.
Gli autori dello studio suppongono che con l’aumentare del numero di sessioni sia possibile incrementare la durata e l’entit? dell’effetto della rTMS, la cui efficacia ? stata comprovata.
Il prossimo passo sar? tentare di somministrare la rTMS per 10 giorni consecutivi, e testare poi la funzionalit? motoria del paziente.
(Neurology 2005; 64: 1802-4)

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Obesit? nella mezza et? aumenta rischio di demenza

L’obesit? nella mezza et? ? associata ad un aumento del rischio di demenza nel futuro.
Contrariamente ai dati degli studi cross-section, un recente studio retrospettivo ha rivelato questo tipo di rapporto fra le due patologie.
Il rapporto rilevato ? indipendente dalle caratteristiche sociodemografiche e dalle pi? comuni comorbidit? a carico del paziente.
La valutazione dell’obesit? prima dell’et? anziana pu? costituire una rappresentazione pi? accurata dell’adiposit? in quanto il rapporto fra massa magra e massa grassa cambia con l’invecchiamento, determinando una diminuzione dell’indice di massa corporea (BMI).
Futuri studi su obesit? e demenza dovrebbero prendere in considerazione la distribuzione dell’adiposit? ed il ruolo delle adipocitochine su struttura e funzionalit? del cervello.
Se i risultati del presente studio verranno confermati altrove, il trattamento dell’obesit? potrebbe forse ridurre il rischio di demenza.
(BMJ online 2005, pubblicato il 28/4)

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Marcatori infiammatori indicano infarti cerebrali silenti

28 Mag 2005 Neurologia

I livelli sierici di proteina C-reattiva ad elevata sensibilit? (hsCRP) ed IL-6 risultano elevati in pazienti con piccoli infarti cerebrali sii enti (581).
Il presente studio dimostra la correlazione fra marcatori infiammatori sierici e malattie microvascolari.
E’ altres? noto che ciascun marcatore ? indipendentemente correlato ad ictus e comparsa di demenza.
Gli 581 vengono spesso rilevati tramite RM in soggetti apparentemente sani a rischio cardiovascolare.
La correlazione di questi fenomeni con hsCRP ed IL-6 persiste dopo approssimazione per fattori di rischio cardiovascolari e spessore di intima e media carotidee.
Questi dati suggeriscono un ruolo per i processi infiammatori i nelle malattie microvascolari cerebrali.
(Stroke 2005; 36: 768-72)

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