Alzheimer: complesso CSF marcatore precoce

24 Nov 2008 Neurologia

I pazienti con deficit cognitivi che vanno dai lievi danni al morbo di Alzheimer in fase tardiva presentano un incremento nella concentrazione di un complesso proteico aberrante consistente in prostaglandina-d-sintasi e transtireina nel fluido cerebrospinale. Nonostante la mancanza di un chiaro meccanismo di formazione di queste proteine, la quantificazione di questo complesso potrebbe consentire l’identificazione dei soggetti con morbo di Alzheimer precocemente nel decorso della malattia, e con una sensibilit? del 100 percento ed una specificit? del 93 percento. Esso potrebbe costituire un utile strumento diagnostico nella pratica clinica. (Neurology 2008; 70: 2212-8)

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HDL basso associato a scarsa memoria

21 Ago 2008 Neurologia

Un basso livello di colesterolo HDL nella mezza et? ? associato ad una scarsa memoria, e potrebbe portare a demenza nelle fasi successive. Alcuni dati suggeriscono che la demenza stessa possa modificare i livelli lipidici, portando i soggetti che ne sono affetti a bassi livelli di colesterolo totale o LDL, e quindi l’esame degli effetti dei lipidi sulla cognizione dell’anziano potrebbe portare a risultati impuri. L’associazione fra livelli lipidici nella mezza et? e demenza in et? anziana appare robusta, bench? il livello lipidico preciso che potrebbe essere importante non ? chiaro. Alcuni studi hanno implicato elevati livelli di LDL o colesterolo totale, mentre altri hanno implicato bassi livelli di HDL. Il colesterolo HDL ? di importanza critica per la maturazione delle sinapsi ed il mantenimento della plasticit? delle sinapsi; esso pu? influenzare la formazione dell’amiloide, la componente principale delle placche proteiche rilevate nel cervello dei pazienti con morbo di Alzheimer. E’ stato anche dimostrato che bassi livelli di LDL sono associati ad un minor volume ippocampale. (Arterioscler Thromb Vasc Biol online 2008, pubblicato il 30/6)

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Parkinson: chiarito ruolo mutazioni PINK1

16 Ago 2008 Neurologia

Le mutazioni omozigoti PINK1 possono manifestarsi in forme ad insorgenza precoce autosomiche recessive di morbo di Parkinson, mentre le singole mutazioni eterozigoti dello stesso gene potrebbero svolgere un ruolo nello sviluppo delle forme sporadiche e predisporre a quelle familiari della malattia. Le mutazioni causali per le forme autosomiche recessive del morbo di Parkinson sono PARK2, PARK7 e PINK1. Le prime due sono le pi? frequenti, bench? la terza venga riportata spesso di recente. Non sono comunque stati effettuati abbastanza studi di grandi dimensioni per poter definire frequenza, distribuzione e caratteristiche cliniche della malattia associata a mutazioni PINK1. (Arch Neurol 2008; 65: 802-8)

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Calcioantagonisti proteggono dal Parkinson?

18 Lug 2008 Neurologia

Una delle pi? diffuse classi di antipertensivi, i calcioantagonisti, sembra ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Lo rivela uno studio che i ricercatori dell?Ospedale Universitario di Basilea hanno condotto confrontando i dati di 3.637 malati di Parkinson con quelli di altrettanti soggetti sani, molti dei quali erano in trattamento con farmaci per l?ipertensione. Se ACE inibitori, beta bloccanti, e antagonisti dell?angiotensina II non sono risultati correlati al morbo di Parkinson, ? emersa invece una chiara associazione tra la malattia e i calcioantagonisti. Chi li prendeva da tempo ? risultato in qualche modo protetto, con una riduzione del rischio di ammalarsi del 23 per cento; in particolare negli ultraottantenni. Non ? chiaro tuttavia il meccanismo del loro effetto neuroprotettivo, che va ulteriormente studiato e approfondito, prima che questi agenti possano entrare a far parte delle strategie preventive.
Fonte: Neurology, Published online before print February 6, 2008 (doi:10.1212/01.wnl.0000303818.38960.44)

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Parkinson: protettivo aumento urati plasmatici

Una dieta atta ad incrementare i livelli plasmatici di urati potrebbe ridurre il rischio di morbo di Parkinson nel sesso maschile. Questo potenziale beneficio, comunque, deve essere soppesato tenendo conto degli effetti collaterali di una simile dieta sul rischio di gotta ed altre malattie croniche. Numerosi dati indicano che i potenti effetti antiossidanti degli urati proteggano i neuroni dopaminergici, ma rimane ignoto se la dieta possa influenzare i livelli sierici di urati ed influenzare il rischio di morbo di Parkinson. Quanto recentemente rilevato comunque supporta la possibilit? di un effetto neuroprotettivo degli urati e dei loro precursori nella patogenesi del morbo di Parkinson, e suggerisce che la modulazione dietetica degli urati plasmatici possa svolgere un ruolo nella prevenzione e nel trattamento della malattia. (Am J Epidemiol 2008; 167: 831-8)

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Ictus pi? frequente nelle donne isolate

30 Giu 2008 Neurologia

L’isolamento sociale ? un forte fattore predittivo di ictus nelle donne a rischio. Bench? la correlazione fra malattie cardiovascolari e fattori psicosociali quali basso status socioeconomico, depressione e relazioni sociali sia largamente supportata dalla letteratura empirica, le associazioni specifiche fra fattori psicosociali ed incidenza delle malattie cerebrovascolari sono a raffronto piuttosto rare. Pochi medici prendono il tempo di interrogare i propri pazienti su caratteristiche psicosociali quali rapporti sociali o depressione. Non ? ancora noto il modo in cui uno stile di vita pi? isolato si traduca in un aumento del rischio di ictus nelle donne: potrebbero essere presenti maggiori fattori di rischio quali elevati livelli di ormoni da stress o ampie fluttuazioni della pressione (? stato dimostrato che il supporto sociale diminuisce la risposta pressoria allo stress), oppure l’isolamento potrebbe influenzare il comportamento in modi che incrementano il rischio, come ad esempio peggiorando l’aderenza alle terapie o diminuendo l’esercizio fisico. Lo studio di pi? donne isolate nel loro ambiente naturale per identificare questi fattori rappresenta probabilmente il prossimo passo. (Psychosomatic Med 2008; 70: 282-7)

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Parkinson associato a consumo di droghe

22 Giu 2008 Neurologia

E’ stata individuata una sindrome parkinsoniana distinta e persistente associata all’uso illecito di metcatinone per via endovenosa, ma piuttosto che la droga in s? ? probabilmente la soluzione a base di manganese usata nelle formulazioni della droga ad esserne responsabile. In base a quanto rilevato dalla RM nei soggetti che fanno uso di questo psicostimolante con susseguenti sintomi extrapiramidali, esso determina cambiamenti nel segnale dei gangli basali ed un elevato livello di manganese nel sangue. La fonte del manganese alla base degli effetti neurotossici risede probabilmente nel permanganato di potassio usato nel processo di ossidazione dell’efedrina per la formazione della droga. Conosciuto nelle strade della Russia come “efedrone”, questo psicostimolante era stato precedentemente associato a psicosi, ma non a parkinsonismo. (N Engl J Med. 2008; 358: 1009-17)

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Il colesterolo rischioso per placche carotidee

17 Giu 2008 Neurologia

Nei soggetti asintomatici con ispessimento delle pareti vasali, il livello di colesterolo ? fortemente associato alla presenza di un nucleo lipidico nella placca, e pertanto di vulnerabilit? alla rottura. La presenza di un nucleo lipidico, composto di depositi tissutali morti adiposi all’interno di una placca arteriosclerotica, pone la placca a rischio di causare un evento clinico negativo come un ictus se la placca si trova nella carotide, o un attacco cardiaco se si trova in una coronaria. Il presente studio suggerisce che il livello di colesterolo sia il pi? importante fattore di rischio di sviluppo di questa pericolosa caratteristica della placca. Ci? supporta la nozione secondo cui la riduzione del colesterolo prevenga la sua formazione e riduca il rischio di un evento clinico del genere. (Stroke 2008; 39: 329-35)

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Parkinson, rischio depressione per parenti

I parenti di primo grado di soggetti con morbo di Parkinson hanno il 50 percento delle probabilit? di sviluppare depressione o ansia, il che suggerisce che queste patologie psichiatriche possano condividere un legame genetico con il morbo di Parkinson, che ? comunque una patologia neurologica. I parenti di primo grado potrebbero condividere qualcos’altro oltre alle basi genetiche con i pazienti affetti, come ad esempio i fattori ambientali. Il legame fra queste patologie comunque non ? una novit?: esso era gi? stato dimostrato in passato, ed alcuni teorizzano che patologie neurologiche e psichiatriche facciano parte di uno stesso continuum. (Arch Gen Psychiatry. 2007; 64: 1385-92)

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L’esercizio che riabilita l’ictus

30 Mag 2008 Neurologia

Gli esercizi ripetitivi che simulano le funzioni quotidiane delle gambe possono migliorare la mobilit? dopo un ictus. Quest’ultimo ? ancora la causa principale di disabilit? neurologica a lungo termine negli adulti, ed in fase acuta circa la met? dei sopravvissuti rimane con gravi problemi funzionali. I risultati del presente studio sono significativi per le attivit? della vita quotidiana, ma non per la qualit? della vita o i parametri di danno, ma nono sono stati nemmeno riscontrati effetti collaterali. Non ? comunque chiaro se i vantaggi riscontrati nella mobilit? della gamba siano o meno permanenti. (Cochrane Database Syst Rev online 2007, pubblicato il 5/11)

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