Pepsinogeno e gastrina-17 marcatori di gastrite atrofica e tumore gastrico

7 Feb 2007 Oncologia

I livelli sierici di pepsinogeno e gastrina-17 possono essere utili nello screening di gastrite atrofica e tumore gastrico. Dato che i biomarcatori sierici sono utili nel rilevamento della gastrite atrofica e delle posizioni delle lesioni atrofiche (antro o corpo), ? possibile effettuare il test sierico nei pazienti ambulatoriali che possono essere affetti da tumore gastrico, in particolare nelle aree ad alto rischio di tumore gastrico. La sierodiagnosi pu? essere utilizzata come metodo di screening su vasta scala per via dei suoi ovvi vantaggi, quali comodit?, relativa economia e sicurezza. Se il paziente presenta sintomi di allarme, quali perdita di peso, melena o anemia, che suggeriscono tumori maligni dello stomaco o altre patologie gastrointestinali, andrebbe comunque praticata un’endoscopia senza previa misurazione dei biomarcatori sierici. (Chin J Dig Dis 2007; 8: 15-22)

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Sarcomi tessuti molli: metastasi polmonari trattabili con escissione chirurgica

6 Feb 2007 Oncologia

La resezione di sarcomi dei tessuti molli (STS) metastatici ai polmoni pu? essere effettuata con morbidit? e mortalit? molto limitate, e pu? risultare di fatto curativa. Bench? la resezione degli STS polmonari sia una procedura comune, non vi ? consenso su quali pazienti siano i migliori candidati per la procedura: il presente studio suggerisce che vale la pena operare qualsiasi paziente con metastasi polmonari a meno che non sussistano gravi comorbidit? o patologie metastatiche tecnicamente non resecabili. Nessuno dei pi? comuni fattori di rischio considerati, fra cui et?, sesso, grado tumorale, numero di lesioni metastatiche, coinvolgimento bilaterale, tipologia istologica, sito del tumore primario ed intervallo prima della comparsa delle metastasi, ha un effetto significativo sulla sopravvivenza. (Arch Surg 2007; 142: 70-5)

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Tumore prostatico localizzato: utile trattamento definitivo

28 Gen 2007 Oncologia
I tassi di sopravvivenza nei soggetti con tumore prostatico localizzato ? migliore con la chirurgia o la brachiterapia che con trattamenti non definitivi, anche fra gli uomini anziani. Il presente studio ? il primo a dimostrare un vantaggio della brachiterapia in questo senso, e conferma le precedenti indicazioni sulla chirurgia. Ci? nonostante, solo un numero ristretto di pazienti con questa patologia vanno incontro a decesso entro 10 anni, e sia la chirurgia che la brachiterapia sono procedure invasive con possibili effetti collaterali che permangono per tutta la vita. Fattori diversi dalla sopravvivenza, come rischi, effetti collaterali e qualit? della vita, gravano pesantemente sugli uomini che decidono di sottoporsi a trattamento per questi tumori che difficilmente li metterebbero in pericolo di vita. I pazienti sia giovani che anziani che decidono di sottoporsi ad un trattamento definitivo dovrebbero ricevere indicazioni sul fatto che sia la chirurgia che la brachiterapia sono ugualmente appropriate. (Cancer 2006; 107: 2392-400)

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Aglio e cipolla possono avere un effetto protettivo nei confronti dei tumori

27 Gen 2007 Oncologia
Le persone che assumono con la dieta aglio e cipolla sembrano avere un pi? basso rischio di tumore.

Ricercatori italiani hanno analizzato 8 studi effettuati in Italia ed in Svizzera, che hanno confrontato l?assunzione dei 2 vegetali agliacei in pazienti ed in soggetti sani ( controllo ).

I dati dell?analisi sono in linea con le conclusioni di altri studi, eseguiti soprattutto in Cina.

L?assunzione moderata di cipolla ? in grado di ridurre il rischio di tumori del colon-retto, della laringe e dell?ovaio.
Le persone che mangiano quantit? abbondanti di cipolle presentano anche una riduzione del rischio di tumori orali ed esofagei.

L?uso moderato di aglio ? risultato anche associato a pi? bassi rischi di tumore del colon-retto e del tumore a cellule renali.

L?effetto protettivo contro i tumori viene aumentato sensibilmente assumendo alte quantit? di cipolla e aglio, ad eccezione dei tumori della mammella e alla prostata per le alte quantit? di aglio.

Fonte: American Journal of Clinical Nutrition, 2006

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Carcinoma della prostata, le statine sembrano ridurne l?incidenza

4 Gen 2007 Oncologia

E? stato osservato che gli uomini che assumono farmaci che abbassano i livelli di colesterolo riducono anche il rischio di tumore della prostata.

Ricercatori del Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health hanno seguito 34.000 uomini per 10 anni.
Nessuno degli uomini presentava carcinoma prostatico all?inizio dello studio.

Gli uomini che assumevano le statine, farmaci che abbassano i livelli di colesterolo LDL, presentano un rischio dimezzato di andare incontro ad un tumore della prostata in fase avanzata ed un rischio ridotto ad un terzo di carcinoma prostatico metastatizzato, rispetto agli uomini che non facevano uso delle statine.

Il colesterolo ? un precursore del testosterone.

Il ruolo del colesterolo ? diventato particolarmente importante dopo che uno studio ha trovato che alti livelli di colesterolo negli uomini di razza nera erano associati ad una pi? alta incidenza ( 60% ) di carcinoma della prostata e ad una pi? alta mortalit? ( 50% ) rispetto ad altri gruppi etnici e razziali.

Fonte: American Association for Cancer Research ( AACR ), 2006

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Screening per il tumore del colon-retto: differenza tra uomini e donne

29 Dic 2006 Oncologia
Le lineeguida sullo screening del tumore del colon-retto dovrebbero essere riviste alla luce di uno studio clinico che ha dimostrato che i polipi nel colon, ritenuti essere i precursori del tumore intestinale, sono pi? comuni negli uomini che nelle donne.

I Ricercatori del Maria Sklodowska Curie Memorial Cancer Center a Varsavia, in Polonia, hanno analizzato i dati di 50.000 volontari di et? compresa tra 40 e 60 anni, sottoposti a screening per il tumore del colon.

Il 6% dei partecipanti di et? compresa tra 50 e 60 anni presentavano neoplasia in fase avanzata ( lesioni al colon o polipi ) contro il 3,4% dei partecipanti di et? compresa tra 40 e 49 anni.
Gli uomini presentavano un rischio di neoplasia avanzata aumentato ( 73% ) rispetto alle donne.

I Ricercatori hanno stimato che tra le persone di et? compresa tra 50 e 54 anni, su 17 uomini screenati c?era 1 caso di neoplasia avanzata, mentre nelle donne il rapporto era di 28 a 1.

I risultati di questo studio contrasta con le lineeguida dell?American Cancer Society che, invece, ritiene che il carcinoma del colon-retto sia comune per gli uomini e per le donne.
Inoltre, l?American Cancer Society consiglia alle persone di et? superiore ai 40 anni e con storia familiare della malattia di sottoporsi in modo regolare ad esami mediante colonscopia, mentre per i soggetti con un rischio medio l?esame dovrebbe essere eseguito ad intervalli regolari solo dopo i 50 anni.

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2006

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Il vino rosso pu? ridurre l?incidenza di tumore del colon e del retto

19 Dic 2006 Oncologia
Bere pi? di 3 bicchieri di vino rosso a settimana riduce l?incidenza di tumori del tratto intestinale di due terzi.
Il vino bianco non ha lo stesso effetto positivo del vino rosso.

Lo studio, compiuto da Ricercatori dello State University of New York a Stony Brook, negli Stati Uniti, ha interessato 1741 persone, tra le quali 245 bevitori di vino rosso e 115 di vino bianco, e 1381 non bevitori di vino.

L?incidenza di neoplasia colorettale, tumori e polipi, ? stata del 9.9% nei non bevitori e dell?8.8% in coloro che bevevano 3 o pi? bicchieri di vino rosso.
E? stata riscontrata una riduzione del 68% per i bevitori di vino rosso rispetto ai non bevitori.

Gli Autori attribuiscono gli effetti benefici del vino rosso alla presenza di Resveratrolo.

Il contenuto di Resveratrolo ? pi? elevato nel vino rosso che nel vino bianco, poich? la buccia dell?uva ? rimossa precocemente nel processo di fermentazione del vino bianco, a differenza del vino rosso.

Il Resveratrolo appartiene alla famiglia dei polifenoli.

Anche altre sostanze presenti nel vino rosso, o sostanze presenti nei barili di quercia in cui il vino invecchia, possono contribuire, assieme al Resveratrolo, alla prevenzione della neoplasia del colon e del retto.

Fonte: American College of Gastroenterology ( ACG ) ? Annual Scientific Meeting, 2006

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Il folato non sembra avere un ruolo protettivo nei confronti del tumore della pr

19 Dic 2006 Oncologia
E? stato ipotizzato che il folato sia inversamente associato al rischio di diversi tumori; tuttavia, esistono pochi dati riguardo all?effetto del folato sul tumore della prostata.

E? noto che la vitamina B6, la vitamina B12, la metionina e l?alcol possono influenzare il metabolismo correlato al folato.

Ricercatori del National Cancer Institute a Bethesda, negli Stati Uniti, e del National Public Health Institute ad Helsinki, in Finlandia, hanno verificato l?esistenza di associazioni tra fattori dietetici del metabolismo del carbonio 1 e rischio di carcinoma prostatico.

Per la ricerca sono stati utilizzati i dati dell?Alpha-Tocopherol Beta-Carotene Cancer Prevention Study.

La coorte esaminata era composta da 27.111 maschi fumatori, finnici, di et? compresa tra 50 e 69 anni.

A 1270 soggetti ? stato diagnosticato un tumore alla prostata tra il 1985 ed il 2002.

L?assunzione di vitamina B6 ? risultata inversamente associata al rischio di tumore alla prostata ( rischio relativo, RR, tra il pi? alto verso il pi? basso quintile = 0.88; p per trend = 0.045 ), mentre l?assunzione di vitamina B12 era associata ad un significativamente aumentato rischio ( RR = 1.36; p per trend = 0.01 ).

Nessuna associazione tra folato o assunzione di alcol e rischio di carcinoma prostatico ? stata osservata.

Gli Autori hanno dichiarato di non aver trovato alcuna convincente evidenza di un ruolo protettivo del metabolismo del carbonio 1 nei confronti del tumore della prostata, sebbene queste conclusioni riguardino solo i soggetti fumatori.

Weinstein SJ et al, Am J Clin Nutr 2006; 84: 929-935

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Carne rossa e tumori della mammella con recettori ormonali positivi

13 Dic 2006 Oncologia
La notizia. Un eccesso di carne rossa nella dieta ? un importante fattore di rischio per il tumore della mammella positivo per i recettori degli estrogeni e del progesterone nelle donne dai 26 ai 46 anni: ? la conclusione di uno studio pubblicato dagli Archives of Internal Medicine.

Lo studio. La correlazione tra alimentazione a base di carni rosse e insorgenza dei tumori della mammella ? tradizionalmente poco chiara, anche perch? i tumori della mammella differiscono tra loro notevolmente a seconda dello status dei recettori ormonali e sono poco numerosi gli studi epidemiologici che analizzano le opzioni dietetiche a fare le necessarie distinzioni. I ricercatori del Department of Medicine del Brigham and Women?s Hospital e della Harvard Medical School hanno analizzato i dati riguardanti 90.659 donne in fase premenopausale dai 26 ai 46 anni di et? partecipanti al Nurses?Health Study II. Il consumo di carne rossa ? stato misurato mediante questionari sui regimi alimentari sottoposti alle pazienti ogni 4 anni. Dopo 12 anni di follow-up, i casi registrati di carcinoma invasivo della mammella sono stati 1021. Il consumo di carni rosse ? risultato fortemente correlato alla maggiore incidenza di tumore della mammella positivo per i recettori degli estrogeni e del progesterone, ma non all?incidenza di tumore della mammella negativo per i recettori degli estrogeni e del progesterone. Un consumo di pi? di 5 porzioni di carne rossa a settimana comporta per le donne in giovane et? un rischio quasi doppio di sviluppare un tumore della mammella positivo per i recettori degli estrogeni e del progesterone.

Le ipotesi. Sono numerosi i meccanismi che possono spiegare questa associazione positiva: il consumo di carne entra in qualche modo nel quadro ormonale alterandolo, la cottura della carne rossa sviluppa sostanze cancerogene, la carne rossa ? una fonte significativa di ferro eme, una forma di ferro altamente biodisponibile che numerosi studi hanno correlato all?insorgenza di tumori, o infine il consumo di grassi animali, presenti in gran quantit? nella carne rossa, notoriamente legato all?insorgenza di vari tumori. Quello che ? sicuro ? che la scoperta dei ricercatori di Boston avr? importanti conseguenze sulle strategie di prevenzione oncologica nella popolazione delle donne in giovane et?.

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Tumore del colon: valutazione complessiva necessaria nei pazienti pi? giovani

9 Dic 2006 Oncologia
Nei pazienti di et? compresa fra 50 e 64 anni, andrebbe condotta una valutazione approfondita per stabilire la necessit? dello screening del tumore del colon. I pazienti pi? giovani con uno stato di salute scadente ed un elevato rischio di mortalit? da altre malattie hanno meno possibilit? di beneficiare dallo screening del tumore del colon in termini di sopravvivenza, ma lo ricevono con una certa frequenza: ogni potenziale beneficio andrebbe soppesato alla luce dei danni potenzialmente derivanti dallo stesso screening in questi pazienti. Se un soggetto non ? candidato allo screening, dovrebbe essere disponibile un meccanismo che consenta al medico di non offrirglielo senza essere penalizzato. Gli studi futuri dovrebbero essere focalizzati sullo sviluppo di appropriati strumenti decisionali atti a ridurre le prescrizioni di screening potenzialmente inappropriate nei pazienti con malattie croniche. (Arch Intern Med. 2006; 166: 2209-14)

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