La malattia di La Peyronie pu? compromettere la vita sessuale del maschio. Diagnosi e cure
di Giuseppe La Pera
La malattia deve il suo nome a Fran?ois Gigot de La Peyronie chirurgo francese alla Corte del Re Sole che la descrisse nel 1643.
Che cosa ??
Per la Peyronie o “Induratio Penis Plastica” s’intende una malattia nella quale si formano dei noduli dentro il pene che determinano dolore all’erezione e deviazione dell’asse. In altre parole il pene durante l’erezione ? storto (anche di 60-90 gradi: penetrazione scomoda e in alcuni casi impossibile). Non ? una malattia infettiva a trasmissione sessuale ma la conseguenza della formazione di una cicatrice sulla guaina che avvolge i corpi cavernosi al di sotto della pelle. Il pene non potendo distendersi in tutta la sua lunghezza si accorcia ed in alcuni casi il processo infiammatorio ingloba le arterie dell’erezione con conseguente impotenza.
Chi colpisce?
La malattia ? apparentemente rara perch? esiste ancora un certa ritrosia da parte degli uomini a farsi visitare e a riferire tempestivamente al proprio medico. In uno studio che ho condotto con l’Istituto Superiore di Sanit? in tutta Italia la prevalenza di questa malattia nella fascia di et? compresa tra i 50 ed i 69 anni ? del 7%. Prima dei 40 anni ? molto rara e prima di questa et? va differenziata dalla deviazione congenita che colpisce i giovani maschi per un asimmetrico sviluppo del pene e non per un processo infiammatorio.
A cosa ? dovuta?
Si sa solo che tutto parte da un processo infiammatorio che determina una cicatrice. In individui predisposti si presuppone un ruolo dei ripetuti microtraumatismi del pene durante il coito. Possibile anche una genesi autoimmunitaria forse legata a particolari assetti cromosomici. In realt? i meccanismi che presiedono la genesi della malattia di La Peyronie non sono ancora del tutto chiari. Recentemente in una ricerca che ho eseguito in tutta Italia, ho messo in evidenzia che la malattia ? pi? frequente tra i fumatori con un rischio ben 5 volte superiore alla popolazione generale.
Cosa fare?
Andare dall’Andrologo. E’ molto importante perch? lo scopo della terapia medica ? di ridurre il pi? possibile la formazione della cicatrice e questo si pu? fare solo nei primi 3, massimo 6 mesi. Una volta che la cicatrice si ? formata ? molto difficile se non impossibile contrastarne gli effetti.
Gli strumenti diagnostici
Di solito vengono chieste al paziente delle fotografie del pene in erezione per dare modo al medico di accertare l’effettivo grado di incurvamento. Le tecniche che permettono invece di studiare meglio la lesione sono l’ecografia del pene in erezione dopo una puntura a base di prostaglandina, farmaco vasodilatatore che determina un’erezione.
1 – Terapia medica
Va effettuata entro 3-6 mesi dall’inizio della sintomatologia dolorosa o della comparsa dei noduli. Non vi sono in commercio prodotti sicuramente efficaci: le cure mediche si basano solo su prove empiriche.
Nell’armamentario degli andrologi ci sono la vitamina E, gli antinfiammatori e un farmaco non in commercio in Italia ma molto usato in Germania, che si chiama Potaba. L’efficacia di queste terapie ? molto incerta. Vi ? anche una modalit? di somministrazione dei farmaci attraverso la ionoforesi, che consente di concentrare in un unico punto una quantit? di farmaco maggiore: sembrerebbe avere una qualche efficacia, almeno sul dolore e sulla consistenza del nodulo. La modalit? ? quella che usano gli sportivi quando si fanno male o chi ha patologie osteoarticolari. Si utilizzano delle placche attraverso le quali passa una corrente a bassa intensit? che consente al farmaco di essere veicolato solo in quel punto. La somministrare dei farmaci attraverso una puntura diretta sul pene, una volta assai diffusa, ? oggi tendenzialmente abbandonata perch? la puntura, oltre a provocare dolore, pu? determinare la formazione di una nuova cicatrice.
2 – Terapia fisica
Si basa sul laser. Anche questo, se effettuato nei primi mesi dall’insorgenza, pu? avere una certa efficacia. Si stanno sperimentando le onde d’urto, ma oltre ad essere ancora una terapia sperimentale, i pazienti che, negli Usa l’hanno sperimentata, ne hanno avuto scarso beneficio.
3 – Terapia chirurgica
Si potrebbe essere tentati di storcere il naso ma va ricordato che si tratta di persone che hanno una grave invalidit? e che molto spesso non hanno, a causa di questa malattia, rapporti sessuali. La terapia chirurgica ? perci? la sola chance per tornare ad avere rapporti sessuali soddisfacenti ed una relazione di coppia. Anche per le terapie chirurgiche vi sono molte tecniche e a scopo esemplificativo se ne riportano tre tipi che vanno scelti in base al singolo paziente, in quanto ogni tecnica ha i suoi vantaggi e svantaggi e non esiste un intervento ideale.
Il primo intervento si chiama intervento di Nesbit. Sebbene esistano numerose varianti, la tecnica consiste nel correggere la curvatura facendo una sutura dalla parte opposta alla deviazione. E’ una tecnica abbastanza semplice ma pu? comportare in alcuni casi un accorciamento del pene che non sempre ? tollerabile. Il vantaggio sta nella semplicit? e nel fatto che i rischi di impotenza sono molto molto bassi.
La chirurgia della placca ? l’intervento che d? un migliore effetto cosmetico e consente di recuperare la lunghezza del pene ma ha il rischio di provocare l’impotenza, evento che tutti vorrebbero scongiurare. Tanto che oggi si pratica la contemporanea apposizione di due tubicini di silicone soffice per sostenere meglio il pene durante l’erezione.
Infine la terza possibilit? ? quella di impiantare una protesi del pene ma questo intervento in genere viene riservato ai casi in cui, oltre alla deviazione, ? presente anche una impotenza.
Stile di vita
Si consiglia l’abolizione del fumo perch? implicato con i radicali liberi nella formazione della cicatrice. L’alimentazione deve prevedere prodotti che contengono vitamine E. Ad esempio i pomodori.