LLA: peggiori esiti nei Down

I pazienti con sindrome di Down che sviluppano leucemie linfoblastiche acute (LLA) ottengono risultati peggiori dal trattamento rispetto a coloro che non riportano questa anomalia genetica. La LLA ? di fatto curabile nei bambini con sindrome di Down, ma per ottenere ci? il bambino deve essere seguito in centri molto esperti nel trattamento della malattia. E’ necessario affinare i programmi terapeutici onde ottenere un equilibrio fra efficacia e potenziale tossicit?: il bambino con sindrome di Down ? un paziente costituzionalmente immunodeficiente, ed ? necessario prestare molta attenzione nel causare un’ulteriore immunodeficienza con la chemioterapia, in quanto ci? potrebbe risultare troppo per sopravvivere alle infezioni. Maggiori divengono le conoscenze sulla LLA e la specificit? della sindrome di Down, pi? si potr? imparare su quali farmaci usare con cautela, e durante quale fase del trattamento. (Cancer 2008; 113: 515-21)

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Vaccini ed autismo: nessun legame

Non sussiste alcuna correlazione fra il vaccino MMR ed i disordini nello spettro dell’autismo con disturbi gastrointestinali. Si tratta di una questione molto controversa, ma almeno per quanto riguarda questo vaccino non sembra sussistere alcun legame. Il sistema di sicurezza vaccinale ? molto estensivo ed il vaccino MMR ? in uso ormai da molto tempo: nel contesto delle malattie che esso consente di prevenire, la sua importanza non ? in discussione. I dati a cui si ? addivenuti per? riguardano con certezza solo il vaccino MMR, e non assicurano nulla sugli altri vaccini ne’ sugli altri fattori collegati all’autismo. (PloS One online 2008, pubblicato il 4/9/2008)

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Irradiazione prostata e rischio di ca del colon

A seguito di una radioterapia esterna per tumore prostatico si osserva un aumento del rischio di tumori del colon. Il rischio di nuove neoplasie dopo la radioterapia, per quanto probabilmente limitato, deve essere comunque attentamente monitorato. In base a quanto rilevato, il rischio risulta aumentato per le neoplasie del colon, ma non per quelle rettali, e rimane elevato per un periodo compreso fra cinque e nove anni dalla diagnosi iniziale. Questo effetto collaterale potenzialmente grave della radioterapia andrebbe ponderato a fronte dei benefici da essa attesi sul controllo locale della neoplasia. (Int J Cancer 2008; 123: 1141-5)

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Esercitare la memoria allontana la demenza

27 Gen 2009 Geriatria

Negli anziani con indebolimento soggettivo della memoria ma non dementi, un programma di sei mesi di attivit? fisica determina un modesto ma duraturo miglioramento della funzionalit? cognitiva. Il beneficio permane anche per 12 mesi dopo il termine dell’attivit? fisica. Questo risultato ? tanto pi? interessante in quanto ottenuto con un aumento soltanto lieve dell’attivit? fisica, valutato in termini di 142 minuti extra alla settimana, o 20 al giorno. L’esercizio ed altri fattori relativi allo stile di vita possono influenzare il rischio vascolare e la salute cerebrale in et? avanzata. Oltre agli approcci medici tradizionali alla prevenzione di questi problemi, anche fattori sociali possono contribuirvi in modo significativo: fra questi figurano educazione universale, assistenza medica, ambienti idonei, nutrizione adeguata, esercizio abituale ed opportunit? di interazioni sociali per tutta la durata della vita. (JAMA. 2008; 300: 1027-37 e 1077-9

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Fibrillazione e ictus: manca l’anticoagulazione

26 Gen 2009 Cardiologia

Fra i pazienti ad alto rischio con fibrillazione atriale ricoverati in ospedale per ictus, la maggior parte non assume alcuna terapia anticoagulante e non risulta in range subterapeutico per quest’ultima. Ci? dovrebbe incoraggiare maggiori sforzi verso la prescrizione ed il monitoraggio della terapia antitrombotica per la prevenzione dell’ictus nei soggetti con fibrillazione atriale. Va comunque ricordato che tali terapie potrebbero non essere sicure negli anziani per via del rischio emorragico, che i vantaggi osservati negli studi clinici potrebbero non riflettersi nella pratica clinica di routine e che il controllo terapeutico di questi farmaci potrebbe non essere facile. Diversi di questi problemi possono comunque essere aggirati con semplicit?. (Stroke online 2008, pubblicato il 28/8)

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Allergie e patch test: utile ritardare la lettura

25 Gen 2009 Immunologia

La lettura di un patch test allergico dopo i cinque giorni canonici potrebbe identificare alcune allergie non rilevate dalle letture precedenti. Le letture ritardate infatti risultano utili nell’interpretazione delle reazioni a metalli ed antibiotici topici. Questa strategia potrebbe inoltre escludere le reazioni verso alcuni allergeni quali le fragranze. Sarebbe comunque opportuno aggiungere una seconda lettura dopo sette giorni anzich? effettuare solo questa saltando completamente quella dopo cinque, in quanto se si attende troppo alcune reazioni potrebbero dissiparsi, come quelle ad alcuni allergeni derivanti da conservanti e fragranze. (J Am Acad Dermatol 2008; 59: 225-33)

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Tumori prostatici: rischiosa l’ipercalcemia

24 Gen 2009 Oncologia

Elevati livelli sierici di calcio potrebbero aumentare il rischio di tumori prostatici fatali: se ci? venisse confermato, potrebbe essere possibile ridurre tale rischio tramite farmaci ipocalcemizzante o PTH. Gli altri fattori di rischio di tumore prostatico, come storia familiare, et? o razza, non possono essere alterati, e per la prima volta ne ? stato identificato uno modificabile. Esso potrebbe offrire anche un semplice mezzo per individuare i soggetti ad alto rischio, ma comunque va ricordato che vi ? scarsa correlazione il calcio nel sangue e quello assunto con la dieta, e quindi non ? necessario ridurre l’assunzione ordinaria di calcio con i cibi. (Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2008; 17: 2302-5)

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Parkinson: modificare DBS favorisce deambulazione

23 Gen 2009 Neurologia

Sono stati riportati buoni risultati con la stimolazione cerebrale profonda del nucleo subtalamico (STN-DBS) a 60 Hz e 30 volt in luogo di 130 Hz e 3 volts nei pazienti con morbo di Parkinson che sviluppano gravi disordini della deambulazione. E’ stato dimostrato che l’incremento del voltaggio ad una frequenza fissa di 130 Hz ha un effetto deleterio sulla deambulazione nei pazienti con morbo di Parkinson che gi? ne lamentano la compromissione dopo diversi anni di STN-DBS, e che la riduzione della frequenza mantenendo invariati i livelli energetici somministrati ha invece un effetto positivo: i maggiori benefici sugli episodi di “blocco” si hanno con una frequenza di 60 Hz ad alto voltaggio. La DBS migliora i sintomi motori, ma vi sono alcuni sintomi, quali le difficolt? di fonazione e deambulazione o i deficit cognitivi, sembrano non rispondere o anche deteriorarsi in alcuni casi. E’ necessario ottimizzare i settaggi onde massimizzare i benefici, come di solito il controllo dei sintomi motori quali rigidit?, tremori e discinesie, e minimizzare gli effetti collaterali, come le difficolt? di fonazione ed equilibrio, a volte gli sbalzi d’umore ed altri ancora. Occasionalmente, ? necessario compromettere una funzione per salvaguardarne un’altra, come ad esempio nel caso della fonazione per il controllo dei tremori, ma con il piazzamento appropriato degli elettrodi questa potrebbe essere fortunatamente pi? l’eccezione che la regola. (Neurology 2008; 71: 76-7 e 80-4)

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Una nuova opportunit? contro l’osteoporosi

Sanofi-aventis annuncia che dal primo settembre 2008 ? regolarmente in vendita Optinate 75 mg una nuova formulazione di risedronato per il trattamento dell’osteoporosi in donne in post menopausa ad aumentato rischio di fratture. Optinate 75 mg, 1 cpr per due giorni consecutivi al mese, offre un’ulteriore possibilit? di personalizzare lo schema posologico in funzione delle preferenze della paziente, potendo cos? contribuire a migliorare l’aderenza e quindi l’efficacia del trattamento. La nuova formulazione consente di rispondere alle esigenze delle pazienti che desiderano assumere il farmaco a cadenza mensile, senza rinunciare alla rapidit? e all’efficacia antifratturativa di risedronato dimostrate non solo sulle fratture vertebrali, ma anche su quelle non vertebrali e di femore. Optinate 75 mg ha dimostrato negli studi registrativi un’efficacia sovrapponibile alla formulazione giornaliera (5mg) nell’incrementare la BMD a livello vertebrale e femorale e nel ridurre i marker del turnover osseo con un profilo di tollerabilit? pressoch? identico. La prescrizione di Optinate 75 mg non comporta alcun aggravio di costi rispetto a Optinate 35 mg e consente un risparmio nei confronti di altre formulazioni mensili.

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Pregi degli OMEGA-3

Basta una pillola al giorno di questi acidi grassi polinsaturi, presenti naturalmente nel pesce e in altri alimenti, per ridurre mortalit? e ricoveri in ospedale dei pazienti con insufficienza cardiaca. Queste le conclusioni di un lavoro firmato da un gruppo di scienziati italiani e pubblicato sull’edizione online della prestigiosa rivista ‘Lancet’, presentato all’Esc (European Society of Cardiology) in corso a Monaco. Luigi Tavazzi, del Centro di ricerca Anmco di Firenze, e Gianni Tognoni dell’Istituto Mario Negri di Milano, insieme a colleghi di tutta Italia hanno condotto un trial randomizzato e controllato coinvolgendo ben 357 centri cardiologici della Penisola, che seguono pazienti con insufficienza cardiaca cronica.

I quasi 7.000 pazienti arruolati nella ricerca sono stati divisi in due maxi-gruppi: il primo (3.494 persone) ha assunto una capsula al giorno di Omega-3, l’altro (3.481) un placebo. Nel corso dello studio sono morti 955 pazienti del gruppo in cura con Omega-3 (il 27%), contro 1.014 malati del secondo (29%). Questo vuol dire che fra i primi ? stata riscontrata una riduzione del rischio pari al 9%. Non solo, pi? pazienti in cura sotto placebo sono stati ricoverati in ospedale o sono morti per cause cardiovascolari rispetto agli altri: in questo caso la riduzione del rischio ? stata dell’8% nel gruppo in cura con le pillole di Omega-3. E quanto agli effetti collaterali? Il 3% dei pazienti di entrambi i gruppi, dicono gli studiosi, ha lamentato disordini gastrointestinali. “Il nostro studio – concludono i ricercatori italiani – mostra che la somministrazione a lungo termine di un grammo al giorno di Omega-3 si ? rivelata efficace sia per ridurre la mortalit? per tutte le cause di questi pazienti, sia per limitare i ricoveri in ospedale per problemi cardiovascolari”. Insomma, per quanto riguarda gli ormai celebri acidi grassi polinsaturi, “i benefici osservati in altre popolazioni si confermano anche per le persone con insufficienza cardiaca”, commenta Gregg Fonarow dell’Ahmanson-Ucls Cardiomiopathy Center di Los Angeles, in un commento che accompagna l’articolo.

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