La notte ? insonne?

Insonnia da cellulare: ? la nuova sindrome, la prima del 2008. Non possiamo fare a meno di usarli, ma per loro il momento ? pessimo. Dopo le ricerche che aumentano i sospetti di un legame tra telefonini e tumori cerebrali e gli allarmi per le pericolose interferenze con gli strumenti di navigazione dei jet, adesso uno studio li mette sotto accusa per una serie di effetti a catena sulla salute, la psiche e l?umore, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, il ?target? pi? appetitoso dei produttori.

Dice una ricerca del Karolinska Institute e dell?universit? di Uppsala, in Svezia, insieme con la Wayne State University in Michigan, Usa, che le radiazioni dalle querule scatolette di cui siamo schiavi ritardano e riducono il sonno profondo, causando emicranie e stress. Non soltanto: possono generare anche stati di confusione e di depressione, oltre ai tanti sintomi dell?ADHD, la malattia che continua a diffondersi tra le nuove generazioni e che comprende un mix di iperattivismo, incapacit? di concentrazione e mediocrissime prestazioni cognitive.

Lo studio – sembra incredibile – ? stato finanziato dal ?Mobile Manufacturers Forum?, l?associazione internazionale che raccoglie alcuni dei maggiori marchi di cellulari, che ora minimizza le clamorose scoperte. ?I risultati – ha fatto sapere dopo la pubblicazione sulla rivista del Mit di Boston ?Progress in Electromagnetics Research Symposium? – sono in realt? non conclusivi?. Gli scienziati, per?, la pensano diversamente. Per loro i dati sono chiari e le conclusioni nette.

?Ci sono prove pi? che sufficienti per mostrare che viene influenzato il sonno profondo?, ha dichiarato il team svedese-americano. Le ?cavie? sono stati 35 uomini e 36 donne, di et? tra i 18 e i 45 anni: alcuni sono stati esposti a radiazioni simili a quelle emanate da un telefonino e altri, invece, a ?false? emissioni. Second Bengt Arnetz, che ha coordinato le analisi, ?le evidenze raccolte in laboratorio sono realistiche: suggeriscono che hanno effetti misurabili sul cervello?.

In particolare – ha scritto – le radiazioni possono attivare (o iperattivare) i circuiti legati allo stress, ?rendendo le persone pi? nervose e sveglie, e quindi diminuendo la capacit? di rilassarsi e addormentarsi?.

E? anche significativo che met? degli individui coinvolti nei test si sia dichiarato ?elettrosensitivo?: quando usa il cellulare, si sente fisicamente male, con attacchi di mal di testa e livelli di attenzione in caduta. Le lamentele hanno bisogno di approfondimenti adeguati, ma ? probabile che anche l?elettrosensitivit? entrer? presto nella lista delle grandi sindromi del XXI secolo

 338 total views

Fibrillazione atriale cronica: trattamento con Digitale + beta-bloccante, o calc

12 Feb 2008 Cardiologia

Due Ricercatori del Royal Hallamshire Hospital di Sheffield in Gran Bretagna, hanno compiuto una revisione di studi clinici riguardanti il controllo della frequenza ventricolare nei pazienti con fibrillazione atriale permanente.

Sono stati esaminati 57 studi, di cui 25 controllati, in doppio cieco e randomizzati, che avevano valutato la Digossina, i beta-bloccanti, i calcioantagonisti, e le combinazioni, nel controllo della frequenza ventricolare.

E? stato osservato che la monoterapia con beta-bloccanti era in grado di meglio controllare la frequenza a riposo, rispetto alla sola Diossina, in 1 studio su 10, mentre in 4 studi i beta-bloccanti hanno migliorato il controllo della frequenza durante sforzo.
Negli altri 6 studi, l?impiego dei beta-bloccanti da soli non ha migliorato la capacit? d?esercizio.

Diversi studi hanno dimostrato che la combinazione tra beta-bloccante e Digossina ha prodotto pi? significativi miglioramenti nel controllo della frequenza a riposo e durante sforzo, rispetto alla sola Digossina.
Non ben definito ? stato l?effetto riguardo alla capacit? d?esercizio.

In 5 studi il calcioantagonista Diltiazem ( Tildiem ) ha prodotto un miglior controllo della frequenza durante sforzo, rispetto alla Digossina, ma non a riposo, e non ha modificato la capacit? d?esercizio.

La maggior parte degli 11 studi, che hanno valutato la combinazione di Diltiazem e Digossina, hanno mostrato un miglior controllo della frequenza a riposo e durante esercizio, rispetto alla sola Digossina. Due studi hanno mostrato che la combinazione migliora la tolleranza all?esercizio.

Risultati simili sono stati osservati con il calcioantagonista Verapamil ( Isoptin ) in monoterapia, rispetto alla Digossina.
La tolleranza all?esercizio ? migliorata con il Verapamil in 2 studi su 3.

La combinazione di Verapamil e Digossina ha migliorato il controllo della frequenza a riposo e durante esercizio, rispetto alla sola Digossina; tuttavia la tolleranza all?esercizio non ? migliorata in modo consistente.

L?uso dei calcioantagonisti, Diltiazem e Verapamil, ? limitato dagli effetti inotropi negativi.

Secondo gli Autori, la combinazione di Digitale + beta-bloccante, o eventualmente calcioantagonista, dovrebbe rappresentare la prima scelta nel trattamento della fibrillazione atriale cronica.
Fonte: British Medical Journal, 2007

 1,405 total views

Il 30% dei pazienti con fibrillazione atriale persistente trattati con Amiodaron

Molti tra i pazienti che ricevono terapia antiaritmica a base di Amiodarone sono uomini.
Il rischio a lungo termine di disfunzione tiroidea indotta dall?Amiodarone non ? mai stato analizzato in maniera sistematica e prospettica in questi pazienti.

Lo scopo dello studio, coordinato da Ricercatori del West Los Angeles Veterans Affairs Medical Center a Los Angeles, era di determinare la diffusione delle disfunzioni tiroidee indotte dall?Amiodarone in un?ampia coorte di pazienti di sesso maschile.

Il sottostudio dello studio SAFE-T ha valutato l?Amiodarone ( Cordarone ), Sotalolo ( Sotalex ) e placebo per fibrillazione atriale persistente.
Per gli scopi di questo studio secondario, il gruppo Sotalolo e placebo sono stati riuniti in un gruppo controllo.
Sono stati eseguiti test seriali sulla funzionalit? tiroidea per 1-4.5 anni.
Allo studio hanno preso parte 612 pazienti sui 665 arruolati nello studio SAFE.

Ipotiroidismo subclinico, livello di ormone tireostimolante ( TSH ) compreso tra 4,5 e 10 mU/L, ? stato osservato nel 25,8% dei pazienti trattati con Amiodarone e solo nel 6,6% dei controlli ( P<0,0001 ). Ipotiroidismo conclamato con livelli di TSH maggiori di 10 mU/L, ? stato riscontrato solo nel 5,0% dei pazienti trattati con Amiodarone e solo nello 0,3% dei controlli ( P<0,001 ). Il 93,8% dei pazienti in terapia con Amiodarone che hanno mostrato innalzamento dei valori di TSH sopra 10 mU/L sono stati individuati entro i primi 6 mesi. Si ? verificato un trend verso una maggior proporzione di ipertiroidismo, definita come un livello di TSA inferiore a 0,35 mU/L nel gruppo Amiodarone rispetto al gruppo controllo ( 5,3% vs 2,4%, P=0,07 ). Lo studio ha mostrato l?insorgenza di ipotiroidismo nel 30,8% dei pazienti maschi anziani trattati con Amiodarone e solo nel 6,9% dei controlli.
L?ipotiroidismo si ? manifestato nelle fasi iniziali del trattamento.
Il 5,3% dei pazienti trattati con Amiodarone ha manifestato ipertiroidismo, ma si ? trattato di casi subclinici in tutti i pazienti ad eccezione di uno

Batcher EL et al, Am J Med 2007; 120: 880-885

 521 total views

TUMORI: VESCICA, SI PUO’ PREVEDERE

10 Feb 2008 Oncologia

ANSA) – GENOVA, 24 GEN – Combinazioni geniche possono predire se un tumore della vescica andra’ o no incontro alla recidiva dopo l’asportazione per via endoscopica. Uno studio dell’Ist ha individuato una combinazione di 38 geni presenti quasi solamente nei tumori che hanno recidivato dopo breve tempo. I risultati dello studio saranno presentati al Congresso Americano di Urologia e dovranno essere confermati su numeri piu’ grandi di pazienti. Rappresentano tuttavia un progresso nel trattamento di questo tipo di tumori.

 547 total views

Parkinson: bere te’ nero riduce rischio

Singapore, 24 gen. (Adnkronos Salute/Dpa) – Ventitr? tazze di t? nero al mese per ridurre del 71% il rischio di ammalarsi di Parkinson. E’ la ‘ricetta’ di un gruppo di scienziati di Singapore, che in uno studio su 63 mila uomini e donne cinesi, di et? compresa fra i 45 e i 74 anni e residenti nella citt?-stato, hanno evidenziato un effetto ‘scudo’ della bevanda pi? amata dagli anglosassoni contro la malattia neurodegenerativa oggi incurabile.

La ricerca, riportata sul quotidiano locale ‘The Straits Times’, porta la firma di un’equipe della Loo Lin School of Medicine e del National Neuroscience Institute di Singapore. Gli studiosi escludono che l’azione anti-Parkinson del t? nero possa essere legata all’alto contenuto di caffeina.

Il merito, ritengono, va invece agli enzimi racchiusi nella bevanda, che aiutano a proteggere i neuroni colpiti dalla grave patologia. Il sogno nel cassetto degli esperti ? ambizioso: “Nei prossimi anni – spiega Koh Woon-Puay, uno degli autori – speriamo di poter disporre di un farmaco sviluppato a partire dagli estratti di t? nero”. Pillole di t?, dunque, per battere sul tempo il Parkinson.

 493 total views

Ridotto rischio di tumore dell?ovaio con la dieta a basso contenuto di grassi

8 Feb 2008 Oncologia

Una dieta a basso contenuto in grassi pu? ridurre il rischio di carcinoma ovarico nelle donne sane in postmenopausa, sulla base dei risultati del Women?s Health Initiative ( WHI ) Dietary Modification Trial.

I Ricercatori hanno riscontrato che dopo 4 anni, le donne che hanno ridotto la quantit? di grassi nella dieta presentavano un rischio, ridotto del 40%, di sviluppare carcinoma ovarico, rispetto alle donne che hanno seguito una dieta normale.

I benefici dell?intervento di cambiamento dietetico, richiedono diversi anni prima di diventare evidenti.

Il tumore dell?ovaio colpisce quasi 1 donna su 60 negli Stati Uniti, nel corso della vita, ed ? associato ad alta mortalit?.

Lo studio WHI Dietary Modification ha coinvolto 48.835 donne sane in postmenopausa, che sono state seguite in media per 8,1 anni, con l?obiettivo di verificare se una dieta a basso contenuto di grassi fosse in grado di ridurre il rischio di tumore e di malattia cardiovascolare.

Quasi 20.000 donne nel gruppo d?intervento hanno ricevuto il supporto del counseling con l?obiettivo di ridurre l?assunzione di grassi, pari al 20% delle calorie, e di sostituire le calorie fornite dai grassi con quelle di vegetali, frutta e grano.
Il gruppo controllo, costituito da quasi 30.000 donne, ha ricevuto solamente materiale educazionale sulla dieta da seguire.

Le donne in entrambi i gruppi, all?inizio dello studio, assumevano, in media, pi? del 35% delle calorie dai grassi.

Alla fine del primo anno, nel gruppo dieta a basso contenuto di grassi, in media, il 24% delle calorie proveniva dal grasso ( circa l?11% meno rispetto alle donne nel gruppo dieta normale ).

Al termine dello studio, nelle donne nel gruppo dieta a basso contenuto di grassi, il 29% delle calorie, in media, proveniva dal grasso, rispetto al 37% nel gruppo dieta normale.

Le donne nel gruppo dieta a basso contenuto di grassi ha aumentato il consumo dei vegetali, frutta e cereali.

I Ricercatori hanno osservato che le donne, che all?inizio dello studio avevano la pi? alta assunzione di grasso con la dieta e che hanno ridotto l?assunzione nel corso dello studio, presentavano un rischio di tumore dell?ovaio pi? basso.
Inoltre, sebbene nessun effetto sia stato riscontrato nell?incidenza di tumore endometriale, i nuovi risultati hanno indicato una piccola riduzione nel rischio generale di tumore tra le donne che hanno assunto meno grassi con la dieta ( dato statisticamente non significativo ).

Lo studio sulla dieta a basso contenuto di grassi, ? uno degli studi clinici randomizzati, di cui si compone il Women?s Health Initiative.
Due studi sono stati disegnati per chiarire il ruolo della terapia ormonale ( Estrogeno + Progestinico, Estrogeno da solo ). Entrambi gli studi sono stati interrotti prima della loro naturale conclusione, a causa dell?aumentato rischio di ictus, trombosi, e tumore della mammella. Nei due studi non ? stata riscontrata riduzione del rischio di malattia cardiaca.
Un altro studio ha esaminato gli effetti della supplementazione a base di Calcio e di Vitamina D sulle fratture ossee correlate all?osteoporosi, e sul tumore del colon-retto. Lo studio ha trovato che la supplementazione fornisce un modesto beneficio nel preservare la massa ossea e nel prevenire le fratture dell?anca in alcuni gruppi di donne sane in postmenopausa, specialmente nelle donne di et? superiore ai 60 anni, ma non previene altri tipi di fratture o il tumore colorettale.

Fonte: National Institutes of Health, 2007

 540 total views

Gravidanza: rischio di malformazioni congenite ed eventi avversi perinatali tra

L?obiettivo dei Ricercatori del Group Health Cooperative di Seattle negli Stati Uniti, ? stato quello di valutare i rischi di complicanze perinatali ed i difetti congeniti tra i neonati esposti in utero ai farmaci antidepressivi.

Sono state identificate 2.201 donne, a cui era stato prescritto un antidepressivo durante la gravidanza.

Gli antidepressivi sono stati classificati come antidepressivi triciclici o inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina ( SSRI ).

I soggetti, esposti ai farmaci SSRI o agli antidepressivi triciclici durante la gravidanza, hanno presentato un aumento significativo del rischio di parto pretermine.

I neonati nati a termine, esposti agli antidepressivi SSRI durante il terzo trimestre, hanno presentato un aumentato rischio di sindrome da distress respiratorio, disturbi endocrini e metabolici, ipoglicemia, disturbi della regolazione della temperatura e convulsioni.

L?esposizione durante il terzo trimestre agli antidepressivi triciclici ? stata anche associata ad un aumentato rischio di sindrome da distress respiratorio, disturbi endocrini e metabolici, e disturbi della regolazione termica.

Un totale di 182 neonati sono stati esposti alla Paroxetina ( Paxil; in Italia: Eutimil, Seroxat, Sereupin ); non ? stato osservato un aumento del rischio di difetti settali cardiaci.

Da questo studio non ? emersa una significativa relazione tra impiego durante la gravidanza di farmaci SSRI e di antidepressivi triciclici e le anomalie congenite.
L?esposizione alla Paroxetina non sembra essere associata ad aumentato rischio di anomalie cardiovascolari, sebbene il potere dello studio nell?individuare un moderato aumento del rischio era limitato.
I neonati esposti agli antidepressivi sono ad aumentato rischio di parto pretermine.
Sia gli antidepressivi SSRI che i triciclici, assunti durante il terzo trimestre, appaiono aumentare il rischio di complicanze perinatali, ed il loro impiego dovrebbe essere attentamente valutato tra le donne in gravidanza affette da depressione.

Davis RL et al, Pharmacoepidemiol Drug Saf 2007; 16: 1086-1096

 681 total views

Omega-3 in prevenzione cardiovascolare, evidenza insufficiente

L?evidenza sulla somministrazione di routine di omega-3 nel quadro della prevenzione dell?aritmia ventricolare ? insufficiente. Il verdetto arriva da una meta-analisi pubblicata dal Canadian Medical Association Journal.

I ricercatori del Clinical Nutrition and Risk Factor Modification Centre del St. Michael’s Hospital di Toronto guidati da David J.A. Jenkins hanno identificato tre trial clinici per un totale di 573 pazienti trattati con olio a base di omega-3 e 575 nel gruppo di controllo. L?estrema eterogeneit? dei dati raccolti impedisce di fatto di stabilire se il generale ricorso a somministrazione di olio di pesce e omega-3 in prevenzione cardiovascolare sia giustificato.

Stuart J. Connolly, della Division of Cardiology della McMaster University di Hamilton, commenta: ?Come devono regolarsi i clinici? Possiamo sentirci cautamente ottimisti sul fatto che i pazienti possano trarre beneficio dalla somministrazione di omega-3 in prevenzione o dopo un infarto del miocardio, ma dobbiamo sapere che i dati non persuadono del tutto e che per ora gli omega-3 non possono essere considerati farmaci veri e propri?.

 500 total views

SALUTE: MEGLIO BACIO SULLA GUANCIA

ANSA) – LONDRA, 14 GEN – Se nel salutare qualcuno siete indecisi tra una stretta di mano o uno scambio di baci, meglio scegliere l’opzione piu’ affettuosa. Uno studio dimostra che in una stretta di mano c’e’ maggiore passaggio di germi rispetto a quello che si ha per un bacio. ‘Le mani, trasmettono infezioni contratte da superfici contaminate’, spiega la prof.ssa Bloomfield della London School of Hygiene. Soluzione piu’ sana, ‘finto bacio’: avvicinarsi al viso dell’altra persona senza toccarne la guancia.

 555 total views

RISCHI SALUTE DA DOLCIFICANTE GOMME

ANSA) – LONDRA, 11 GEN – Masticare troppe gomme con dolcificante puo’ provocare gravi perdite di peso e violenti attacchi di diarrea. Lo afferma uno studio tedesco pubblicato sul British Medical Journal che punta il dito contro il sorbitolo, uno dei dolcificanti piu’ utilizzati per i chewing gum. L’accusa e’ stata respinta dai produttori di gomme che evidenziano come il sorbitolo sia un prodotto sicuro, ricordando che sui pacchetti c’e’ comunque un avvertenza a non esagerare col consumo

 483 total views

1 181 182 183 184 185 258

Search

+
Rispondi su Whatsapp
Serve aiuto?
Ciao! Possiamo aiutarti?