Trattamento sistemico della psoriasi

Il trattamento sistemico trova indicazione nella forma moderata-grave della psoriasi.

L?FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato i seguenti farmaci:

Retinoidi

L?Acitretina ( Neotigason ) ? un retinoide ( un derivato della vitamina A ), che ? somministrato per os.
Studi hanno dimostrato che l?Acitretina ? efficace nel trattamento della psoriasi pustolosa e della psoriasi eritrodermica.
Associando all?Acitretina la fototerapia si ottengono dei buoni risultati nel trattamento della psoriasi a placche.
Poich? l?Acitretina non ha effetti soppressivi sul sistema immunitario pu? essere impiegata anche nei pazienti che sono HIV-positivi.
I principali effetti della terapia con Acitretina sono: aumento della lipidemia, grave cefalea, disfunzioni epatiche, perdita dei capelli, assottigliamento delle unghie, secchezza della cute, dolori muscolari, alle articolazioni ed ossei.
I retinoidi per os non dovrebbero essere impiegati nelle donne in gravidanza o che desiderano rimanere incinte per almeno 3 anni dalla sospensione della terapia, per la possibile insorgenza di gravi effetti a carico del feto.

Biologici

I biologici agiscono sulle cellule T, coinvolte nel processo psoriasico.

Alefacept ( Amevive ), una proteina di fusione LFA-3 / IgG1, agisce interferendo con la migrazione, l?attivazione e la proliferazione delle cellule T.
Il farmaco trova indicazione nel trattamento degli adulti della forma moderata-grave della psoriasi a placche, cronica.
Alefacept ? somministrato mediante iniezione intramuscolare una volta a settimana per 12 settimane.
Il tempo medio di remissione per i pazienti che rispondono al trattamento ? superiore ai 7 mesi. In alcuni casi il periodo di remissione ha superato l?anno.
In caso di recidiva i pazienti possono essere trattati con un nuovo ciclo di 12 settimane, con l?avvertenza che tra un ciclo e l?altro siano trascorsi almeno 3 mesi.
Gli effetti indesiderati pi? comuni sono: sensazione di freddo e dolori muscolari nel corso delle prime iniezioni del farmaco.

Efalizumab ( Raptiva ) ? un anticorpo monoclonale che inibisce l?attivazione delle cellule T e blocca la mobilizzazione delle cellule T.

Efalizumab trova indicazione nel trattamento della forma moderata-grave della psoriasi a placche, cronica negli adulti.
Efalizumab viene somministrato per via iniettiva una volta a settimana. Presenta il vantaggio dell? auto-somministrazione da parte del paziente.
L?effetto dell?Efalizumab ? rapido con comparsa dei primi risultati gi? a 2 settimane dall?inizio del trattamento.
Dopo interruzione della somministrazione di Efalizumab nella maggior parte dei casi si assiste ad una ripresa dei segni e dei sintomi della malattia.
Questo obbliga a continuare la somministrazione del farmaco per lunghi periodi.
I pi? comuni effetti indesiderati sono: cefalea, sintomi simil-influenzali e dolori muscolari, durante le prime iniezioni.

Etanercept ( Enbrel ) ? un recettore TNF, che si lega al TNF circolante, inattivandolo.
Il TNF ( Tumor Necrosis Factor ) svolge un importante ruolo nell?attivazione della cascata infiammatoria e nella regolazione del sistema immunitario.
Il farmaco trova indicazione nel trattamento della forma moderata-grave della psoriasi a placche negli adulti, oltre che nell?artrite psoriasica, artrite reumatoide e spondilite anchilosante.
Etanercept ? somministrato per via iniettiva due volte a settimana al dosaggio di 50 mg per i primi 3 mesi, seguiti da un periodo di mantenimento al dosaggio di 50 mg a settimana.
La pi? comune reazione avversa dell?Etanercept ? la reazione al sito di iniezione.

Immunosoppressori

La Ciclosporina ? un potente immunosoppressore.
Il suo impiego in formulazione liquida o in pillole ? generalmente riservato a pazienti con grave forma di psoriasi, che non rispondono ad altre terapie.
La risposta ? rapida.
A causa dei potenziali gravi effetti indesiderati, i pazienti dovrebbero essere monitorati riguardo alla funzione renale e alla pressione sanguigna.
I pi? comuni effetti indesiderati della Ciclosporina sono: cefalea, formicolio o sensazione di bruciatura alle braccia o alle gambe, senso di affaticamento, disturbo addominale, dolore muscolo-scheletrico o delle articolazioni.
La Ciclosporina pu? indurre lo sviluppo di tumori.
L?FDA raccomanda che il trattamento con Ciclosporina non abbia durata superiore ad 1 anno.

Il Metotrexato ? uno dei farmaci pi? efficaci per i pazienti con psoriasi pustolosa e psoriasi eritrodermica.
Il Metotrexato pu? essere somministrato sia per via iniettiva che per os.
Generalmente la risposta ? rapida, entro 4-6 settimane.
Dopo l?iniziale clearing, il dosaggio pu? essere ridotto, o possono essere impiegate altre terapie.
I pi? comuni effetti indesiderati comprendono: nausea, senso di affaticamento, cefalea.
Il trattamento prolungato con Metotrexato pu? causare danno epatico.
A causa dei possibili gravi effetti collaterali i pazienti trattati con Metotrexato devono essere sottoposti a monitoraggio della funzionalit? epatica, renale e dei valori ematici.
Il Metotrexato pu? causare difetti a carico del feto, pertanto il farmaco non deve essere assunto dalle donne in gravidanza e dalle donne che desiderano rimanere incinte.
Gli uomini e le donne che intendono concepire un figlio dovrebbero sospendere l?assunzione di Metotrexato almeno 12 settimane prima.

Fonte:

– American Academy of Dermatology
– National Institutes of Health ? NIAMSD

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I livelli di omocisteina sono un fattore di rischio per le lesioni della sostanz

I livelli di omocisteina sembrano rappresentare un fattore di rischio per l?ictus e la demenza, ma il meccanismo non ? chiaro.

Le lesioni iperintense della sostanza bianca possono essere considerate un fattore di rischio per entrambe le patologie, ma non ci sono studi che hanno dimostrato la relazione tra omocisteina totale e le misure quantitative del volume delle iperintensit? della sostanza bianca.

Ricercatori del Neurological Institute di New York hanno compiuto uno studio su un campione di 259 individui.

E? stata valutata la relazione tra i livelli di omocisteina totale ed il volume delle iperintesit? della sostanza bianca.

Pi? alti livelli di omocisteina totale sono risultati associati al volume delle iperintensit? della sostanza bianca, dopo aggiustamento per fattori di rischio sociodemografici e vascolari.

I dati dello studio hanno fornito evidenza che i livelli di omocisteina totale rappresentano un fattore di rischio per il danno a carico della sostanza bianca.

Wright CB et al, Stroke, 2005; 36: 1207-1211

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Uno stato proinfiammatorio ? associato ad iperomocisteinemia nell?anziano

Il meccanismo mediante il quale alti livelli plasmatici di omocisteina rappresentino un fattore di rischio per l?aterotrombosi ? completamente sconosciuto.

Uno studio condotto presso l?Universit? di Firenze ha valutato se le alte concentrazioni dei marker infiammatori fossero associate ad iperomocisteinemia, indipendentemente dall?assunzione di vitamina con la dieta, dalle concentrazioni della vitamina, e dai fattori di rischio per la malattia cardiovascolare, in un ampio campione rappresentativo della popolazione generale.

Lo studio ha riguardato 586 uomini e 734 donne, selezionati in modo casuale tra gli abitanti di due piccole citt? vicino a Firenze.

Le concentrazioni di IL-1ra ( interleukin 1 receptor antagonist ) e di IL-6 ( interleukin-6 ) sono risultate significativamente associate alle concentrazioni plasmatiche dell?omocisteina nella popolazione pi? anziana ( > 65 anni ).

Rispetto ai partecipanti nel pi? basso terzile di IL-6, quelli nel pi? alto terzile presentavano un maggior rischio di avere pi? alte concentrazioni di omocisteina ( > 30 micromol/L; odds ratio: 2,6; p = 0,024 ) o nel range intermedio 15 ? 30 micromol/L ( odds ratio: 1,6; p = 0,0014 ).

La condizione sedentaria, l?assunzione di vitamina B-6 e di acido folico e le concentrazioni plasmatiche di folato, vitamina B-12, vitamina B-6 ed alfa-tocoferolo sono risultate correlate in modo indipendente all?omocisteina.

Gori AM et al, Am J Clin Nutr 2005; 82: 335-341

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Ipnosi nella terapia della psoriasi

Secondo P. Shenefelt, Ricercatore presso la divisione di Dermatologia della University of South Florida, l?utilizzo dell? ipnosi pu? favorire il miglioramento di numerose malattie dermatologiche se non addirittura promuoverne le risoluzione.

Tra le malattie della pelle in questione, oltre la psoriasi, nello studio vengono citate anche: acne, alopecia, dermatite atopica, herpes ed orticaria.
L?ipnoterapia inoltre potrebbe ridurre il dolore, il prurito e gli aspetti psicosomatici legati a questo tipo di malattie.

Il meccanismo tramite il quale l?ipnosi produce un miglioramento dei sintomi e delle lesioni cutanee ? compreso solo in parte; l?ipnosi sembra intervenire nella regolazione del flusso sanguigno e di altre funzioni del sistema nervoso autonomo che normalmente non sono sotto il nostro controllo conscio.
Inoltre sembra esserci un?importante implicazione del rilassamento, che accompagna l?ipnosi, nel produrre positive modificazioni nel funzionamento del sistema neuro-ormonale.

Un altro punto fondamentale ? che, in Dermatologia, questo tipo di tecnica pu? essere usato sia per controllare abitudini scomode e ulteriormente lesive come il trattamento che per procurare al paziente un?immediata analgesia di lunga durata.
Riducendo quindi l?entit? dei sintomi quali il dolore ed il prurito, l?ipnosi ridurrebbe anche il carico di ansia al quale il paziente si trova continuamente sottoposto.

Nonostante la casistica sia ancora notevolmente ristretta, lo studio mostra dei risultati positivi riguardanti l?utilizzo dell? ipnosi su pazienti psoriasici.

L?Autore ha riportato un caso di psoriasi che ha mostrato una regressione del 75% ed una totale restitutio ad integrum in un?altro caso , sempre di psoriasi , con durata della malattia di almeno 20 anni; i risultati sono stati ottenuti con l?utilizzo di due diverse tecniche ipnotiche.

Un precedente studio ( Tausk , Withmore , Psychother Psychosom 1999: 495: 1-9 ) aveva gi? dimostrato l?efficacia dell?ipnosi come terapia aggiuntiva nella psoriasi , anche se i miglioramenti pi? consistenti sono stati ottenuti solo in soggetti altamente ipnotizzabili ( secondo la Stanford Hypnotic Susceptibility Scale, Form C o SHSS-C )

L?Autore conclude asserendo che, pur non essendoci ancora dati certi per affermare che l?ipnosi possa diventare la terapia d?elezione in casi del genere, viene comunque dimostrata la sua efficacia come coadiuvante, soprattutto nei casi pi? resistenti e dove vi sia un significante fattore emozionale nello scatenamento della psoriasi stessa.

Affinch? l?ipnosi sia di reale beneficio, il paziente non deve essere n? psicotico, n? soggetto ad intossicazione da sostanze, ma anzi motivato, non resistente e, soprattutto, mediamente o altamente ipnotizzabile ( sempre secondo la SHSS-C ) ; questi sono, assieme all?alto costo, gli attuali svantaggi dell?ipnoterapia applicata alla Dermatologia.

Shenefelt PD , Dermatol Ther 2003 ; 16 : 114-122

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Diagnostica per immagini nel Ca prostatico

11 Gen 2008 Oncologia

Il metodo di interazione tessuto-risonanza (TRIM) per l’analisi dell’anisotropia elettromagnetica pu? essere utilizzato per rilevare in modo non invasivo i tumori prostatici. Questa tecnologia non andrebbe usata come alternativa a PSA, DRE e biopsie prostatiche, ma principalmente in associazione con esse per consentire una diagnosi o esclusione pi? precisa, meno invasiva e meno costosa di questi tumori. Non ? ancora il caso di evitare la biopsia nei pazienti con PSA elevato ma TRIM negativo, ma ? invece il caso di evitare una seconda serie di biopsie prostatiche in questi pazienti. Onde incrementare la specificit? ed il valore predittivo positivo di questa nuova tecnologia, senza ovviamente diminuirne la sensibilit?, sono in corso di studio nuovi parametri per definire la positivit? o negativit? dell’esame. (BJU Intl 2007; 100: 1055-9)

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Approccio multiplo alla ritenzione urinaria

10 Gen 2008 Nefrologia

Gli uomini ricoverati con ritenzione urinaria acuta possono trarre beneficio dall’assistenza multidisciplinare per identificazione e trattamento delle comorbidit?. Bench? la ritenzione urinaria acuta sia una manifestazione diretta della progressione dell’iperplasia prostatica benigna, diversi studi hanno rilevato associazioni con morbidit? importanti: che sia spontanea o susseguente ad un evento precipitante, essa potrebbe dunque essere il campanello d’allarme di gravi malattie sistemiche. La mortalit? dei pazienti con questa manifestazione ? elevata, ed aumenta con et? e comorbidit?. Sono comunque necessari studi che investighino l’impatto dello screening immediato delle comorbidit? sui tassi di mortalit?. (BMJ online 2007, pubblicato l’11/11)

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CA vescica, ininfluente ritardo cistectomia

Un ritardo nella cistectomia radicale non peggiora gli esiti dei tumori vescicali. La mancanza di associazione fra intervallo di tre mesi e sopravvivenza dopo la cistectomia suggerisce che l’uso della chemioterapia neoadiuvante in questi pazienti potrebbe non porre alcun rischio aggiuntivo significativo causato dal ritardo necessario nella cistectomia. E’ comunque necessario ricordare che il tasso di risposta alla chemioterapia neoadiuvante ? lontano dal 100 percento, ed alcuni pazienti che non rispondono andranno inevitabilmente incontro a progressione della malattia. I dati del presente studio non supportano in ogni caso ritardi non necessari nel trattamento di tumori vescicali invasivi ad alto rischio. (BJU Intl 2007; 100: 1015-20)

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Ecografia inaccurata, escluso il risarcimento del danno

Bench? la colpa professionale del medico ecografista sia dimostrata dalle risultanze della consulenza tecnica, essendo accertato che l’epoca gestazionale in cui era stata eseguita l’ecografia, posta tra la diciottesima e la ventiduesima settimana era quella in cui sussisteva la pi? elevata possibilit? di accertare eventuali anomalie morfologiche del feto del tipo di quella verificatasi nella specie (completa agenesia della mano sinistra), n? risultavano essersi verificate particolari difficolt? di indagine, quali per esempio l’obesit? della gestante, una ridotta quantit? di liquido amniotico, un’inserzione particolare della placenta, una riduzione dei movimenti fetali, e cos? via.

La domanda della gestante si presenta invece infondata sul piano della prova del danno lamentato: come in pi? di un’occasione evidenziato dalla Cassazione, la prova del danno sotto l’aspetto della impossibilit? di ricorrere alla interruzione della gravidanza ? legata alla dimostrazione della effettiva possibilit? per la madre di accedervi.?Come osservato in giurisprudenza non sono danni che derivano dall’inadempimento del medico quelli che il suo adempimento non avrebbe evitato: una nascita che la madre non avrebbe potuto scegliere di rifiutare; una nascita che non avrebbe in concreto rifiutato; la presenza nel figlio di menomazioni o malformazioni al cui consolidarsi non avrebbe potuto porsi riparo durante la gravidanza in modo che il figlio nascesse sano. (Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net)

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Indicatori sopravvivenza CA colon

L’esame di un ampio numero di linfonodi nei pazienti con tumore del colon dopo la colectomia non influenza i tassi di sopravvivenza: bench? diverse organizzazioni abbiano recentemente indicato l’esame di almeno 12 linfonodi quale standard per la performance ospedaliera, e ci? sia stato raccomandato quale indicatore della qualit? dell’ospedale, un recente studio ha rivelato che l’esame di un elevato numero di linfonodi non incrementa il rilevamento di pazienti con tumori linfonodo-positivi o i tassi di chemioterapia adiuvante. I medici dovrebbero aderire a linee guida chirurgiche ed oncologiche chiare e lavorare insieme ai patologi per assicurare uno staging adeguato: le implicazioni del presente studio sono per ospedali, finanziatori e legislatori, in quanto ? stato dimostrato che l’implementazione su vasta scala di questo indicatore di qualit? non aggiunge nulla agli esiti del paziente. In ogni caso, l’uso degli indicatori di qualit? in generale ? probabilmente costruttivo, bench? alcune di queste strategie manchino di basi comprovate inappuntabili. (JAMA. 2007; 298: 2149-54)

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Reclutamento coorte in studi critici

Il consenso informato per la partecipazione ad uno studio sulla chirurgia decompressiva per infarto emisferico occupante spazio ? praticabile ed accettabile per la famiglia del paziente. Lo studio HAMLET ? un’indagine tuttora in corso sugli effetti di questi interventi sugli esiti funzionali di pazienti con infarto dell’arteria cerebrale medi e formazione di edemi potenzialmente letali: ottenere il consenso informato ? possibile anche in uno studio come HAMLET, e la deroga al consenso ? inappropriata e non necessaria nella maggior parte delle situazioni. A posteriori, la maggior parte dei partecipanti allo studio si consideravano in grado di decidere sulla partecipazione all’indagine, e solo una ristretta minoranza avrebbe preferito che fosse il medico a prendere la decisione. (J Neurol Neurosurg Psychiatry 2007; 78: 1124-8 e 1040)

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