Hiv rutilante nel neonato

La maggior parte dei neonati con infezione da Hiv nonostante la profilassi perinatale corrisponde ai criteri WHO per la terapia HAART entro sei mesi. Nessuno studio prima aveva descritto la progressione nei neonati infetti nonostante la profilassi, o aveva investigato l’efficacia della terapia antiretrovirale in questo ambito. In base al presente studio, ? di importanza cruciale che le donne abbiano accesso alla conta CD4 durante la gravidanza e che la terapia antiretrovirale sia resa disponibile per le pazienti con malattia avanzata, sia per migliorare lo stato di salute della madre che per prevenire la trasmissione pi? efficacemente degli attuali regimi perinatali. Dato che i neonati in cui le strategie preventive falliscono progrediscono molto rapidamente, ? necessario offrire test idonei ai neonati nelle zone a risorse limitate e rendere disponibili terapie antiretrovirali precoci. E’ inoltre necessario sviluppare strategie alternative alle terapie antiretrovirali a vita per controllare l’epidemia di hiv pediatrico. (AIDS 2007; 21: 1253-61)

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Radioterapia utile con le metastasi vescicali

22 Nov 2007 Oncologia

La radioterapia risulta utile solo in pochi pazienti con tumore vescicale che presentano compressione midollare metastatica (MSCC). E’ importante non considerare i pazienti con MSCC come un gruppo omogeneo di pazienti, ma trattarli individualmente. Diversi tumori primari sono associati a comportamenti biologici diversi ed ad una prognosi differente sugli esiti funzionali, sul controllo locale delle MSCC e sulla sopravvivenza. Dati gli scarsi esiti funzionali ottenuti con la sola radioterapia nei pazienti con tumore vescicale e MSCC, l’indicazione per la chirurgia preoperatoria dovrebbe essere meno restrittiva in questo sottogruppo di pazienti. (Urology 2007; 69: 1081-5)

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I giovani artritici crescono prima col GH

Se il trattamento con GH ricombinante (rhGH) viene iniziato precocemente nel corso della terapia glucocorticoidea del bambini con artrite giovanile idiopatica, esso preserva la normale velocit? di crescita e l’altezza. Questo trattamento pu? comportare un aumento del rischio di alterazioni del metabolismo dei carboidrati, dato che l’rhGH pu? aggiungersi agli effetti dell’infiammazione cronica e dei glucocorticoidi ad alte dosi nell’indurre insulinoresistenza, ma la tolleranza e la sicurezza di questa strategia sono accettabili, anche se ? richiesto uno stretto monitoraggio. Questi dati vanno comunque interpretati con cautela date le dimensioni limitate del campione e la brevit? del monitoraggio nel presente studio. (J Clin Endocrinol Metab 2007; 92: 2567-73)

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Un anno di calcio per le osteoporotiche

Nei pazienti con recenti fratture da traumi di bassa intensit?, un anno di trattamento con calcio e vitamina D riduce il turnover osseo: questo intervento aumenta la BMD nei pazienti con pi? di 70 anni, e diminuisce la perdita d’osso in quelli pi? anziani. Le fratture da traumi di bassa intensit? di anca, avambraccio, spalla e rachide sono conseguenze ben note dell’osteoporosi: le fratture d’anca intervengono principalmente nei soggetti pi? anziani a rischio di deficit di calcio o vitamina D. Le variazioni della BMD nel rachide lombare sono correlate significativamente con la performance fisica, il che enfatizza l’importanza della mobilizzazione. Dato che i pazienti fragili al di sopra dei 70 anni sono immobili, essi non sono in grado di diminuire il riassorbimento osseo ed incrementare la massa ossea se trattati con calcio e vitamina D: l’importanza di un carico meccanico sufficiente ? stata dimostrata negli studi clinici, e l’effetto dell’intervento con calcio e vitamina D ? ridotto se il paziente ? immobile. (Am J Clin Nutr 2007; 86: 251-9)

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Vaccinazione anti-HPV – Il caso Gardasil: necessit? o interesse ?

12 Nov 2007 Immunologia

Il New York Times ha dedicato un articolo al caso Gardasil, il vaccino antipapillomavirus che dovrebbe essere somministrato alle adolescenti con l?obiettivo di prevenire le infezioni da virus HPV, alcune delle quali sarebbero associate a sviluppo di tumore della cervice uterina.

La societ? produttrice di Gardasil, Merck & Co, sostiene la tesi che ? necessario effettuare il pi? rapidamente possibile la vaccinazione per debellare la malattia.

Le associazioni dei consumatori sostengono che la vaccinazione non ? necessaria, perch? l?incidenza di carcinoma alla cervice ? bassa. Negli USA, su una popolazione superiore ai 250 milioni di abitanti, i nuovi casi di tumore alla cervice sarebbero 9.710 e 3.700 le donne che muoiono, ogni anno ( dati FDA ).

In Italia, ogni anno, si contano 3.500 nuovi casi di carcinoma con circa 1.000 morti ( dati ISS ).

L?obiettivo che si prefigge Merck ? quello di indurre i legislatori a rendere obbligatoria la vaccinazione, in modo da vendere quantit? pi? elevate di vaccino.
La mancata obbligatoriet? avrebbe come conseguenza un numero decisamente pi? basso di vaccinazioni e minori guadagni.
Per raggiungere il proprio scopo, Merck & Co sta esercitando una forte azione di lobby.
Merck ha finanziatoin modo particolare l?associazione Women in Government, che raccoglie le donne legislatrici in modo bipartisan.
Negli ultimi 2 anni, Women Government ha tenuto cene e conferenze per tutti gli Stati Uniti promuovendo la lotta contro il tumore della cervice uterina.

Contro la vaccinazione anti-HPV, si sono schierati gli attivisti contrari all?impiego del vaccino, gruppi religiosi e associazioni dei consumatori.
Gli attivisti anti-vaccino sostengono che la sicurezza del vaccino nel lungo periodo non ? stata dimostrata, cos? come non ? noto per quanto tempo il vaccino conferisce immunit? contro i tipi virali per i quali il vaccino ? stato realizzato.
I gruppi religiosi temono che, essendo l?infezione da HPV una malattia sessualmente trasmessa, l?uso del vaccino possa favorire l?attivit? sessuale delle ragazze.
La protesta dell?associazione dei consumatori ? rivolta soprattutto sull?obbligatoriet? della vaccinazione.

Un altro argomento di discussione ? il costo del vaccino Gardasil che negli Stati Uniti, costa 360 dollari per 3 iniezioni.

Secondo gli analisti, il mercato dell?infezione da HPV potrebbe produrre ricavi per 5 miliardi di dollari/anno, e Merck ? in pole position.
Gli enormi interessi economici che stanno alla base della vaccinazione anti-HPV potrebbero spiegare il pressing di Merck sui politici per l?obbligatoriet? della vaccinazione.

Sulla propensione di alcuni politici a rendere obbligatoria la vaccinazione anti-HPV, alcune persone ritengono che la concessione dell?obbligatoriet? sarebbe un modo per risarcire Merck dalla perdita del Vioxx, il farmaco antinfiammatorio ritirato nel 2004 perch? causa di gravi eventi avversi cardiovascolari.

Il vaccino, per esercitare la propria attivit? protettiva, deve essere somministrato a ragazze che non hanno avuto rapporti sessuali.
L?infezione da HPV ? molto frequente nella popolazione con una stima di oltre il 75% delle donne sessualmente attive infettate dal virus HPV nel corso della vita.
La storia naturale dell?infezione ? condizionata dall?equilibrio che si instaura tra ospite e virus HPV con tre possibili evoluzioni: regressione, persistenza e progressione.
La maggior parte delle infezioni da papillomavirus ( 70-90% ) ? transitoria.
La persistenza dell?infezione virale ? una condizione per l?evoluzione verso il tumore.
L?insorgenza del tumore ? anche favorita dal particolare tipo di virus HPV ( i tipi 16 e 18 sono oncogenici ), dall?alto numero di partner sessuali, dal fumo di sigaretta e dalla coinfezione con altre malattie infettive sessualmente trasmesse.
Di norma, il tempo che intercorre tra l?infezione da HPV e lo sviluppo di lesioni precancerose ? di 5 anni, mentre lo sviluppo del tumore pu? richiedere decenni.
Il Pap-test ? in grado di individuare le lesioni e di prevenire il tumore.

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Questioni aperte riguardo alla vaccinazione anti-HPV

11 Nov 2007 Immunologia

La scoperta che l?infezione da papillomavirus umano ( HPV ) rappresenta un fattore critico nella maggior parte dei casi di tumore alla cervice, ha permesso lo sviluppo di strategie per prevenire questa forma di oncogenesi.
Inoltre il virus HPV sarebbe elemento causativo di alcuni tumori del testa-collo.

Sebbene ci siano molti sierotipi di HPV, i ceppi 16 e 18 rappresentano i principali tipi oncogenici del virus HPV.

La vaccinazione nei confronti del papillomavirus ? risultata efficace nel ridurre l?incidenza di lesioni cervicali precancerose, causate dai sierotipi 16 e 18.

Tuttavia, rimangono delle questioni aperte sul vaccino anti-HPV:

1) la vaccinazione ? limitata ad alcuni sierotipi ( 16 e 18 nel vaccino Cervarix; 6,11,16,18 nel vaccino Gardasil ) e non tutti i tumori della cervice sono causati dai ceppi 16 e 18;

2) non esistono dati riguardanti la prevenzione della mortalit? e della disabilit? da carcinoma della cervice dopo vaccinazione anti-HPV.

Poich? lo sviluppo dei tumori richiede molti anni, risulta difficile asserire che la vaccinazione contro il papillomavirus possa prevenire il tumore della cervice.

Un pericolo dell?immunizzazione selettiva dei vaccini Cervarix e Gardasil ? rappresentato dalla possibilit? che i ceppi non correllati alla vaccinazione possano emergere come sierotipi oncogenici.

Inoltre, altri quesiti debbono trovare risposta:

1) gli uomini giovani dovrebbero vaccinarsi ?

2) qual ? la durata della protezione immunitaria ?

3) sar? possibile vaccinare tutte le persone a rischio visti gli alti costi della vaccinazione anti-HPV ?

4) la vaccinazione contro il papillomavirus ? in grado di prevenire i tumori non-cervicali, associati ad HPV come il tumore orofaringeo ?

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Prevenzione primaria e secondaria: il beta-carotene, la Vitamina A e la Vitamina

I supplementi a base di antiossidanti sono impiegati nella prevenzione di diverse malattie.
Ricercatori della Cochrane Hepato-Biliary Group hanno valutato l?effetto dei supplementi a base di antiossidanti sulla mortalit? nella prevenzione primaria e secondaria.

E? stata compiuta una metanalisi su 68 studi clinici randomizzati con 232.606 partecipanti.

Quando tutti gli studi a basso e ad alto rischio di bias ( errore sistematico ) con supplementi antiossidanti sono stati esaminati assieme, non ? stato riscontrato nessun effetto significativo sulla mortalit? ( RR = 1.02 ).

L?analisi multivariata ha mostrato che gli studi a basso rischio di bias ( RR = 1.16 ) ed il Selenio ( RR = 0.998 ) erano significativamente associati alla mortalit?.

Nei 47 studi a basso rischio di bias con 180.938 partecipanti, i supplementi antiossidanti hanno aumentato in modo significativo la mortalit? ( RR = 1.05 ).

Negli studi a basso rischio di bias, dopo esclusione degli studi con il Selenio, il beta-Carotene ( RR = 1.07 ), la Vitamina A ( RR = 1.16 ) e la Vitamina E ( RR = 1.04 ), singolarmente o in combinazione, hanno significativamente aumentato la mortalit?.

Nessun significativo effetto sulla mortalit? ? stato riscontrato per la Vitamina C ed il Selenio.

I dati dello studio hanno mostrato che il trattamento con beta-Carotene, Vitamina A e Vitamina E pu? aumentare la mortalit?.
I potenziali ruoli della Vitamina C e del Selenio sulla mortalit? necessitano di un maggiore approfondimento.

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La riduzione del sodio con la dieta riduce gli eventi cardiovascolari nel lungo

Ricercatori del Brigham and Women?s Hospital Harvard Medical School di Boston, hanno esaminato gli effetti della riduzione dell?assunzione di sodio con la dieta sugli eventi cardiovascolari, utilizzando i dati di 2 studi clinici randomizzati, TOHP I e TOHP II.

Il periodo osservazionale si ? protratto per 10-15 anni dopo lo studio originale.

Avevano preso parte agli studi TOHP I e TOHP II, soggetti adulti di 30-54 anni con preipertensione.

I pazienti dello studio TOHP I hanno ridotto l?assunzione di sodio con la dieta per 18 mesi, mentre i pazienti dello studio TOHP II per 36-48 mesi.

Allo studio TOHP I avevano preso parte 744 soggetti e 2382 nello studio TOHP II, assegnati al gruppo di intervento o al gruppo controllo.

Le riduzioni nette di sodio nel gruppo d?intervento sono state 44 mmol/24 ore e 33 mmol/24 ore, rispettivamente.

Il rischio di evento cardiovascolare ? risultato pi? basso del 25% tra i soggetti del gruppo d?intervento rispetto al gruppo controllo ( rischio relativo, RR 0.75; p = 0.04 ), e pi? basso del 30% dopo ulteriore aggiornamento ( RR = 0.70 ).

Lo studio ha dimostrato che la restrizione del sodio, oltre ad abbassare la pressione sanguigna, pu? anche ridurre il rischio nel lungo periodo di eventi cardiovascolari.

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Importanza dell’aumento del colesterolo HDL nella regressione dell’aterosclerosi

Studi epidemiologici hanno dimostrato non solo una relazione tra i livelli di colesterolo LDL e l’incidenza di malattia aterosclerotica cardiovascolare, ma anche una relazione tra i livelli di colesterolo HDL ed il rischio di eventi cardiovascolari.

Nonostante questi dati, finora la prevenzione della malattia aterosclerotica cardiovascolare ? stata incentrata sulla riduzione dei livelli di colesterolo LDL.

Le statine aumentano anche il colesterolo HDL del 5-15%, ma, finora, questo effetto non era mai stato tradotto in un beneficio clinico.

Uno studio compiuto da Ricercatori della Cleveland Clinic, negli Stati Uniti, ha esaminato la relazione tra cambiamenti dei livelli delle lipoproteine ed il volume dell’ateroma nei pazienti con malattia coronarica ( n = 1455 ) in trattamento con statine.

L’analisi post-hoc ? stata eseguita combinando i risultati di 4 studi clinici prospettici che hanno impiegato l’ultrasonografia intravascolare per determinare i cambiamenti nel volume dell’ateroma durante il trattamento.

Gli studi presi in considerazione sono stati: ACTIVATE, ASTEROID, CAMELOT e REVERSAL.
Questi studi hanno fornito per la prima volta evidenza che l’aumento del colesterolo HDL nei pazienti trattati con statine ? correlato ad effetti benefici sulla progressione della malattia aterosclerotica.

I Ricercatori hanno osservato che la regressione aterosclerotica a livello coronarico ? associata a riduzione del colesterolo LDL a valori inferiori a 87.5mg/dl ( 2.3mmol/l ) e ad aumento dei valori di colesterolo HDL del 7.5%.
Pertanto, nei pazienti con malattia coronarica, la scelta terapeutica non deve essere finalizzata solo all’abbassamento del colesterolo LDL ma anche all’innalzamento dei livelli di colesterolo HDL.

Studi di confronto tra le diverse statine hanno mostrato che la statina dotata di maggiore efficacia sia sul colesterolo LDL che sul colesterolo HDL ? la Rosuvastatina ( Crestor ).

Nel 2006 ? stato pubblicato su JAMA lo studio ASTEROID, che ha valutato l’ effetto della Rosuvastatina ( 40mg/die ) sull’ateroma coronarico.
I pazienti ( n = 349 ) sono stati sottoposti ad esame ultrasonografico intravascolare al basale e dopo 24 mesi di trattamento.
La Rosuvastatina ha prodotto una riduzione mediana dello 0.79% nel volume percentuale dell’ateroma per l’intero vaso ed una riduzione mediana del 9.1% nel volume dell’ateroma nella sezione di 10mm del vaso maggiormente interessato dalla placca aterosclerotica.

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Le donne con cistite interstiziale hanno una maggiore probabilit? di soffrire di

Uno studio, coordinato da Ricercatori dell?University of Toronto in Canada, hanno utilizzato l?indice FSFI ( Female Sexual Function Index ) per confrontare la disfunzione sessuale femminile nelle pazienti con cistite interstiziale, sindrome della vescica dolorosa, rispetto ai controlli.

Allo studio hanno preso parte 97 pazienti consecutive. Di queste 75 presentavano cistite interstiziale e 22 erano i controlli.
L?et? media era di 38 e 43 anni ( p= 0.001).
Il volume svuotato era di 165 ml per le donne con cistite interstiziale, e 294 ml per le donne del gruppo controllo ( p < 0.0001 ). Le donne con cistite interstiziale hanno raggiunto un punteggio al questionario Pelvic Pain and Urgency/Frequency Questionaire di 18, contro 3 dei controlli ( p < 0.0001). I punteggi FSFI totali, aggiustati, erano diversi tra le pazienti con cistite interstiziale ed i controlli ( in media, 20.2 versus 29, rispettivamente; p < 0.001 ). Dopo aver fissato a 26,55 il cutpoint, il 68% delle pazienti con cistite interstiziale presentava un punteggio FSFI anormale.
Le pazienti con cistite interstiziale avevano punteggi peggiori in tutti i domini della disfunzione sessuale femminile, rispetto ai controlli.

Lo studio ha mostrato che le donne con cistite interstiziale hanno una maggiore probabilit? di avere disfunzione sessuale, ed avvertire dolore.

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