Dutasteride nel trattamento dell?ipertrofia prostatica benigna

28 Set 2007 Urologia

Nel corso dell?Annual Congress / European Association of Urology, tenutosi a Vienna sono stati presentati i dati riguardo alla Dutasteride ( Avodart ), un inibitore della 5 alfa ? reduttasi, nel trattamento dell?iperplasia prostatica benigna, nota anche come ipertrofia prostatica benigna.

Il trattamento con Dutasteride per 4 anni ha prodotto una riduzione significativa del volume prostatico totale ( – 27% ), un miglioramento di 6,5 punti alla scala AVA?SI ( American Urological Association ? Symptom Index ).

A 4 anni il flusso urinario ? aumentato a 2,7 ml/sec.

Inoltre la Dutasteride ha ridotto a 2 anni il rischio di ritenzione urinaria acuta e di intervento chirurgico del 57% e del 48%, rispettivamente.

La Dutasteride ? il primo inibitore della 5 alfa ? reduttasi che agisce sia sull?isoenzima di tipo 1 che di tipo 2.

La 5 alfa ? reduttasi ? un enzima che converte il testosterone o diidrotestoterone ( DHT ) nella prostata ed in altri tessuti

 543 total views

La Melatonina sembra essere efficace nel trattamento della nicturia negli uomini

27 Set 2007 Urologia

La nicturia ? una condizione comune negli uomini anziani, ed ? attribuita ad un ingrossamento benigno della prostata.

Gli uomini anziani sono inclini ai disturbi del sonno. L?alterazione del ritmo circadiano pu? rappresentare un?importante componente dei disturbi del sonno , poich? essi migliorano dopo assunzione di Melatonina.

Scopo dello studio ? stato quello di valutare la Melatonina come un potenziale trattamento della nicturia associata all?ostruzione del flusso urinario, in 20 uomini anziani.

La Melatonina a rilascio controllato ? stata somministrata al dosaggio di 2 mg.

Il periodo di follow-up ( osservazione ) ? stato di 4 settimane.

Al basale, la frequenza di nicturia era di 3.1 episodi per notte.
Il 35% ( n=7 ) dei pazienti presentava iperattivit? del muscolo detrusore e 10 ( 50% ) avevano poliuria notturna.

La Melatonina ha ridotto di 0.32 gli episodi per notte contro una riduzione di 0.05 episodi con il placebo ( p=0.07 ).

E? stata osservata una differenza nella percentuale dei responder ( cio? con una diminuzione di almeno 0.5 episodi per notte ) tra il gruppo trattato con la Melatonina ed il placebo ( p= 0.04 ).

La frequenza giornaliera delle minzioni, l?International Prostate Symptom Score, il volume di urina emessa nel corso della notte, il flusso urinario massimo ed il volume residuo urinario post-svuotamento non sono stati modificati dal trattamento con Melatonina.

La somministrazione di Melatonina ? risultata associata ad una significativa risposta nei pazienti con nicturia, e presenta un buon profilo di tollerabilit?.
Tuttavia, non ? certo se i cambiamenti osservati siano clinicamente significativi.

 561 total views,  1 views today

La Desmopressina efficace nel lungo periodo nell?enuresi notturna

La Desmopressina ha dimostrato, in studi di breve durata, di essere efficace nel trattamento della nocturia, enuresi notturna.

Lo studio ha valutato l?effetto della Desmopressina nel lungo periodo.

I pazienti sono stati trattati per 10-12 mesi con il dosaggio ottimale della Desmopressina ( 0,1, 0,2 o
0,4 mg ) per os al momento di andare a dormire.
I pazienti sono poi stati seguiti per un ulteriore mese senza assumere farmaci.

Il numero medio di evacuazioni notturne si ? ridotto ( quasi dimezzato ) nei maschi e nelle femmine nel corso dello studio.
Dopo la cessazione del trattamento il numero di evacuazioni ? aumentato.

Dal basale a 12 mesi, la durata media del primo periodo di sonno ? gradualmente aumentata sia nei maschi, passando da 157 a 288 minuti, che nelle femmine, da 142 a 310 minuti.

Durante il periodo di follow-up ( osservazione ) la durata media del primo periodo di sonno si ? ridotta.

La Desmopressina ? risultata ben tollerata con poche sospensioni del trattamento a causa delle reazioni avverse ( 14% maschi, 10% femmine ).

La maggior parte degli effetti indesiderati ? risultata lieve ( 44% ), o moderata ( 44% ).

Quattro pazienti maschi hanno sperimentato gravi reazioni avverse: capogiri in uno, scompenso cardiaco, cefalea e vomito in due, dolore toracico ed ipertensione in uno.

Una donna ha presentato 4 gravi reazioni avverse: iponatriemia, cefalea, nausea e vertigini.

Due pazienti hanno presentato iponatriemia clinicamente significativa.

 562 total views

Effetti nel lungo periodo della Finasteride sui livelli di PSA

Studi hanno dimostrato che la Finasteride ( Proscar ) riduce i livelli di PSA ( Prostate Specific Antigen ) di circa il 50% durante i primi 12 mesi di impiego.

Ricercatori della Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle hanno stimato gli effetti nel lungo periodo della Finasteride sui livelli di PSA negli uomini con e senza un tumore della prostata, al termine dello studio.

Sono stati analizzati i PSA seriali tra i partecipanti al Prostate Cancer Prevention Trial, sottoposti, al termine dello studio, a biopsia ( 928 con tumore e 8.620 con biopsia negativa ) o una diagnosi di tumore prostatico ( n = 671 ).

Nei soggetti senza tumore al termine dello studio, i livelli di PSA sono aumentati annualmente del 6% ( placebo ) e del 7% ( Finasteride ).

Tra coloro che hanno avuto una diagnosi di tumore della prostata, i livelli di PSA sono aumentati annualmente dell?11% ( placebo ) e del 15% ( Finasteride ) prima della diagnosi.

I soggetti con malattia tumorale ad alto grado ( Gleason 7 o superiore ) presentavano pi? alti aumenti di PSA rispetto ai soggetti con malattia a basso grado ( p < 0.001 ).

 469 total views

Iperplasia prostatica benigna: nessuna differenza tra Serenoa repens e placebo

24 Set 2007 Urologia

Serenoa repens ? impiegata da pi? di 2 milioni di statunitensi per il trattamento dell?iperplasia prostatica benigna.

Uno studio ha valutato l?efficacia della Serenoa repens in 225 uomini di et? superiore a 49 anni con sintomi moderato-gravi di iperplasia prostatica benigna dopo un anno di trattamento con un estratto di Serenoa repens ( 160mg due volte die ), oppure placebo.

L?end point primario era rappresentato da cambiamenti nei punteggi all?indice AUASI ( American Urological Association Symptom Index ) e nella velocit? massima del flusso urinario.

L?end point secondario comprendeva, invece cambiamenti della dimensione della prostata, del volume urinario residuo dopo svuotamento, della qualit? della vita, dei valori di laboratorio e dell?incidenza di effetti indesiderati.

Nel corso dello studio, non ? stata osservata alcuna significativa differenza tra Serenoa repens ed il placebo riguardo ai cambiamenti nei punteggi AUASI, nella velocit? massima di flusso urinario, nella dimensione della prostata, nel volume residuo dopo svuotamento, nella qualit? della vita o nei livelli sierici di PSA.

L?incidenza di effetti indesiderati ? risultata simile nei due gruppi.

In questo studio, la Serenoa repens non ha prodotto miglioramenti dei sintomi o delle misurazioni obiettive nei pazienti con ipertrofia prostatica benigna

 493 total views

Incontinenza da prostatectomia radicale: la Duloxetina riduce la perdita urinari

23 Set 2007 Urologia

Fino al 70% dei pazienti che si sottopongono a prostatectomia radicale si lamenta di perdita urinaria, ma l?incontinenza da stress che persiste 1 anno dopo l?intervento chirurgico interessa meno del 5% dei pazienti.

La Duloxetina ( Yentreve ) ? un inibitore della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina che produce sollievo dei sintomi dell?incontinenza urinaria da stress.

Uno studio ha valutato l?efficacia della Duloxetina nel management dell?incontinenza urinaria dopo prostatectomia radicale ed il suo impatto sui parametri urodinamici, come la pressione di chiusura uretrale massima ( MPCU ), abdominal leak point pressure ( ALPP ) e retrograde leak point pressure ( RLPP ).

Allo studio hanno partecipato 18 uomini con incontinenza urinaria da stress, 12 mesi dopo la prostatectomia radicale.

Tutti i pazienti sono stati sottoposti al test del pannolino ( pad test ) per quantificare il grado di urina persa, ed una valutazione urodinamica prima e dopo un trattamento della durata di 3 mesi con Duloxetina ? stata eseguita.

Alla valutazione di pretrattamento il valore medio di ALPP era 52.1cm H2O, MUCP era 52.5cm H2O, e RLPP era 43.1cm H2O.

Dopo 3 mesi di trattamento con Duloxetina, il valore medio di ALPP era 59.1cm H2O, MUCP era 67.3cm H2O, e RLPP era 45.1cm H2O.

L?impiego della Duloxetina ha comportato lieve aumento della pressione di chiusura uretrale massima ed una significativa riduzione della perdita urinaria.
L?azione della Duloxetina a livello dello sfintere estrinseco, fa si che il farmaco non rappresenti un?opzione di trattamento completo per l?incontinenza post-prostatectomia

 808 total views

Vescica iperattiva: l?Ossibutinina per via transdemica ha migliorato la qualit

22 Set 2007 Urologia

Uno studio, coordinato da Ricercatori della NorthWestern University Feinberg School of Medicine, ha valutato la qualit? di vita correlata allo stato di salute ( HRQoL ) e la sicurezza del sistema transdermico all?Ossibutinina ( Oxytrol / Kentera ) nello studio MATRIX.

Allo studio MATRIX ( Multicentre Assessment of Transdermal Therapy in Overactive Bladder With Oxybutynin ) hanno preso parte 2878 partecipanti di et? uguale o superiore ai 18 anni, con diagnosi di vescica iperattiva.

I pazienti sono stati arruolati da 327 Centri.

Tutti i partecipanti sono stati trattati con Ossibutinina con sistema transdermico 3.9 mg/die per 6 mesi o pi?.

La qualit? di vita correlata allo stato di salute ? stata valutata mediante il questionario KHQ ( King?s Health Questionnaire ).

L?endpoint primario era rappresentato dai cambiamenti dei punteggi KHQ dal basale al termine dello studio.

La maggior parte dei partecipanti ( 78,2% ) presentava al basale una forma moderata-grave di vescica iperattiva ( punteggio uguale o maggiore a 4 alla scala Patient Perception of Bladder Condition ).
Il 57,1% dei pazienti era stato in precedenza trattato per vescica iperattiva.

Su 2592 pazienti con punteggi KHQ valutabili al basale, il 92.2% ha riportato urgenza urinaria, e l?88.2% ha riportato incontinenza urinaria da urgenza.

Sono stati osservati miglioramenti in 9 domini su 10, al termine dello studio.
I maggiori miglioramenti sono stati riscontrati nell?Incontinence Impact ( – 13,5 ), Symptom Severity ( -12,4 ), e Role Limitations ( – 13,3 ).

Il trattamento ? risultato ben tollerato, con bassa incidenza di effetti indesiderati anticolinergici, come secchezza delle fauci ( 2,6% ), costipazione ( 1,5% ), e capogiri ( 0,7% ).

Sono state osservate anche reazioni al sito d?applicazione del cerotto, tra cui prurito, eritema, dermatiti ed irritazione, nel 14% dei partecipanti.

Il trattamento con il sistema transdermico all?Ossibutinina ha prodotto significativi miglioramenti nella qualit? di vita correlata allo stato di salute, in modo indipendente rispetto alle caratteristiche basali, nei pazienti adulti con vescica iperattiva.

 655 total views

Fattori associati allo sviluppo di fluttuazioni motorie e discinesia nella malat

21 Set 2007 Neurologia

Le fluttuazioni motorie e la discinesia possono causare disabilit? e ridurre la qualit? della vita nei pazienti con malattia di Parkinson.

Ricercatori del Parkinson Study Group hanno valutato i fattori associati allo sviluppo di fluttuazioni motorie e discinesia.
Inoltre, hanno esaminato la sequenza di presentazione nei singoli pazienti.

E? stata eseguita un?analisi retrospettiva dei dati di uno studio clinico che ha confrontato il Pramipexolo ( Mirapexin ) e la Levodopa come trattamento iniziale della malattia di Parkinson.

I pazienti sono stati seguiti per 48-58 mesi e valutati ad intervalli di 3 mesi per la presenza di fluttuazioni motorie e discinesia.

Il 62.8% dei pazienti ha sviluppato complicanze motorie. Di questi, il 37.6% ha sviluppato fluttuazioni motorie ma non discinesia, il 12,2% discinesia ma non fluttuazioni motorie, il 25.4% fluttuazioni prima della discinesia, il 17.5% discinesia prima della fluttuazione ed il 7.4% ha sviluppato entrambi nel medesimo tempo.

I fattori associati al precoce presentarsi della discinesia sono risultati essere stadio 2 o pi? alla scala Hoehn-Yahr, dosaggio cumulativo di Levodopa, dosaggio equivalente di Levodopa ( Levodopa + Pramipexolo ), e presentazione di fluttuazioni motorie.

Il trattamento con Pramipexolo era associato al presentarsi in tempi successivi di discinesia.

Fattori associati alla precoce presentazione di fluttuazioni motorie sono stati: dosaggio cumulativo di Levodopa, dosaggio cumulativo equivalente di Levodopa, e presentazione di discinesia.

I fattori associati al tardivo presentarsi delle fluttuazioni motorie sono stati: l?et? d?insorgenza di 65 anni o pi?, ed il trattamento con Pramipexolo.

I dati dello studio hanno evidenziato che i pi? alti dosaggi equivalenti cumulativi di Levodopa ( Levodopa + Pramipexolo ) erano associati al precoce presentarsi delle complicanze motorie.
La fluttuazione motoria e la discinesia sembrano essere intercorrelate, poich? la presenza dell?una ? associata al precoce sviluppo dell?altra

 460 total views

Cardiopatia valvolare associata all?impiego degli agonisti della dopamina nella malattia di Parkinson

20 Set 2007 Cardiologia

Gli agonisti della dopamina derivati dall?ergot, spesso impiegati nel trattamento della malattia di Parkinson, sono associati ad un aumentato rischio di cardiopatia valvolare.

Ricercatori degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano hanno eseguito uno studio ecocardiografico in 155 pazienti che stavano assumendo gli agonisti della dopamina per la malattia di Parkinson e 90 soggetti di controllo.

I 155 pazienti stavano assumendo: Pergolide ( Permax / Nopar ) ( n = 64 ), Cabergolina ( Cabaser ) ( n = 49 ) ed agonisti della dopamina non derivati dall?ergot ( n = 42 ).

Il rigurgito valvolare ? stato valutato in base alle raccomandazioni dell?American Society of Echocardiography.

Rigurgito clinicamente importante ( da moderato a grave di grado da 3 a 4 ) ad ogni valvola ? stato riscontrato con maggiore incidenza tra i pazienti che hanno assunto Pergolide ( 23.4% ) o Cabergolina ( 28.6% ), ma non nei pazienti che stavano assumendo agonisti della dopamina non derivati dall?ergot ( 0% ), rispetto ai soggetti di controllo ( 5.6% ).

Il rischio relativo di rigurgito valvolare da moderato a grave nel gruppo Pergolide ? stato di 6.3 per il rigurgito della mitrale ( p = 0.008 ), 4.2 per il rigurgito aortico ( p = 0.01 ) e 5.6 per il rigurgito della tricuspide ( p = 0.16 ), mentre i corrispondenti rischi relativi nel gruppo Cabergolina sono risultati 4.6 ( p = 0.09 ), 7.3 ( p < 0.001 ) e 5.5 ( p = 0.12 ). I pazienti trattati con i derivati dell?ergot che presentavano rigurgito valvolare di grado da 3 a 4 avevano ricevuto una dose cumulativa media significativamente pi? alta di Pergolide o Cabergolina, rispetto ai pazienti con pi? bassi gradi. Lo studio ha mostrato che la frequenza di rigurgito valvolare clinicamente importante era significativamente aumentata nei pazienti che assumevano la Pergolide o la Cabergolina, ma non nei pazienti che erano trattati con agonisti della dopamina non derivati dall?ergot

 655 total views

Efficacia a lungo termine e sicurezza dell?alfuzosina 10 mg monosomministrazione

L?alfuzosina 10 mg somministrata per due anni si ? dimostrata efficace nel miglioramento del sintomo alle basse vie urinarie e della qualit? di vita; ? ben tollerata rispetto al rischio cardiovascolare, includendo anche gli anziani ed i soggetti che necessitano terapie antiipertensive. I disturbi eiaculatori sono poco comuni.
L?alfuzosina pu? persino migliorare alcuni aspetti della funzione sessuale, quali la libido, l?erezione, l?eiaculazione e la soddisfazione della vita sessuale.

L?obiettivo era di dimostrare l?efficacia e sicurezza del trattamento per 2 anni con alfuzosina, un antagonista selettivo dell?adrenorecettore a1, nell?uomo con sintomatologia del basso tratto urinario (LUTS) indice di BPH, nella ?pratica quotidiana?.
839 soggetti maschi europei con LUTS (et? media 67.3 anni) sono stati arruolati da medici generici in uno studio aperto durato 2 anni e sono stati trattati con alfuzosina 10 mg in monosomministrazione giornaliera.
E? stato chiesto loro di compilare il questionario internazionale di valutazione del sintomo prostatico (IPSS), con l?appendice di otto domande (senso di fastidio), ed in relazione alle cinque aree (libido, erezione, eiaculazione, libido, valutazione del problema, e soddisfazione complessiva) del Brief Male Sexual Function Inventory (BSFI). I risultati sono stati analizzati all? endpoint sulla popolazione intent-to-treat.
All? endpoint l? IPSS totala migliorava di 7 punti (-38.5%) dal valore basale (P < 0.001) con 76.9% e 49.7% di uomini che avevano un miglioramento di = 3 punti e > 6 punti , rispettivamente.
C?erano anche significativi miglioramenti nella nocturia (-0.9, -30%; P < 0.001) e altri punteggio di fastidio (-1.8, -43%; P < 0.001) rispetto al basale.
La maggior parte dei pazienti (56%) percepiva un sollievo dei sintomi entro le prime due settimane di trattamento.
Tutte le aree BSFI miglioravano in modo significativo rispetto al basale (P < 0.05; <0.001 per la soddisfazione complessiva) e questi miglioramenti erano pi? marcati negli uomini con LUTS gravi alla valutazione basale. Alfuzosina 10 mg era ben tollerata; l?evento avverso pi? commune correlato alla vasolidatazione era vertigine/vertigine posturale (3.1%).
Disturbi eiaculatori erano poco frequenti (0.3%). Variazioni pressorie erano marginali, anche negli anziani e in coloro che facevano un trattamento antiipertensivo.
In conclusione alfuzosina 10 mg somministrata per due anni si ? dimostrata efficace nel miglioramento del sintomo alle basse vie urinarie e della qualit? di vita; ? ben tollerata rispetto al rischio cardiovascolare, includendo anche gli anziani ed i soggetti che necessitano terapie antiipertensive.
I disturbi eiaculatori sono poco comuni. L?alfuzosina pu? persino migliorare alcuni aspetti della funzione sessuale, quali la libido, l?erezione, l?eiaculazione e la soddisfazione della vita sessuale

 12,991 total views

1 195 196 197 198 199 258

Search

+
Rispondi su Whatsapp
Serve aiuto?
Ciao! Possiamo aiutarti?