Un approccio comune per gestire due patologie molto frequenti e fastidiose

Con l?aumento?dell?et? la prevalenza sia della disfunzione erettile (ED) che dei sintomi alle basse vie urinarie (LUTS), i medici potrebbero essere nella condizione di avere? un approccio comune per gestire simultaneamente queste due patologie altamente prevalenti e fastidiose.

Con l?aumento?dell?et? la prevalenza sia della disfunzione erettile (ED), che dei sintomi alle basse vie urinarie (LUTS), i medici potrebbero essere nella condizione di avere? un approccio comune per gestire simultaneamente queste due patologie altamente prevalenti e fastidiose.
Inoltre, le terapie per le due patologie possono influenzarsi l?un l?altro e questo dovrebbe essere chiaramente preso in considerazione quando si deve scegliere il trattamento.
La farmacoterapia per l?iperplasia prostatica benigna (BPH)/LUTS pu? causare effetti secondari che toccano la funzione sessuale.
Ad esempio, gli inibitori della 5alfa-reduttasi come la finasteride e la dutasteride sono associati con un rischio maggiore di ED, disturbi eiaculatori (EjD) e ridotta libido rispetto al placebo.
Tra i bloccanti della alfa1-adrenergici, la tamsulosina ? associata con un aumento del rischio di EjD.
Comunque certi bloccanti alfa1-adrenergici possono anche avere un impatto positivo sull?erezione.
Questo ? il caso dell?alfuzosina, che ha mostrato di aumentare la funzione erettile nei modelli sperimentali, probabilmente riducendo il tono simpatico e rilassando in tal modo le cellule della muscolatura liscia dei corpi cavernosi.
Gli inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE-5) sono comunemente usati pre trattare la ED.
C?? una crescente evidenza che questi farmaci potrebbero avere anche un impatto positivo sulla LUTS, probabilmente attraverso la via dell?ossido nitrico che ? un importante mediatore del rilassamento della muscolatura liscia della? vescica e uretrale, e potrebbero modulare il tono della muscolatura liscia prostatica.
Quindi i bloccanti Alfa1-adrenergici e gli inibitori della PDE-5 possono avere un impatto positivo sia su ED che LUTS. Sebbene siano necessari studi controllati con placebo per confermare l?impatto di questi farmaci, da soli o in combinazione, sia su ED che LUTS, questi dati rafforzano il bisogno di un approccio comune per gestire queste due patologie molto frequenti e fastidiose.

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L?esercizio pu? alleviare i sintomi cronici della prostatite

17 Set 2007 Urologia

Ricercatori italiani riportano che soggetti con prostatite cronica o sindrome dolorosa pelvica possono avere un sollievo significativo dall?esercizio aerobico. L?infiammazione cronica della prostata pu? indurre un dolore continuo difficile da trattare, ma la causa di questa sintomatologia dolorosa non ? chiara.
E? molto comune negli uomini tra i 36 e i 50 anni, con sintomi che includono dolore e infiammazione pelvica, testicolare, penile, o rettale.
Urinazione frequente e difficolt? sessuale sono anche sintomi comuni.
Gianluca Giubilei e colleghi dell?Ospedale Careggi di Firenze?hanno pubblicato?sul The Journal of Urology che questi soggetti hanno una scarsa qualit? di vita e la maggior parte di essi non ha benefici significativi a lungo termine dal trattamento sintomatologico.
Per studiare l?impatto dell?esercizio aerobico su pazienti con prostatite cronica o sindrome pelvica dolorosa, sono stati reclutati 231 maschi tra i 20 ed i 50 anni che non rispondevano al trattamento convenzionale e potevano praticare un?attivit? fisica di moderata intensit?.
I soggetti erano assegnati in modo random al gruppo con esercizio aerobico o a quello di controllo che partecipava agli esercizi di stretching e di movimento.
In tutto, il 75% del gruppo aerobico e l?82% con placebo completavano il programma di 18 settimane.
I parametri di riferimento mostravano un significativo miglioramento in entrambi i gruppi, ma i miglioramenti nel gruppo con esercizi aerobici erano significativamente maggiori che nel gruppo di controllo nei punteggi?riguardanti la?sintomatologia cronica della prostatite, della qualit? di vita e del dolore.
In base a questi dati Giubilei e colleghi?hanno concluso?che l?esercizio aerobico ? “un?opzione valida di trattamento e dovrebbe essere ulteriormente investigato in uno studio pi? ampio con follow-up pi? lunghi.”

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La motilit? della colecisti predice l?andamento della patologia litiasica

In pazienti con pregressi di dolore biliare, l?osservazione di una ridotta motilit? della colecisti pu? essere usata per scegliere una strategia attendistica, mentre la persistenza di una sintomatologia biliare unita ad una forte motilit? della colecisti pu? suggerire la necessit? di ricorrere all?intervento chirurgico.

Secondo un report dell? American Journal of Gastroenterology di novembre una maggiore motilit? della colecisti ? un fattore di rischio di dolore biliare in pazienti con calcoli biliari.
“Le decisioni sulla migliore strategia terapeutica nella patologia litiasica sono correlate non solo al quadro clinico (presenza di dolore biliare) ma anche alla valutazione della motilit? della colecisti? ha dichiarato Davide Festi della Universit? di Bologna. Festi e colleghi hanno investigato l?influenza della funzione motoria della colecisti sullo sviluppo o? ricorrenza della sintomatologia in 153 pazienti con malattia litiasica non complicata.
Gli studi sulla motilit? comprendevano misurazioni seriali con ultrasuoni dei volumi della colecisti a digiuno e post prandiali.
La percentuale di svuotamento della colecisti era significativamente maggiore in pazienti con episodi recenti di dolore biliare rispetto a pazienti asintomatici o pazienti con episodi remoti di dolore biliare ed i risultati mostrano che i volumi residui erano anche pi? piccoli in pazienti con dolore biliare recente.
I ricercatori hanno rilevato che incrementi dello svuotamento della colecisti nel tempo erano associate allo sviluppo dei sintomi, mentre le riduzioni erano associate alla risoluzione o assenza continuata di sintomi.
Nei pazienti sintomatici, una percentuale di svuotamento di circa il 70% era predittiva di ulteriori sintomi.
In quelli asintomatici, una percentuale di svuotamento sotto il 55% prediceva una persistente assenza di sintomi.
“In tutti i pazienti con calcoli biliari, la valutazione della motilit? della colecisti ? stata eseguita al momento della diagnosi,” ha detto Festi
Nei soggetti asintomatici questa valutazione pu? essere eseguita annualmente durante il follow-up, ma in quelli sintomatici dovrebbe essere eseguita pi? spesso; in effetti?i pazienti con pregressi di dolore biliare, l?osservazione di una ridotta motilit? della colecisti pu? essere utilizzata per scegliere una strategia di attesa, mentre la persistenza di una sintomatologia biliare unita ad una forte motilit? della colecisti pu? suggerire la necessit? di ricorrere all?intervento chirurgico.

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Reflusso gastro-esofageo – esperienza nella pratica quotidiana

Il reflusso gastro-esofageo ? uno dei pi? comuni disturbi incontrati nella pratica medica quotidiana, con molte guidelines disponibili per la diagnosi e trattamento.
La prevalenza e l? incidenza sono in crescita: in dieci anni ed il numero ridotto di pazienti con forme gravi ? indicativo di un accresciuta attenzione verso questo disturbo.
I bruciori di stomaco ed il rigurgito sono segni della patologia. ?Il punteggio sintomatologico nei pazienti con forme moderate ? significativamente pi? alto che nei pazienti che presentano esofagiti gravi, NERD o esofago di Barrett:?E’ anche maggiore il reflusso, e la disfagia ? spesso il solo sintomo presente nell?esofagite grave.
Pazienti con esofagite hanno un punteggio significativamente pi? elevato che nei pazienti con esofago di. Barrett.
I punteggi di bruciore e rigurgito acido sono significativamente pi? alti nell?esofagite da reflusso.
L?obiettivo primario del trattamento ? la completa remissione clinica e prevenzione delle complicanze a lungo termine.
In uno studio con un follow-up da 4.5 a 7.5 anni in pazienti con esofagite da reflusso veniva rilevato che l? 85% usava una terapia acido-soppressivo, principalmente su base giornaliera, ma la maggioranza non era completamente? libera da reflusso. Nonostante il grado di esofagite da reflusso sia correlato con il rischio di ricaduta, anche i pazienti nei quali inizialmente venivano diagnosticati gli stadi pi? gravi (gradi III e IV) non usavano pi? i farmaci.
Il trattamento di queste patologie da reflusso con antiacidi ? uno dei maggiori fattori di spesa nel budget sanitario di tutte le nazioni, e possibili tagli potrebbero essere effettuati nelle terapie di mantenimento: per questa ragione sono necessarie ulteriori? valutazioni dei risultati delle terapie in casi di terapie croniche di mantenimento e delle guidelines da seguire per la terapia di mantenimento o per quella on-demand.

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PSA e Prognosi del Tumore della Prostata

14 Set 2007 Oncologia

Il procedimento diagnostico rappresenta un processo decisionale complesso in cui il medico deve considerare i risultati dei test, i sintomi, l’aspetto del paziente e l’intuizione definendo singole ?probabilit? a posteriori? in un processo incerto e parziale che si realizza in modo informale e intuitivo. Per un prevalente scetticismo verso le complesse manipolazioni matematiche e un bisogno di semplicit? e chiarezza spesso nei medici prevale la tendenza a dicotomizzare i risultati dei test diagnostici, ovvero considerarli positivi o negativi per il rischio considerato.
La divisione dei risultati in due categorie per decidere se fare una biopsia per il tumore della prostata ha rappresentato la modalit? prevalente di utilizzo del Antigene Prostatico Specifico (PSA) fin dalla sua introduzione, generando sovradiagnosi in un rilevante numero di casi. Tutto questo ha portato ad una diversa modalit? d’impiego del PSA valutando il suo cambiamento percentuale nel tempo (PSA velocity) con lo scopo di discriminare le neoplasie prostatiche evolutive e letali da quelle indolenti che potranno essere tranquillamente ignorate dal medico.
Gli urologi del Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora hanno condotto uno studio, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute , in cui sono stati analizzati i valori di PSA velocity ottenuti da una analisi retrospettiva del monitoraggio del PSA eseguito in 980 uomini per un periodo di 39 anni nell’ambito del Baltimore Longitudinal Study of Aging. Tra tutti i soggetti studiati 856 non presentavano cancro alla prostata, 104 erano portatori di una neoplasia prostatica, ma erano vivi o morti per altra causa e 20 erano deceduti per cancro della prostata. La popolazione studiata ? stata stratificata per il PSA velocity in diversi gruppi nei quali ? stato calcolato il Rischio Relativo (RR) di mortalit? e la sopravvivenza specifica per cancro della prostata. Una PSA velocity ≤35ng/ml/anno, misurata 10-15 anni prima della diagnosi (quando la maggior parte dei livelli di PSA erano < 4,0ng/ml) ? risultata associata sia ad una maggiore sopravvivenza specifica per cancro della prostata dopo 25 anni che ad un minor rischio relativo di morte per cancro della prostata.

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Neuropatia diabetica: C-peptide migliora forme iniziali

Il C-peptide migliora la funzionalit? dei nervi sensoriali nei pazienti con diabete di tipo 1 con neuropatia diabetica in fase precoce.
Contrariamente all’opinione prevalente, il C-peptide ? infatti un peptide bioattivo che i suoi effetti possono risultare molto importanti nella preservazione della funzionalit? microvascolare: i pazienti con deficit di C-peptide, pertanto, come quelli con diabete di tipo 1, dovrebbero ricevere un’integrazione di C-peptide sin dall’esordio della malattia. Il C-peptide potrebbe essere di beneficio non soltanto per la funzionalit? neurale, ma anche per il trattamento e la prevenzione di altre complicazioni a lungo termine del diabete di tipo 1: dati clinici e preclinici indicano che questa molecola ? utile nel migliorare anomalie sia funzionali che strutturali della nefropatia diabetica in questi pazienti.

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Leucoplachia laringea: effetti chemiopreventivi dell’acido folico

Era stato precedentemente osservato che i pazienti con carcinoma squamoso di testa e collo o con leucoplachia laringea presentano una significativa riduzione nei livelli plasmatici di folati. I dati raccolti nel presente studio supportano l’ipotesi secondo cui l’insufficienza di folati sia un fattore di rischio a lungo termine che aumenta nel corso degli anni il tasso di progressione cancerogenica susseguente all’esposizione a cancerogeni ambientali. L’integrazione di folati, da sola o in combinazione con altri agenti chemiopreventivi, pu? ridurre il rischio di progressione in una mucosa gi? geneticamente alterata, e soprattutto nei pazienti con ipofolatemia. Ci? ? importante, soprattutto in quanto la leucoplachia laringea ha la tendenza a recidivare, spesso con progressione istologica e persino trasformazione. (Cancer online 2006, pubblicato il 13/6)

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Test PSA raccomandato negli uomini anziani con ematuria persistente

11 Set 2007 Oncologia

Il tumore prostatico viene rilevato in un’elevata percentuale di uomini di et? compresa fra 50 e 79 anni con ematuria persistente, e pertanto questi soggetti dovrebbero essere automaticamente sottoposti a test del PSA.
Probabilmente per? non vi ? alcuna connessione diretta fra ematuria e tumore prostatico, dato che comunque il tasso di rilevamento risulta pi? elevato nei soggetti con ematuria microscopica che in quelli con ematuria macroscopica.
Secondo alcuni, il test del PSA dovrebbe essere applicato sia in presenza che in assenza dell’ematuria.
Vanno dunque effettuati studi prospettici su popolazioni non selezionate per determinare se l’ematuria sia un fattore di rischio di tumore prostatico.

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Coliche infantili: efficace terapia probiotica

10 Set 2007 Pediatria

Il Lactobacillus reuteri pu? avere un ruolo nel trattamento delle coliche infantili, migliorando rapidamente e significativamente i sintomi correlati.
Il profilo di sicurezza dei probiotici li rende un’alternativa favorevole a tutte le altre opzioni terapeutiche per neonati allattati al seno con coliche.
E’ possibile che il probiotico abbia un effetto antinfiammatorio sull’intestino, modulando la risposta immune e pertanto anche la motilit? dell’intestino infantile.
Dato che ceppi di probiotici specifici hanno propriet? e target peculiari nella microflora batterica intestinale, esercitando effetti diversi sulla salute, potrebbero essere effettuati ulteriori studi per esaminare il ruolo di altre specie probiotiche e per identificare il ceppo ideale per il trattamento delle coliche infantili.

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Nuovo trattamento promettente per il mal di schiena

La tossina botulinica pu? dare sollievo a soggetti con mal di schiena
Si tratta proprio della stessa sostanza che le donne utilizzano da anni per nascondere i segni dell?invecchiamento iniettandola sulla fronte. Essa riduce le rughe paralizzando i muscoli facciali
Nel caso del mal di schiena il razionale ? analogo: “riducendo lo spasmo muscolare nella schiena di un soggetto, i muscoli sono in grado di rilassarsi e si riduce il dolore ? ha detto il Dr. Tanenbaum.
Il ricercatore usa un computer per localizzare il muscolo spastico ed inietta la tossina botulinica che impiega qualche giorno per funzionare arrestando la contrazione muscolare.
L?uso di questa sostanza non ? ancora approvato dalla FDA nel mal di schiena e il costo ? ancora elevato per i pazienti. Inoltre gli effetti sono temporanei ed occorre ripetere le iniezioni ogni tre mesi

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