Diabete: supporto decisionale aiuta a varutare pro e contro della terapia statin

Il supporto decisionale “Statin Choice”, specificamente progettato per i pazienti con diabete di tipo 2, migliora la comprensione del proprio profilo cardiovascolare da parte di questi ultimi, e li aiuta a prendere decisioni sull’eventuale trattamento con un farmaco statinico. Molteplici studi hanno dimostrato che alcuni pazienti diabetici, nonostante l’incremento del rischio cardiovascolare, non aderiscono bene alla terapia statinica, e ci? potrebbe essere dovuto alla mancanza di un coinvolgimento adeguato del paziente nel processo decisionale. I pazienti che fanno uso dello Statin Choice stimano meglio il proprio rischio cardiovascolare, ed hanno un maggior potenziale per la sua riduzione con la terapia statinica, peraltro con una maggiore compliance. (Arch Intern Med 2007; 167: 1076-82)

 550 total views

Ipertiroidismo: trattamento con iodio radioattivo associato ad aumento prevalenz

I pazienti trattati con iodio radioattivo per ipertiroidismo presentano un aumento del rischio di tumori, soprattutto a livello di stomaco, reni e mammelle. Lo iodio radioattivo viene comunemente utilizzato come terapia di prima linea per l’ipertiroidismo, ed anche se viene usato a questo scopo sin dal 1940, rimangono preoccupazioni sul rischio susseguente di tumori maligni. L’incremento del rischio di tumore con la dose cumulativa di iodio radioattivo ed il fatto che il rischio non risulti pi? elevato dopo cinque anni di trattamento ma solo dopo 10, dopo una latenza minima per lo sviluppo da tumori indotti da radiazioni, suggeriscono che le radiazioni potrebbero spiegare l’incremento del rischio tumorale. In ogni caso, il rischio assoluto di tumore in questi pazienti rimane basso. (Cancer 2007; 109: 1972-9)

 689 total views

La radiofrequenza giova al CA epatico

L’ablazione percutanea a radiofrequenza ad elettrodi multipli rappresenta un trattamento sicuro ed efficace per le neoplasie epatiche grandi o multiple. Una delle pi? grandi limitazioni nelle attuali tecniche di ablazione a radiofrequenza ? l’impossibilit? di trattare efficacemente i tumori di grandi dimensioni: queste tecniche possono potenziare soltanto un elettrodo e creare zone di ablazione relativamente limitate, ma di recente ? divenuto disponibile per l’applicazione clinica un nuovo sistema monopolare ad elettrodi multipli. Bench? i risultati a breve termine siano promettenti, comunque, ? necessario un monitoraggio pi? prolungato per determinare l’impatto di questa nuova tecnica su sopravvivenza del paziente e tassi di recidiva del tumore. (Am J Roentgenol 2007; 188: 1485-94)

 477 total views

Risedronato settimanale nell’osteoporosi maschile

26 Ago 2007 Ortopedia

L’osteoporosi maschile ? una condizione comune, clinicamente importante, ed ancora ampiamente sottostimata.

Una condizione comune: circa il 25-30% delle fratture di femore si verifica nell’uomo. Il progressivo invecchiamento della popolazione si traduce in un aumento dell’incidenza globale e dei costi sanitari, come recentemente dimostrato anche nel nostro Paese.

Una condizione clinicamente importante: la mortalit? associata a fratture ? superiore nell’uomo rispetto alla donna, raggiungendo il 30% un anno dopo frattura di femore. A fronte di questi dati, la consapevolezza del problema ? ancora scarsa, e anche nei casi conclamati (frattura di femore), la percentuale dei pazienti che ricevono un trattamento adeguato ? marcatamente minore rispetto alla popolazione femminile.

 592 total views

Terapia mieloablativa allontana il linfoma

25 Ago 2007 Oncologia

La terapia mieloablativa con trapianto di midollo osseo autologo durante una seconda o susseguente fase di remissione garantisce una libert? prolungata dalle recidive nei pazienti con linfoma follicolare. In assenza di studi schiaccianti di fase III ed alla luce dei progressi nel campo dell’immunoterapia, la terapia mieloablativa non ? di impiego comune in questi pazienti. Il presente studio suggerisce comunque che questa terapia potrebbe garantire la libert? prolungata dalle recidive, ma non ? noto al momento se questo trattamento sia rilevante o necessario, oppure se strategie pi? innovative lo renderanno ridondante. (J Clin Oncol 2007; 25: 2554-9)

 509 total views

Bisfosfonati vincono resistenza agli antibiotici

Alcuni bisfosfonati sono in grado di interrompere un processo chiamato trasferimento coniugativo del DNA, la vi aprincipale di propagazione delle resistenze fra i batteri, targettando selettivamente la proteina relassasi. L’inibizione della relassasi coniugativa ? un potenziale approccio antimicrobico innovativo morato selettivamente verso i batteri in grado di trasferire la resistenza agli antibiotici e generare ceppi plurifarmacoresistenti. La possibilit? di inibire il processo di trasmissione delle resistenze e di eliminare i ceppi gi? resistenti potrebbe avere un impatto significativo sul trattamento delle malattie infettive. (PNAS Early Edition online 2007, pubblicato il 9/7)

 463 total views

Terapia dei tumori colorettali avanzati

23 Ago 2007 Oncologia

Nei pazienti con tumori colorettali avanzati e non curabili, due nuovi studi mettono in discussione il principio secondo cui il trattamento massimo tollerabile debba essere sempre utilizzato come terapia di prima linea: i risultati di entrambi gli studi infatti fanno rilevare che rispetto alla chemioterapia combinata, quella sequenziale con gli stessi farmaci non compromette la sopravvivenza e riduce la tossicit?. Vi sono comunque ancora prove a supporto della terapia combinata iniziale quale pietra angolare del trattamento del tumore colorettale metastatico, almeno per la maggior parte dei pazienti. Sono necessari fattori prognostici e predittivi convalidati, come quelli genomici, per definire quali siano i pazienti in cui vale la pena di applicare una terapia pi? intensiva, ed idealmente anche il trattamento da usare. Fino ad allora sar? necessario massimizzare i benefici per ciascun paziente con un approccio basato sulla prognosi e sulla presentazione della malattia. (Lancet 2007; 370: 105-7, 135-42 e 143-52)

 410 total views

Melanoma familiare: vale la pena monitorare

Un programma rivolto ai parenti di soggetti con melanomi cutanei e sindrome del nevo displastico ereditari ha raggiunto risultati positivi. Tale programma era volto ad attivit? di rilevamento e prevenzione nelle stirpi con melanoma familiare, e ha portato al rilevamento precoce di pochi casi di diagnosi di melanoma nei soggetti osservati. Molti dei melanomi osservati sono in fase considerevolmente meno avanzata rispetto a quanto accade nella popolazione generale, e molti sono di tipo non invasivo: il programma dunque porta ad una bassa incidenza dei melanomi nel periodo di monitoraggio, e quelli che compaiono hanno caratteristiche prognosticamente favorevoli. (J Clin Oncol 2007; 25: 2819-24)

 436 total views

Imaging a banda ristretta identifica lesioni vie aeree inosservate con broncosco

La displasia ed i cambiamenti maligni nelle vie aeree possono essere osservati mediante imaging a banda ristretta (NBI) quando non vengono rilevati alla broncoscopia a luce bianca. In tutti i casi di atipia cellulare (malignit? e displasie), infatti, la NBI risulta pi? sensibile della broncoscopia, e ne migliora significativamente il potere diagnostico, pur senza sostituirla. Essa comunque necessita di esami accurati sia come tecnologia a s? stante che in raffronto ad altre strategie d’immagine, fra cui la broncoscopia ad autofluorescenza, nell’abito di studi clinici. Le indicazioni per il futuro comprendono la combinazione della NBI con i marcatori molecolari nei soggetti ad alto rischio di tumori polmonari. (Chest 2007; 131: 1794-9)

 450 total views

Morbo di Crohn: terapia antimicobatterica non previene recidive

Una combinazione di farmaci volta ad eradicare l’infezione da Micobacterium avium della paratubercolosi (MAP) non risulta efficace nella prevenzione delle recidive nei pazienti con morbo di Crohn attivo. Gli antibiotici sono utili nel morbo di Crohn, e rappresentano una via terapeutica alternativa che pu? essere battuta, ma il ruolo del MAP non ? stato supportato dal presente studio. Esso comunque ha rivelato una significativa efficacia a breve termine degli antibiotici aggiunti ai corticosteroidi, anche se tale efficacia non si mantiene nel tempo. Essi dunque potrebbero essere usati, ma non come terapia di prima linea a causa dei loro costi. (Gastroenterology 2007; 132: 2313-9 e 2594-8)

 517 total views

1 198 199 200 201 202 258

Search

+
Rispondi su Whatsapp
Serve aiuto?
Ciao! Possiamo aiutarti?