Un nuovo normogramma predice la progressione del tumore prostatico a seguito della radioterapia d’emergenza a seguito di prostatectomia radicale meglio di altri modelli precedentemente pubblicati. In passato, la radioterapia d’emergenza ? stata relativamente sottoutilizzata in quanto vi era una diffusa percezione secondo cui la maggior parte dei pazienti con un incremento del PSA dopo la chirurgia avessero gi? un coinvolgimento sistemico occulto, e la radioterapia non fosse probabilmente di beneficio se la malattia si fosse diffusa al di fuori della regione pelvica: grazie a questo ed ad altri studi, questa percezione ? cambiata. (J Clin Oncol 2007; 25: 2035-41)
E’ stato riscontrato un caso di batteriemia causato da un microorganismo appartenente al tipo Bartonella, ma distinto da ogni sottospecie nota, e denominata Bartonella rochalimae. Il paziente manifesta febbre, batteriemia, splenomegalia, anemia e punture d’insetto multiple. Lo scopo degli autori adesso ? unire i dati di laboratorio con fattori clinici ed epidemiologici, onde riconoscere, diagnosticare, trattare e cosa pi? importante prevenire meglio la malattia negli esseri umani. Nelle prossime fasi di studio su questa nuova specie sar? importante identificare il vettore ed ogni altro reservoir mammifero della Bartonella rochalimae. (N Engl J Med 2007; 356: 2381-7)
I flavonoidi, sostanze antiossidanti presenti nella frutta e nella verdura, non sono generalmente ritenuti nutrienti essenziali, ma essi svolgono un importante ruolo nella salute dell?individuo.
Studi hanno dimostrato che c?? una significativa correlazione inversa tra il consumo di cibi ricchi in flavonoidi ( vino, t? verde, frutta e verdura ), e la malattia cardiovascolare.
Il cacao, o il cioccolato nero, ? considerato una delle fonti pi? concentrate di flavonoidi.
Ricercatori dello Yale Prevention Research Center, negli Stati Uniti, hanno condotto uno studio per valutare se il consumo di cacao sia in grado di produrre benefici duraturi sulla funzione endoteliale.
E? stata misurata la funzione endoteliale dell?arteria brachiale mediante la dilatazione mediata dal flusso negli adulti con indice di massa corporea ( BMI ) compreso tra 25 e 35 kg/m2.
Allo studio hanno preso parte 45 individui che sono stati assegnati in modo casuale a uno di tre gruppi: cacao senza zucchero, cacao con zucchero o placebo.
Per 6 settimane, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a valutazione della dilatazione mediata dal flusso dell?arteria brachiale, prima o dopo l?assunzione giornaliera di cacao o di placebo.
Dei 39 individui che hanno completato lo studio, la dilatazione mediata dal flusso ? migliorata in modo significativo tra i soggetti che hanno fatto uso del cacao senza zucchero ( 2.4% ) e del cacao con lo zucchero ( 1.5% ) rispetto al placebo ( -0.8% ).
Lo studio ha dimostrato che il consumo di cioccolato nero migliora la funzione endoteliale.
Fonte: American College of Cardiology Meeting, 2007
Nonostante recenti indicazioni secondo cui la rimozione di tre linfonodi sentinella nelle donne con tumore mammario sia abbastanza per una biopsia, sarebbe necessario rimuovere tutti i linfonodi sentinella per ridurre il rischio dei risultati falsi negativi. La rimozione di pi? linfonodi, se presenti, aumenta di poco la morbidit?, ed aumenta la possibilit? di riscontrare tumori. Probabilmente un numero ideale di linfonodi da rimuovere non esiste: ? necessario evitare di non riscontrare la malattia se presente, minimizzando al contempo la morbidit?. Sono attualmente allo studio nuovi traccianti radioattivi che potrebbero consentire la rimozione di meno linfonodi. (Arch Surg 2007; 142: 456-60)
Altro che ospedali. Secondo uno studio Usa, negli ultimi anni si ? assistito a un vero e proprio boom di infezioni da stafilococco aureo contratte fuori dalle corsie (CA-MRSA). Sono le cosiddette infezioni di comunit?: prese in carcere, nelle residenze assistenziali, ma anche nella pratica di alcuni sport o diffuse tra i tossicodipendenti che usano droghe per via endovenosa. Infine, anche tra chi si tatua o ha scarsa cura dell’igiene personale. La ricerca statunitense, condotta dal centro medico della Rush University e dall’ospedale John Stronger Jr. di Chicago, rivela che le infezioni multiresistenti da stafilococco aureo non contratte in ospedale sono passate dai 24 casi ogni 100 mila persone del 2000 ai 164,2 casi del 2005. Al contrario – aggiungono i ricercatori sugli Archives of Internal Medicine – il numero di infezioni batteriche che ben rispondono agli antibiotici ? rimasto stabile nel periodo osservato. “A riprova del fatto che le infezioni multiresistenti si aggiungono a quelle trattabili, e non le sostituiscono”. Secondo l’equipe, le ragioni di questa impennata di infezioni “restano inspiegabili. Ma certo non ? pi? possibile, alla luce di questi dati – concludono – accusare solo gli ospedali di essere la causa delle infezioni da stafilocco”.
Gli uomini con una velocit? del PSA superiore a 2 ng/ml/anno presentano un rischio di mortalit? tumore prostatico-specifica significativamente superiore rispetto a coloro con qualsiasi altro singolo fattore di alto rischio. Per quanto riguarda i tassi di mortalit? tumorale nei pazienti con un singolo fattore di rischio, il rischio di morire di tumore prostatico nei pazienti sottoposti a prostatectomia radicale o terapia radiante ad impulsi esterni risulta sei-nove volte maggiore in presenza di una velocit? superiore a due: ci? surclassa qualsiasi altro fattore di rischio, compresa la scala di Gleason. Era stato gi? dimostrato che la velocit? del PSA prima della diagnosi di tumore prostatico predice stadio e grado del tumore ed anche l’intervallo di tempo prima della recidiva. Nei pazienti pi? a rischio sarebbe opportuno applicare pi? di un singolo trattamento per ottenere il miglior tasso di cura: le combinazioni possibili comprendono radioterapia e terapia ormonale o chirurgia e terapia neoadiuvante. Un elevato livello di PSA o un alto stadio clinico sulla base degli esami, comunque, non escludono la possibilit? di un esito positivo. (Cancer online 2007, pubblicato il 25/5)
La ricerca di globuli bianchi e rossi nelle urine pu? aiutare a discriminare le forme cardioemboliche di ictus da quelle non cardioemboliche. Conoscere il sottotipo dell’ictus ? importante nella valutazione della prognosi e nella scelta del trattamento ottimale, ma al momento distinguere le forme cardioemboliche dalle altre pu? essere difficile. Date queste difficolt?, nonch? l’elevata e diffusa disponibilit? dell’esame delle urine e gli scarsi costi ad esso associati, la potenzialit? del contributo dell’analisi delle urine alla classificazione dell’ictus cardioembolico necessita di studi di conferma in popolazioni indipendenti. (Arch Neurol 2007; 64: 557-70)
L’esposizione ai pesticidi ? associata al rischio di morbo di Parkinson. Sembra che quest’ultimo non sia una singola malattia, ma un insieme di patologie fenotipicamente simili: una gamma variabile di interazioni genetiche ed ambientali potrebbe produrre queste patologie, e pu? darsi che ogni singolo fattore di rischio influenzi soltanto i soggetti suscettibili. L’associazione fra esposizione a pesticidi e morbo di Parkinson potrebbe essere causale, e la perdita di coscienza di natura traumatica ripetuta ? associata ad un aumento del rischio. L’esposizione a pesticidi, comunque, rappresenta un fattore di rischio potenzialmente modificabile. (Occup Environ Med online 2007, pubblicato il 30/5)
L’iperglicemia postprandiale ? pi? comune dell’iperglicemia a digiuno nei pazienti con diabete di tipo 2 con mancata diminuzione notturna della pressione. Al momento non ? il caso di raccomandare variazioni del trattamento antidiabetico per il ripristino della corretta variabilit? pressoria, ma considerando l’importanza dell’iperglicemia postprandiale per gli eventi cardiovascolari, sarebbe opportuno trattare sia l’iperglicemia a digiuno che quella postprandiale in questi pazienti. Il collegamento meccanico fra anomalie della variabilit? pressoria notturna e anomalie del metabolismo del glucosio rimane poco chiaro: l’anello mancante potrebbe consistere in una disfunzione autonomica e delle cellule endoteliali. (Am J Hypertens 2007; 20: 541-5 e 546-7)
La retinaldeide, un metabolita della vitamina A, incrementa la generazione di tessuto adiposo e diminuisce la sensibilit? all’insulina. Gli inibitori della retinaldeide, d’altro canto, diminuiscono il tessuto adiposo e l’obesit? indotta dalla dieta. E’ sempre pi? riconosciuto che i retinoidi, quali derivati naturali della vitamina A, possono svolgere ruoli importanti e alquanto specifici nel controllo dell’espressione genica, e di conseguenza anche le risposte quali bilancio energetico, obesit? e diabete. Ora che ? noto che la retinaldeide pu? svolgere un ruolo importante a livelli diversi dall’occhio, fra cui nella localizzazione del tessuto adiposo, le vie che controllano i livelli di retinaldeide possono divenire target per la terapia farmacologica. Questi dati non indicano la necessit? di un eccesso di somministrazione di vitamina A: una dieta ben bilanciata ? sempre ottimale, e l’eccesso di vitamina A pu? essere associato a problemi per la salute. (Nature Medicine online 2007, pubblicato il 31/5)