Tumori: nuove linee guida per nutrizione ed esercizio nei sopravvissuti

3 Apr 2007 Oncologia
Sono state editate nuove linee guida su nutrizione ed attivit? fisica nei pazienti sopravvissuti ad un tumore.
Questi pazienti sono di solito molto motivati a ricercare informazioni su scelta dei cibi, attivit? fisica ed integratori alimentari per migliorare esiti del trattamento, qualit? della vita e sopravvivenza.
I dati disponibili suggeriscono che l’esercizio non soltanto ? sicuro e praticabile durante il trattamento antitumorale, ma pu? anche migliorare la funzionalit? fisica e alcuni aspetti della qualit? della vita; non ? noto se esso abbia un qualche effetto sul tasso di completamento della terapia o sui suoi esiti: i soggetti che ricevono chemioterapia o radioterapia e praticano gi? attivit? fisica potrebbero dover limitare l’intensit? dell’esercizio temporaneamente, ma l’obiettivo dovrebbe essere quello di mantenere l’attivit? fisica per quanto possibile.
Quanto all’alimentazione, i benefici dell’assumere una gran variet? di frutta e verdura probabilmente superano gli effetti positivi di ogni singolo componente di questi cibi, in quanto vitamine, minerali e altri elementi fitochimici agiscono sinergicamente.
E’ raccomandabile che questi pazienti assumano almeno cinque portate di frutta e verdura varie al giorno.

(CA Cancer J Clin. 2006; 56: 323-53)

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Melanomi: assistenza del partner migliora auto-esame della cute

2 Apr 2007 Oncologia

L’apprendimento dell’auto-esame della cute in compagnia del partner piuttosto che da soli migliora significativamente le probabilit? che il paziente lo effettui e rilevi lesioni problematiche: il 50 percento dei melanomi viene infatti individuato dagli stessi pazienti. Nei soggetti a rischio, il rilevamento precoce delle lesioni tramite auto-esame della cute ? una strategia efficace per la diminuzione della mortalit? e del carico fisico ed emotivo della malattia. L’apprendimento di coppia potrebbe dunque essere pi? efficace di quello singolo per quanto riguarda gli interventi volti ad insegnare e promuovere i comportamenti sani, come questo: il partner pu? costituire un rinforzo sociale per il paziente, ed assisterlo nel controllo di punti difficili da raggiungere da soli. D’altro canto, ? stato dimostrato che il supporto del coniuge rappresenta un aiuto tangibile nella ripresa dalle cardiopatie e nella compliance ai regimi terapeutici, come ad esempio le diete ipolipidemizzanti. Ci si attende che l’apprendimento di coppia possa promuovere altri aspetti correlati alla salute, come ad esempio la diagnosi precoce e la prevenzione di altri tumori cutanei. (Arch Dermatol. 2007; 143: 37-41)

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Cardiopatie congenite connesse ai maggiori difetti neonatali

I difetti neonatali sono le principali cause di ricoveri pediatrici e spese sanitarie, e sono responsabili del 20 percento del totale della mortalit? neonatale. Difetti quali l’ipoplasia cardiaca sinistra possono implicare diversi interventi successivi che possono necessitare di ricovero durante l’infanzia, e sono quindi necessari studi approfonditi per esaminare i costi economici e psicosociali a carico dei neonati con difetti di nascita e delle loro famiglie. Dal 2003 ad oggi ? stato osservato un aumento delle nascite pretermine: bench? ulteriore tempo gestazionale sia connesso ad una diminuzione del rischio di mortalit? e morbidit? a lungo termine, i neonati pretermine pi? tardivi rimangono maggiormente a rischio di quelli nati in tarda gravidanza, (MMWR. 2007; 56 (02): 25-9 e 33)

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Esercizio di resistenza promuove rimodellamento ventricolare destro ed aritmie

La partecipazione a sport che richiedono un forte allenamento sulla resistenza pu? predisporre gli atleti ad aritmie ventricolari e lievi disfunzioni ventricolari destre, sollevando la possibilit? che l’esercizio di resistenza non solo scateni queste aritmie ma promuova anche il rimodellamento del ventricolo destro. Quando questi atleti presentano aritmie, esse originano dal ventricolo destro, in assenza di cause comuni quali coronaropatie o cardiomiopatia ipertrofica. Ci? potrebbe riflettere un processo sproporzionato di adattamento nel ventricolo destro. Dato che spesso non si giunge ad una vera e propria diagnosi di cardiomiopatia destra in questi pazienti, va chiarito se siano necessari nuovi criteri di diagnosi per forme di cardiomiopatia aritmogena negli atleti, nel caso in cui si tratti di forme lievi preliminari, o se questi processi abbiano a che fare con l’allenamento sulla resistenza in s?. (Eur Heart J online 2007, pubblicato l’8/1)

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Morbo di Alzheimer: antipsicotici non alimentano declino cognitivo

30 Mar 2007 Neurologia

Contrariamente a quanto precedentemente riportato, la terapia antipsicotica non contribuisce al declino cognitivo nei pazienti con morbo di Alzheimer. Bench? la cautela sia comunque necessaria nella prescrizione di questi farmaci ai pazienti con morbo di Alzheimer, l’incremento del deterioramento non risulta dell’entit? precedentemente riportata. Molti pazienti con morbo di Alzheimer vengono trattati anche con antipsicotici, spesso per migliorare i sintomi neuropsichiatrici ad esso associati. Bench? la mortalit? sia pi? elevata in questi casi, essa riflette la maggiore et? e gravit? della demenza di questi pazienti. (J Neurol Neurosurg Psychiatry 2007; 78: 2 e 25-9)

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Gravi rimodellamenti materia bianca segnalano declino motorio e cognitivo immine

29 Mar 2007 Neurologia
Bench? possano essere ancora funzionalmente indipendenti, i soggetti anziani che presentano gravi rimodellamenti della materia bianca dovuti all’et? alla RM sono a rischio di un significativo deterioramento motorio e cognitivo entro un anno. Data la frequenza di questo tipo di reperto nell’anziano, e considerato che la perdita dell’indipendenza nella vita quotidiana ? cruciale nella vita personale e sociale degli anziani, i risultati del presente studio potrebbero essere di rilievo nella valutazione dei principali problemi funzionali correlati all’invecchiamento, ed anche ai fini della prevenzione, dato che i cambiamenti osservati sono un segno di patologia a carico dei piccoli vasi e che il trattamento dell’ipertensione pu? rallentare la progressione del deterioramento cognitivo e motorio. (Arch Intern Med 2007; 167: 81-8)

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Ablazione settale con alcool connessa a tossicit? vascolare

28 Mar 2007 Cardiologia

Lo studio di campioni miocardici indica che la tossicit? vascolare diretta dell’alcool potrebbe essere un aspetto importante del meccanismo alla base dell’ablazione settale con alcool per la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. Una minoranza dei pazienti con questa cardiopatia genetica non risponde al trattamento medico, e potrebbe richiedere miectomia settale chirurgica o ablazione settale con alcool: in quest’ultima procedura, si inietta etanolo nel setto tramite la circolazione coronarica, ma i dettagli di quanto ne consegue non sono stati finora delineati con precisione. In base al presente studio, l’etanolo pu? causare infarti miocardici acuti con necrosi vascolare. Lo studio consente di far progredire le attuali conoscenze del meccanismo tramite il quale l’ablazione settale con alcool porti a benefici prolungati nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva con sintomi refrattari ad una terapia medica ottimale. (Heart 2006; 92: 1773-8)

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Prevenire le nefropatie da contrasto

La SCAI ha pubblicato raccomandazioni per la prevenzione della nefropatia da contrasto (CIN): oltre all’uso di routine della stima del tasso di filtrazione glomerulare (eGFR) per identificare i pazienti a rischio di CIN, ? raccomandata una vigorosa replezione volumetrica, la limitazione del volume del mezzo di contrasto e l’uso di sostanze ipo- o iso-osmolari. Il rischio di CIN varia dal due al tre percento nei pazienti non selezionati sottoposti a procedure angiografiche cardiache: questa patologia ? associata ad un significativo aumento della morbidit? e della mortalit? a carico del paziente, ed l’individuazione dei pazienti ad alto rischio insieme da una gestione periprocedurale appropriata potrebbe ridurne l’incidenza. (Catheter Cardiovasc Interv 2006; DOI:10.1002/ccd.20964)

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Coronaropatie: TAC multistrato ed imaging perfusionale complementari

26 Mar 2007 Cardiologia

Nei pazienti a medio rischio di coronaropatie, la TAC multistrato (MSCT) offre informazioni diagnostiche diverse ma complementari rispetto a quelle delle tecniche d’immagine perfusionali miocardiche (MPI). Questo dato supporta l’integrazione delle due tecnologie. Sono stati gi? effettuati dei passi per la creazione di apparecchiature ibride, ma bench? il razionale per l’ottenimento di informazioni sia sul carico arteriosclerotico che sull’ischemia sia disponibile gi? da tempo, i benefici relativi di MSCT ed MPI sono rimasti ignoti, e non sono stati effettuati studi di confronto diretto. Il presente studio dimostra la discrepanza fra le due tecniche: l’arteriosclerosi infatti non ? sinonimo di ischemia, e la gravit? della stenosi focale in s? non ? sufficiente a prevedere la significativit? emodinamica del carico correlato alla placca coronarica. Nella pratica clinica, la MSCT potrebbe essere usata come test di prima linea, almeno nei soggetti a medio rischio: se risulta normale, si esclude la presenza di coronaropatie, ma se si rileva arteriosclerosi potrebbe risultare appropriato l’uso di PET o SPECT. Se la MSCT risulta positiva ma i test MPI sono negativi, il paziente potrebbe essere candidato ad una terapia medica aggressiva ed alla modificazione dei fattori di rischio, mentre i pazienti che hanno anche una MPI positiva dovrebbero essere sottoposti ad angiografia invasiva ed a rivascolarizzazione. (J Am Coll Cardiol 2006; 48: 2508-14 e 2515-7)

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Diverse malattie autoimmuni sono associate a rischio di tumori ematologici

25 Mar 2007 Immunologia

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Ricercatori del Karolinska Institutet a Stoccolma, in Svezia, hanno esaminato le potenziali associazioni tra diverse malattie autoimmuni ed i tumori ematologici.

Sono stati studiati 39.908 casi di leucemia, malattia di Hodgkin, linfoma non-Hodgkin e mieloma, che si sono presentati nel periodo 1987-1999 in Svezia.
Il gruppo controllo era composto da 149.344 soggetti.

La psoriasi ? risultata associata direttamente alla leucemia ( odds ratio, OR = 1.6 ), con esclusione della leucemia linfocitica cronica, e con il linfoma non-Hodgkin ( OR = 1.6 ).

La sindrome di Sjogren era associata ad un aumentato rischio di tutti i tumori ematologici ( OR = 4 ) e del linfoma non Hodgkin ( OR = 6.4 ).

Queste scoperte, assieme all?aumentato rischio di gravi tumori ematologici nell?anemia emolitica autoimmune e nella porpora trombocitopenica idiopatica ma non nell?asma, stanno ad indicare che l?autoimmunit? cronica e la stimolazione immunitaria sono meccanismi che contribuiscono allo sviluppo di tumori ematologici.

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