Forame ovale beante peggiora apnea nel sonno

14 Mar 2007 Cardiologia

Nei pazienti con apnea ostruttiva nel sonno (OSA), sussiste un’associazione fra desaturazione notturna dell’ossigeno e presenza di forame ovale beante. E’ stato infatti rilevato che la desaturazione dell’ossigeno ? pi? comune in questi pazienti, ed avviene in proporzione alla frequenza dei disturbi respiratori. L’OSA ? associata a desaturazione dell’ossigeno in vari gradi, e colpisce il 15 percento degli adulti di mezza et?. Nel 25 percento della popolazione ? presente un forame ovale beante, che potrebbe consentire uno shunt interatriale destro-sinistro. Questo fenomeno incrementa sensibilmente il numero di desaturazioni nei pazienti con OSA. Questo potrebbe essere il meccanismo alla base dell’incremento del rischio di ictus osservato nell’OSA: se sar? possibile accertare questo legame, la chiusura percutanea del forame ovale beante potrebbe costituire una potenziale opzione terapeutica per l’ictus nel futuro. (Euro Heart J 2007; 29: 149-55)

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Infezioni placentari connesse a nascita pretermine maschile

13 Mar 2007 Ginecologia

Nei parti pretermine, ? molti pi? probabile che le colture placentari presentino segni di infezione se il neonato ? maschio. L’eziologia di molti dei casi di parto pretermine ? sconosciuta, e finora anche i peggiori esiti della gravidanza in caso di neonato maschio non erano stati spiegati. In base al presente studio, l’unica significativa differenza istologica fra le placente collegate a neonati di sesso maschile o femminile consiste nell’infiltrazione cellulare linfoplasmacitaria deciduale, molto pi? elevata in caso di neonato di sesso maschile: ci? suggerisce che le reazioni immuni della madre verso il tessuto fetale potrebbero essere pi? comuni nei feti maschi. (Am J Obstet Gynecol 2006; 195: 1533-7)

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Studio ILLUMINATE: maggiore mortalit? nel braccio Torcetrapib-Atorvastatina

Torcetrapib, un inibitore CETP che aumenta i livelli di colesterolo HDL, ? associato a un aumentato rischio di morte e di eventi cardiovascolari.

Lo studio ILLUMINATE ha valutato l’effetto dell’associazione Torcetrapib ed Atorvastatina rispetto alla sola Atorvastatina sugli eventi cardiovascolari maggiori, in 15.000 soggetti.

I Data Safety Monitoring Board ( DSMB ) ha raccomandato l’interruzione dello studio a causa di uno sbilanciamento della mortalit? e degli eventi cardiovascolari.

Un totale di 82 pazienti trattati con Torcetrapib ed Atorvastatina sono morti, contro 51 pazienti morti dopo aver assunto solamente Atorvastatina.

In precedenza erano gi? stati segnalati per Torcetrapib aumenti della pressione sistolica, mediamente di 3-4 mmHg.

Non ? noto perch? i pazienti che hanno assunto Torcetrapib abbiano presentato una maggiore mortalit? rispetto alla sola Atorvastatina.
Si ? ipotizzato che l’aumento della mortalit? sia correlata all?aumento pressorio, o alle dimensioni delle particelle HDL trasportanti il colesterolo, che si sono formate.

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Infertilit? ovulatoria: assunzione acidi grassi trans aumenta il rischio

11 Mar 2007 Ginecologia

Le donne che assumono elevate quantit? di acidi grassi trans anzich? carboidrati o grassi insaturi presentano un aumento del rischio di infertilit? ovulatoria. L’attivazione farmacologica del recettore PPAR-gamma migliora la funzionalit? ovulatoria nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico, ed acidi grassi specifici nella dieta possono influenzare l’attivit? di questo recettore. I risultati del presente studio non differiscono in base a caratteristiche della paziente quali et?, parit?, uso di contraccettivi orali nel passato, fumo, BMI, durata del ciclo mestruale o presenza di manifestazioni cliniche di eccesso di androgeni. Dato che queste associazioni non sono mai state riportate prima, esse dovrebbero essere replicate in ampi studi su coppie che stanno pianificando una gravidanza. Dato che ? probabile che la sostituzione degli acidi grassi trans con olii vegetali non idrogenati riduca il rischio di coronaropatie e diabete di tipo 2, le donne che pianificano una gravidanza dovrebbero prendere in considerazione questa strategia che ridurrebbe anche il loro rischio di infertilit?. (Am J Clin Nutr. 2007; 85: 231-7)

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Hiv: proteinasi-inibitori incrementano spessore intima-media carotidea

I proteinasi-inibitori utilizzati nella terapia dell’Hiv sono associati ad un incremento dello spessore intima-media della carotide nelle donne con infezione da Hiv. Le terapie per l’infezione da Hiv possono essere associate ad un incremento del rischio cardiovascolare, e quest’ultimo dovrebbe essere monitorato mentre il paziente assume tali farmaci. I farmaci antiretrovirali salvano delle vite, e pertanto sono di importanza critica parimenti per uomini e donne con infezione da Hiv, ma i dati del presente studio suggeriscono che il loro uso, ed in particolare quello dei proteasi-inibitori, potrebbe essere associato ad un’accelerazione dell’arteriosclerosi. (J Clin Endocrinol Metab 2006; 91: 4916-24)

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Morbo di Parkinson: elevato BMI aumenta il rischio

Sussiste un’associazione fra un elevato BMI e l’aumento del rischio di morbo di Parkinson nei soggetti di mezza et?. Negli ultimi anni, due studi prospettici hanno valutato l’associazione fra obesit? e rischio di morbo di Parkinson, ma i risultati non sono stati coerenti. I meccanismi alla base dell’associazione non sono chiari: ? stato riportato che la dopamina svolge un ruolo nella regolazione dell’assunzione di cibo. Un recente studio ha dimostrato che i soggetti obesi abbiano un minor livello di disponibilit? di recettori dopaminici D2 nello striato, il che potrebbe portare a disordini alimentari ed obesit?. Tale situazione potrebbe rappresentare una reazione di compenso all’aumento della dopamina, il che potrebbe indurre stress ossidativo e morte dei neuroni dopaminergici. (Neurology 2006; 67: 1955-9)

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Sclerosi multipla: vitamina D limita il rischio

Elevati livelli circolanti di vitamina D sono stati connessi ad una significativa diminuzione del rischio di sviluppare sclerosi multipla. Il presente studio fornisce risultati molto confortanti in questo senso: per la prima volta, si intravede la possibilit? di prevenire questa malattia. Prima di poter raccomandare l’integrazione della vitamina D, comunque, ? necessario condurre studi clinici su vasta scala per confermare l’effetto protettivo della vitamina, e per determinare se l’integrazione sia o meno il miglior modo di incrementarne i livelli. Lo studio comunque rinforza l’importanza di evitare i deficit di vitamina D: ci? potrebbe causare oppure scatenare la sclerosi multipla. (JAMA. 2006; 296: 2832-8)

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Hiv: nuovo test rileva anticorpi generati dal vaccino

Il nuovo Hiv-SELECTEST pu? distinguere gli anticorpi generati dal vaccino da quelli indotti dal virus, e pertanto identificare accuratamente l’infezione da Hiv. Questo esame economico ed altamente efficace verr? aggiunto a breve all’algoritmo dei test diagnostici per l’Hiv utilizzati nei siti clinici degli studi sul vaccino preventivo contro l’Hiv. L’aggiunta di questo test potrebbe costituire un fattore di risparmio durante gli studi sui vaccini per via del considerevole numero di campioni Hiv-positivi che necessitano di esami basati sul DNA, come la PCR. Esso sarebbe anche prezioso nelle banche del sangue di Paesi in cui una larga parte della popolazione ha elevate probabilit? di sottoporsi a vaccinazione anti-Hiv. (J Acquir Immune Defic Syndr 2006; 43: 304-12)

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Febbre neonatale: rapido test influenza risparmia esami inutili

6 Mar 2007 Pediatria

Un rapido test virale per l’influenza A e B nei neonati febbrili risparmia spesso loro ulteriori esami in pronto soccorso, diminuisce l’uso di antibiotici ed i ricoveri ospedalieri non necessari. I test virali rapidi sono semplici da effettuare e danno risultati in 10-15 minuti. Ci? ? valido soprattutto durante la stagione epidemica. E’ ora in corso di studio l’applicazione dei test rapidi per il virus respiratorio sinciziale (RSV) nei neonati con febbre al di sotto dei tre mesi di vita. (Pediatr Infect Dis J 2006; 25: 1153-7)

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Un centro medico ? responsabile per la caduta di un paziente?

L’assenza del corrimano e la prevedibile frequentazione del centro medico da parte di persone con possibili difficolt? di deambulazione e comunque anziane, rende fondata la tesi della responsabilit? della struttura per non avere predisposto un ambiente sicuro e protetto per gli avventori della medesima, ed anzi: la presenza di un corrimano che non accompagna la discesa degli avventori fino al livello del suolo appare persino elemento insidioso per delle persone di normali condizioni fisiche. In questo contesto, la presenza o meno di strisce nere appare comunque misura troppo blanda per ritenere assolto il dovere in questione. (Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net)

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