Gran Bretagna: DTB critica l?uso dell?antibiotico Minociclina per l?acne

Un articolo del giornale inglese The Guardian ha evidenziato come la prescrizione dell?antibiotico Minociclina per l?acne sia 3 volte pi? costosa rispetto a trattamenti alternativi e, inoltre, sia associata a gravi eventi avversi.

L?articolo si basa sulla revisione compiuta dal The Drug and Therapeutics Bulletin ( DTB ).

Alternative, meno costose, alla Minociclina sono rappresentate da Doxiciclina, Oxitetraciclina, Limeciclina, e Tetraciclina.

I medici prescrivono in modo routinario la Minociclina convinti che sia pi? efficace, pi? facile da assumere ed induca meno farmacoresistenza rispetto ad altri antibiotici.

Tuttavia, secondo DTB esistono altri farmaci efficaci quanto la Minociclina, senza i gravi effetti indesiderati di quest?ultima.

La Minociclina pu? causare pigmentazione talvolta irreversibile e l?insorgenza di lupus eritematoso sistemico.

Fonte: The Guardian, 2006

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L?uso delle statine non sembra essere associato all?incidenza di tumore mammario

16 Ott 2006 Oncologia

Nonostante osservazioni sperimentali secondo le quali le statine, note anche come inibitori dell?HMGCoA riduttasi, avrebbero attivit? antitumorali, gli studi clinici hanno raggiunto conclusioni discordanti riguardo alla relazione tra impiego di statine e rischio di tumore alla mammella.

Uno studio coordinato da Ricercatori della Pittsburgh University ha esaminato l?esistenza di questa associazione su 156.351 donne in postmenopausa, arruolate nel Women?s Health Initiative.

Durante un periodo di follow-up di 6.7 anni si sono presentati 4.383 casi di tumore mammario invasivo.

Le statine erano usate dal 75% ( n = 11.710 ) delle donne della coorte.

L?incidenza di carcinoma mammario ? stata di 4.05 per 1000 persone-anno tra coloro che hanno fatto uso di statine e 4.28 per 1000 persone-anno tra le non utilizzatrici.

Nei modelli multivariati, l?hazard ratio ( HR ) di tumore alla mammella tra gli utilizzatori di statine rispetto ai non utilizzatori ? stato 0.91 ( p = 0.21 ).

Non ? stato osservato alcun trend di rischio riguardo alla durata dell?uso delle statine, con HR = 0.80 per un impiego inferiore ad 1 anno, HR = 0.99 per un impiego compreso tra 1 anno e meno di 3 anni, HR = 0.94 per un impiego pari o superiore a 3 anni.

Le statine idrofobiche ( Simvastatina, Lovastatina e Fluvastatina ) sono state impiegate da 8.106 donne, e il loro uso ? risultato associato ad un?incidenza di tumore mammario inferiore al 18% ( HR = 0.82; p = 0.02 ).
Mentre l?uso di altre statine ( Pravastatina e Atorvastatina ) o di farmaci ipolipemizzanti diversi dalle statine non era associata all?incidenza di tumore mammario.

Gli Autori hanno concluso che l?uso di statine non era associato all?incidenza di tumore mammario invasivo.
Secondo questo studio, le statine idrofobiche potrebbero essere associate ad una pi? bassa incidenza di tumore alla mammella.

Cauley JA et al, J Nat Cancer Inst 2006; 98: 700-707

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Belara, un contraccettivo a basso contenuto di Etinil-Estradiolo

15 Ott 2006 Ginecologia

Belara ? un contraccettivo con marcate propriet? androgeniche, costituito da 0.03mg di Etinil-Estradiolo e da 2mg di Clormadinone.

Uno studio di fase III in aperto, non controllato, ha valutato l?efficacia contraccettiva e la sicurezza nel lungo periodo di Belara.
Le donne coinvolte sono state 1655 per un totale di 22.337 cicli.
Dopo l?assunzione di Belara per 12 cicli, l?acne su faccia/collo ? migliorata nel 64.1% delle donne e nel 53.4% delle donne l?acne ? scomparsa completamente.
La seborrea ? migliorata dopo 12 cicli nel 67.9% delle donne, con effetti curativi completi nel 58% dei casi.
Durante lo studio sono stati rilevati 62 gravi effetti avversi che si sono presentati in 59 donne su 1655.
Si sono verificati 2 casi di trombosi venosa profonda, 1 caso di embolia polmonare e 2 casi di disturbi visivi. Secondo gli Autori solo i 2 casi di trombosi venosa profonda potrebbero essere correlati all?assunzione di Belara.
I pi? comuni effetti indesiderati con l?impiego di Belara sono stati: cefalea ( 37.4% ), nausea ( 23.1% ), tensione mammaria ( 21.7% ), perdite vaginali ( 19.4% ).
La frequenza degli eventi avversi si ? ridotta con il tempo.

Uno studio di sorveglianza post-marketing ha valutato la tollerabilit? di Belara nel lungo periodo.
La valutazione ? stata compiuta su 2620 donne per un periodo di 12 cicli.
Il 67.3% delle donne non ha sperimentato alcun disturbo emorragico.
Le pazienti con sanguinamento inter-mestruale o con amenorrea al momento dell?ingresso nello studio ha riportato completo sollievo nel 61.7% e nell?89.3%, rispettivamente.
Le donne che precedentemente avevano sofferto di problemi dermatologici hanno mostrato un significativo miglioramento ( 85.6% ).
In modo simile, la percentuale delle pazienti con capelli grassi si ? ridotta in modo marcato.

Fonte:

1) Zahradnik HP et al, Contraception 1998: 57: 103-109
2) Schramm G, Steffens D, Contraception 2003 ; 67 : 305-312

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I rischi associati alla terapia con estrogeni

L?analisi dei dati dello studio Nurses?Health Study ha mostrato che le donne che assumono estrogeno con l?obiettivo di prevenire o trattatre l?osteoporosi presentano un aumentato rischio di tumore mammario.

Questo aumento del rischio di tumore alla mammella, tuttavia, non ? risultato statisticamente significativo per le donne che hanno fatto uso di estrogeni per meno di 20 anni.

Lo studio Nurses?Health Study, condotto da Ricercatori dell?Harvard Medical School, ha coinvolto 28.000 donne in postmenopausa che hanno assunto estrogeno dopo essere state sottoposte ad isterectomia.

Lo studio ha trovato che il rischio relativo di tumore mammario era 42% pi? alto tra le donne che hanno usato estrogeni per almeno 20 anni rispetto a quelle che non hanno mai usato l?estrogeno.

Il rischio di carcinoma mammario ? risultato anche aumentato, seppur in misura minore, dopo 10 anni di trattamento estrogenico, senza tuttavia raggiungere la significativit? statistica.

Il rischio di tumore mammario si ? ridotto leggermente nelle donne che hanno fatto uso di terapia con estrogeni per un periodo minore di 10 anni; questa scoperta non ? risultata statisticamente significativa.

L?uso di estrogeni presenta anche ulteriori rischi.

Lo studio Womens?Health Initiative ha mostrato un aumento del rischio di ictus e di trombosi venosa profonda con l?impiego della terapia con estrogeni per meno di 10 anni.

Anche l?impiego della combinazione di estrogeni e di progestinici ? risultato associato ad un aumentato rischio di malattie cardiache e di tumore mammario invasivo.

Fonte: Archives of Internal Medicine, 2006

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Acne & Irsutismo: Dianette potrebbe essere associata a depressione

Dianette, un farmaco impiegato nell?irsutismo e nell?acne nelle donne, potrebbe essere associata a depressione.

In Gran Bretagna, l?MHRA ( Medicine and HealthCare Products Regulatory Agency ) ha aperto un?inchiesta su segnalazione di APRIL ( Adverse Psychiatric Reactions Information Link ).

L?uso di Dianette ? raccomandato solo nel trattamento della forma grave di acne refrattaria ad una prolungata terapia antibiotica orale e nell?irsutismo moderato-grave.

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I farmaci antinfiammatori causano un aumento pressorio

Una meta-analisi, compiuta da Ricercatori dell?University of Connecticut School of Medicine a Farmington ( USA ), ha mostrato che l?antinfiammatorio ad azione selettiva COX-2 Celecoxib ( Celebrex ) aumenta la pressione sanguigna rispetto al placebo, ma l?aumento ? inferiore a quanto prodotto dagli antinfiammatori non-selettivi, come l?Ibuprofene ed il Naprossene.

La meta-analisi ? stata compiuta su 44.308 pazienti di 41 studi clinici.
I dati sono stati ottenuti da un database riguardante l?impiego del Celecoxib nelle malattie croniche ( osteoartrosi, artrite reumatoide, spondilite anchilosante, malattia di Alzheimer ).

I pazienti trattati con Celecoxib hanno presentato una minore probabilit? di sviluppare edema ( p = 0.001 ) ed una minore incidenza di insufficienza cardiaca, sebbene questa differenza non sia risultata statisticamente significativa ( p = 0.056 ), rispetto ai pazienti trattati con i farmaci antinfiammatori steroidei non selettivi ( FANS ).

Sia i FANS che gli inibitori COX-2 hanno presentato un effetto antinatriuretico con riduzione dell?escrezione di sodio e di acqua e conseguente aumento della pressione sanguigna e sviluppo di edema.
Inoltre, i FANS sembrano inibire la produzione delle prostaglandine ad azione vasodilatatoria.

Il 2% dei pazienti che hanno assunto Celecoxib ha sviluppato edema contro lo 0.9% dei pazienti trattati con placebo ( p < 0.001 ); l?1.1% dei pazienti del gruppo Celecoxib ha sviluppato ipertensione o ha presentato un peggioramento dell?ipertensione preesistente contro lo 0.7% dei pazienti del gruppo placebo ( p = 0.023 ).
Lo 0.2% dei pazienti trattati con Celecoxib ? andato incontro ad insufficienza cardiaca contro lo 0.1% dei pazienti trattati con placebo ( p = 0.046 ).

Quando il Celecoxib ? stato confrontato con i FANS, l?1.5% dei pazienti che hanno assunto Celecoxib ha sviluppato ipertensione contro il 2% dei pazienti trattati con i FANS ( p = 0.002 ).
Il 2.4% dei pazienti del gruppo Celecoxib ha sviluppato edema versus il 3% dei pazienti del gruppo FANS ( p = 0.001 ).

Fonte: American Society of Hypertension ? Meeting 2006

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Emicrania di natura ormonale: patofisiologia e trattamento

Dati epidemiologici indicano un legame tra l?emicrania e gli ormoni sessuali femminili.
Addirittura, ? risaputo che l?estrogeno influenza diverse funzioni cerebrali, compresa la percezione del dolore.

La prevalenza di emicrania ? simile nei ragazzi e nelle ragazze fino a prima della pubert?, ma in et? post-puberale nelle donne diventa 3 volte maggiore che negli uomini.

E? pi? probabile che gli attacchi di emicrania nelle donne si manifestino nel periodo pre-mestruale e che avvengano esclusivamente in alcune donne.

Il trattamento acuto dell?emicrania mestruale ? simile a quello degli attacchi non associati al ciclo mestruale, ma la risposta al trattamento pu? essere meno favorevole.

La profilassi perimestruale con FANS ( farmaci antinfiammatori non steroidei ), triptani o Estradiolo ? efficace nel diminuire la frequenza degli attacchi e la gravit?.

L?impiego dei contraccettivi orali pu? influenzare la frequenza dell?emicrania e la sua gravit?.

Poich? sia l?emicrania che l?impiego dei contraccettivi orali sono fattori di rischio per l?ictus ischemico, l?assunzione dei contraccettivi orali da parte delle donne che soffrono di emicrania dovrebbe essere effettuata solo dopo aver considerato il rapporto rischio/beneficio.

Tipicamente, ma non invariabilmente, l?emicrania migliora durante gli ultimi due trimestri di gravidanza e pu? peggiorare nel periodo post-parto.
Quando si fa uso di farmaci per il trattamento dell?emicrania durante la gravidanza, devono essere presi in considerazione i potenziali rischi per la madre e per il feto.

La prevalenza dell?emicrania diminuisce con l?avanzare dell?et? e migliora in alcune ma non in tutte le donne dopo la menopausa.
Tuttavia, nel periodo perimenopausale, l?emicrania pu? andare incontro a peggioramento come risultato della fluttuazione dei livelli di estrogeno.

Diminuendo la dose di estrogeno e variando il tipo o la via di somministrazione della terapia ormonale sostitutiva, da orale a transdermica, si pu? ridurre l?emicrania.
Quando si considera l?opzione terapia ormonale sostitutiva per le donne che soffrono di emicrania nel periodo postmenopausale, devono essere applicate le indicazioni e le controindicazioni usuali.
La terapia ormonale sostitutiva pu? anche esacerbare l?emicrania.

Ashkenazi A, Silberstein SD, CNS Drugs 2006; 20: 125-141

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Malattie autoimmuni connesse a linfoma di Hodgkin

Sussiste un’associazione fra anamnesi personale o familiare di malattie autoimmuni e linfoma di Hodgkin. Il presente studio non ? il primo a suggerire un possibile ruolo dell’autoimmunit? nella patogenesi del linfoma di Hodgkin, ma gli studi precedenti in materia hanno portato ad un’ampia gamma di risultati, probabilmente a causa di differenze metodologiche. L’associazione fra una storia personale o familiare di sarcoidosi e l’aumento del rischio di linfoma di Hodgkin suggerisce una suscettibilit? comune che potrebbe essere rilevante nella patogenesi di questa malattia. Sar? importante investigare se le associazioni osservate siano dovute a stimolazione autoimmune sistemica di base, all’infiammazione, al trattamento, ad una predisposizione in comune o ad una combinazione di questi fattori.

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Sostituzione totale d’anca: non indicati FANS di routine

11 Ott 2006 Ortopedia
L’uso di routine di FANS non ? efficace come profilassi per la formazione ectopica di osso nei pazienti sottoposti a sostituzione totale d’anca, ed ? invece associato al rischio di emorragie maggiori. E’ stata proposta questa routine in quanto non ? possibile identificare preoperatoriamente tutti i pazienti a rischio, ma tutti i pi? recenti studi in materia mancavano di un gruppo di controllo, e prima dell’implementazione su vasta scala di una pratica del genere sono necessari altri dati sul suo rapporto rischio/beneficio, soprattutto alla luce dei dubbi recentemente sollevati sulla sicurezza di alcuni FANS.

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Spondilite anchilosante non aumenta rischio linfoma

11 Ott 2006 Oncologia
Il rischio di linfoma maligno non risulta aumentato nei pazienti ricoverati con spondilite anchilosante. Diversamente da quanto accade nell’artrite reumatoide, il rilevamento di un aumento del rischio di linfoma nei pazienti con questa malattia sarebbe stato da considerarsi inaspettato e motivo di allarme. Bench? non sia possibile escludere che ci? accada in qualche sottopopolazione di pazienti con spondilite anchilosante, qualsiasi siano i fattori alla base della differenza fra quest’ultima e l’artrite reumatoide, essi potrebbero fornire importanti informazioni sull’eziologia dei linfomi associati all’artrite reumatoide, a tutt’ora ignota. Potrebbe trattarsi di una differenza nei due processi infiammatori, in cui uno di essi potrebbe essere pi? linfogeno dell’altro, oppure potrebbe trattarsi di una questione quantitativa, con uno stato infiammatorio pi? lieve nella spondilite anchilosante rispetto a quello dell’artrite reumatoide.

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