Gli ormoni che regolano il bilancio energetico

Le persone obese presentano una pi? alta incidenza di diabete di tipo 2 e di malattia cardiovascolare.
La perdita di peso non ? facile da raggiungere con il solo cambiamento dello stile di vita.

I farmaci attualmente approvati, Orlistat ( Xenical ) e Sibutramina ( Reductil ), se tollerati, possono indurre solo modeste riduzioni di peso.
Questo limite impone la ricerca di pi? potenti farmaci.

Negli ultimi 10 anni, sono stati scoperti 2 nuovi ormoni, la leptina e la ghrelina, che assieme ad altri ormoni come colecistochinina ( CCK ), il peptide pancreatico ( PP ), il peptide YY ( PYY ) ed il peptide glucagone-simile 1 ( GLP-1 ) regolano il bilancio energetico. ( Xagena_2006 )

Huda MS et al, Obes Rev 2006; 7: 163-182

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Utilit? dell?aggiunta di un bolo orale singolo di Propafenone nei pazienti con d

26 Set 2006 Cardiologia
Ricercatori della Pittsburgh University hanno ipotizzato che un singolo bolo per os di Propafenone ( Rythmol/Rytmonorm ) somministrato precocemente dopo l?insorgenza di fibrillazione atriale potrebbe essere sicuro ed efficace in aggiunta alla terapia basata sul defibrillatore impiantabile.

Uno studio randomizzato ha confrontato 3 strategie dopo l?insorgenza di un episodio di fibrillazione atriale in 35 pazienti a cui era stato applicato un defibrillatore impiantabile.

I pazienti che presentavano episodi non responder ai farmaci , ed in molti casi di malattia cardiaca strutturale sono stati assegnati in modo casuale a ricevere:

– bolo orale singolo di Propafenone ( 600mg ) seguito da scarica da parte del defibrillatore impiantabile, se necessaria;

– bolo orale singolo di placebo, seguito da scarica da parte del defibrillatore impiantabile, se necessaria;

– solo scarica da parte del defibrillatore impiantabile, se necessaria.

L?efficacia antiaritmica, definita come ripristino del ritmo sinusale entro le 24 ore, ? risultata simile tra il Propafenone ( 81% ) e le strategie senza bolo di farmaco ( 84% ).

Le scariche da parte del defibrillatore impiantabile sono state minori nel gruppo trattato con Propafenone ( 19% ) che durante la strategia senza bolo di farmaco ( 55% ).

Dai dati dello studio ? emerso che l?aggiunta di un bolo orale singolo di Propafenone ? sicuro ed efficace nei pazienti con defibrillatore impiantabile. ( Xagena_2006 )

Schwartzman D et al, Europace 2006; 8: 211-215

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Il pompelmo riduce il peso corporeo e migliora la resistenza all?insulina nei so

Presso la Scripps Clinic di La Jolla, in California, sono stati studiati gli effetti del pompelmo e dei prodotti derivati sul peso corporeo e sulla sindrome metabolica.
A tale scopo, 91 soggetti obesi sono stati randomizzati a ricevere capsule di placebo e 207ml di succo di mela, capsule a base di pompelmo con 207ml di succo di mela, 237ml di succo di pompelmo con una capsula di placebo, o mezzo pompelmo fresco con capsula di placebo, per 3 volte al giorno prima di ogni pasto.

Sono stati misurati i parametri per la sindrome metabolica all?inizio del trattamento e dopo 12 settimane.

Alla 12.ma settimana, il gruppo che aveva assunto pompelmo fresco ha perso 1.6kg, il gruppo su succo di pompelmo ha perso 1.5kg, il gruppo su capsule a base di pompelmo 1.1kg ed il gruppo placebo 0.3kg.
Il gruppo che aveva assunto pompelmo fresco ha perso una quantit? di peso maggiore rispetto a coloro che invece sono stati trattati con placebo ( p < 0.05 ). Un?analisi secondaria dei soggetti con sindrome metabolica nei quattro gruppi in trattamento ha evidenziato una perdita di peso significativamente maggiore nel gruppo su pompelmo fresco, capsule a base di pompelmo e su succo di pompelmo, rispetto al gruppo placebo ( p < 0.02 ). E? stata, inoltre, riscontrata una notevole riduzione nel livello di insulina 2 ore dopo carico di glucosio nel gruppo che aveva assunto pompelmo fresco rispetto al placebo. Mezzo pompelmo fresco mangiato prima dei pasti ? stato associato ad una notevole perdita di peso. Tra i pazienti con sindrome metabolica l?effetto ? stato osservato anche con i prodotti a base di pompelmo. La resistenza all?insulina ? migliorata grazie al pompelmo fresco. Sebbene i meccanismi che portano alla perdita di peso non siano noti, potrebbe essere ragionevole introdurre il pompelmo in un dieta finalizzata alla perdita di peso. ( Xagena_2006 ) Fujioca K et al, J Med Food 2006; 9: 49-54

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Studio XENDOS: Orlistat riduce l?incidenza di diabete soprattutto nei soggetti c

Lo studio XENDOS ( Xenical in the Prevention of Diabetes in Obese Subjects ) ha visto la partecipazione di 3305 soggetti con alterata o normale tolleranza al glucosio.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale ad un intervento sullo stile di vita pi? placebo, oppure a cambiamento dello stile di vita pi? Orlistat ( Xenical ) 120mg 3 volte die.

Dopo 4 anni di trattamento, l?incidenza cumulativa di diabete di tipo 2 ? stata del 9% nel gruppo placebo e del 6.2% nel gruppo Orlistat ( p = 0.0032 ).

L?incidenza di diabete era bassa al basale.
Non c?era una significativa differenza tra i due bracci riguardo ai soggetti con normale tolleranza al glucosio, al basale.

Nei pazienti con alterata tolleranza al glucosio, lo sviluppo di diabete di tipo 2 era significativamente maggiore nel gruppo placebo che non nel gruppo Orlistat ( p = 0.0024 ).

La divisione dei livelli di glicemia a digiuno al basale ha evidenziato una significativa differenza ( p < 0.05 ) nell?incidenza di diabete tra il placebo ( 17.8% ) e l?Orlistat ( 9.4% ) nella stratificazione superiore ma non in quella inferiore. La perdita di peso era significativamente maggiore nel gruppo Orlistat che nel gruppo placebo per l?intero periodo di studio ( p < 0.001 ). Nello studio XENDOS, la terapia con Orlistat ha ridotto l?incidenza di diabete in misura maggiore rispetto ai risultati raggiunti mediante cambiamenti dello stile di vita.
Questo ? risultato evidente in modo particolare nei pazienti con alterata tolleranza al glucosio al basale. ( Xagena_2006 )

Sjostrom L, Endocr Pract 2006; 12 Suppl 1: 31-33

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La Sibutramina ? associata a miglioramento della funzione endoteliale nei pazien

Nei pazienti obesi con malattia coronarica, l?endotelio vascolare ? generalmente alterato.

Ricercatori israeliani hanno valutato l?impatto della Sibutramina ( Usa: Meridia; Italia: Reductil ) sulla funzione endoteliale nei pazienti obesi con coronaropatia.

Un totale di 80 pazienti consecutivi, obesi, non ipertesi, con malattia coronarica stabilizzata sono stati assegnati in modo casuale a Sibutramina 10mg/die ( n = 40 ) o a trattamento di routine ( n = 40 ), per 4 mesi.

Il miglioramento percentuale nella dilatazione flusso-mediata ( FMD ) dell?arteria brachiale endotelio-dipendente e la vasodilatazione mediata dalla nitroglicerina endotelio-indipendente, sono state valutate al basale e dopo 4 mesi mediante ultrasonografia ad alta risoluzione.

Dopo 4 mesi, il peso corporeo iniziale si ? ridotto dell?11.4% nel gruppo Sibutramina rispetto al 2.2% nel gruppo controllo ( p < 0.001 ), dimostrando un significativo miglioramento nella FMD percentuale post-intervento ( in media 8.9%; p = 0.01 rispetto al basale ) nel gruppo Sibutramina. Nessun significativo miglioramento percentuale nella vasodilatazione mediata dalla nitroglicerina endotelio-indipendente ? stato osservato nei 2 gruppi. Il trattamento con Sibutramina ? risultato anche associato ad una significativa riduzione della proteina C-reattiva, rispetto al trattamento di routine ( 44% versus 9%; p = 0.035 ). Secondo gli Autori, la terapia di breve periodo con Sibutramina, associata alla dieta e ad interventi sullo stile di vita migliora la funzione endoteliale, valutata mediante dilatazione flusso-mediata dell?arteria brachiale nei pazienti con malattia coronarica stabilizzata, non ipertesi. ( Xagena_2006 ) Shechter M et al, Am J Cardiol 2006; 97: 1650-1653

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Europa: Arimidex approvato come adiuvante nel tumore mammario ER+ in fase precoc

22 Set 2006 Oncologia

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Le Autorit? Sanitarie europee hanno approvato l?estensione d?uso di Arimidex ( Anastrozolo ).

Arimidex pu? essere prescritto a donne in post-menopausa dopo intervento chirurgico per il tumore alla mammella che stavano prendendo Tamoxifene per 2-3 anni, o come adiuvante primario.

Anastrozolo ? un inibitore dell?aromatasi.

Lo studio ATAC ha dimostrato che le donne con carcinoma mammario in fase precoce che assumono Anastrozolo, anzich? Tamoxifene, dopo chirurgia, presentano una maggiore probabilit? di sopravvivenza libera da tumore.

La nuova indicazione per Arimidex ? basata sui dati di 3 studi clinici, lo studio ABCSG-8 ( Austrian Breast and Colorectal Cancer Study Group Trial 8 ), lo studio ARNO 95 ( Arimidex, Nolvadex 95 Study ) ed lo studio ITA ( Italian Tamoxifen Anastrozole ), i quali hanno dimostrato che il passaggio ad Arimidex ? pi? efficace che non rimanere su Tamoxifene per 5 anni.

I dati combinati degli studi ABCSG-8 ed ARNO 95 hanno mostrato che i trattamenti con Anastrozolo e Tamoxifene erano ben tollerati con una minore incidenza di eventi avversi minaccianti la vita, tra cui la trombosi, nei pazienti con Arimidex rispetto al Tamoxifene.

Nel gruppo Arimidex ? stato, invece, osservato un aumento del rischio di fratture.
Lo studio ITA ha mostrato una maggiore incidenza di gravi eventi avversi con il Tamoxifene che con Arimidex ( 22% versus 13.9%, rispettivamente ).

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Strategie di profilassi per la nefropatia indotta dai mezzi di contrasto

21 Set 2006 Nefrologia

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La nefropatia indotta dai mezzi di contrasto ? associata a conseguenze cliniche ed economiche, tra cui la prolungata ospedalizzazione, la richiesta di dialisi ed un aumentato rischio di morte.

E? stata compiuta una revisione per mettere in risalto le evidenze nella profilassi della nefropatia indotta dai mezzi di contrasto.

Dall?analisi degli studi ? emerso che importanti fattori di rischio correlati al paziente per la nefropatia indotta dai mezzi di contrasto erano: la malattia renale cronica, il diabete mellito e la disfunzione sistolica ventricolare sinistra.
I fattori di rischio non correlati al paziente erano: mezzo di contrasto ed alta osmolarit?, mezzi di contrasto ionici, viscosit? del mezzo di contrasto e volume del mezzo di contrasto.

Studi clinici di piccole e medie dimensioni hanno fornito sostegno all?uso dell?idratazione, del bicarbonato e di ridotti volumi dei mezzi di contrasto iso-osmolari o a bassa osmolarit? nei pazienti a rischio.
L?N-Acetilcisteina ( NAC ) e l?Acido Ascorbico possono avere un ruolo nei pazienti ad alto rischio.

I Ricercatori dell?Alberta University ad Edmonton ( Canada ) ritengono che lo sviluppo di un?efficace strategia di profilassi per la nefropatia indotta dai mezzi di contrasto ? stato limitato da una scarsa conoscenza patofisiologica.

Pannu N et al, JAMA 2006; 295: 2765-2779

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Pfizer ha trasformato il Viagra in un farmaco a scopo ricreazionale

21 Set 2006 Geriatria

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Il Viagra ( Sildenafil ) ? stato approvato negli USA nel 1998.
Inizialmente, il farmaco era indicato nella disfunzione erettile dei pazienti affetti da diabete, da danno alla colonna vertebrale o da chirurgia della prostata, ma il marketing di Pfizer, la societ? produttrice del farmaco, ha trasformato il Viagra in un farmaco per persone sane.

Infatti, subito dopo l?approvazione, Pfizer ha cercato di estendere l?uso del farmaco ad una pi? ampia popolazione di uomini.

Sul suo sito web, Pfizer ha dichiarato che pi? della met? degli uomini che hanno superato i 40 anni presentano difficolt? a mantenere l?erezione.

L?analisi dei dati dell?US National Health and Social Life Survey ha indicato che tra gli uomini di 50-59 anni, il 18% presenta problemi nel raggiungere o mantenere l?erezione.
Un?indagine compiuta in Olanda ha trovato che solo l?1% degli uomini tra i 50 e i 65 anni hanno una completa incapacit? nel raggiungere l?erezione.

Il Massachusetts Male Aging Study ( MMAS ) ha riscontrato una forte associazione tra disfunzione erettile e fattori psicologici, tra cui la depressione.

Pfizer ha dichiarato nel suo sito web che il Viagra ( 100mg ) funzione in pi? dell?80% degli uomini con disfunzione erettile contro il 24% che assume placebo.
Pfizer ha elencato i benefici del Viagra, tra cui il raggiungimento di una maggiore erezione, il mantenimento dell?erezione durante l?atto sessuale ed ha esplicitamente parlato di miglioramento dell?erezione.

La maggior parte degli studi riconoscono al Viagra una percentuale di successo nei rapporti sessuali del 50-60% contro il 25% per coloro che hanno assunto il placebo.

L?obiettivo di Pfizer di far usare il Viagra il pi? ampiamente possibile ? evidente dalla rubrica About ED ,dove ED sta per disfunzione erettile.

Alla domanda ? Non ho disfunzione erettile, perch? non capita spesso. Quindi, significa che il Viagra non ? indicato per me ? ?
La risposta ? un invito esplicito all?uso del Viagra.
Si legge: anche se i problemi di erezione si presentano solo occasionalmente, il Viagra pu? offrire un aiuto.
In uno studio, il Viagra ha aiutato l?87% degli uomini con lieve-moderata disfunzione erettile ad avere migliori erezioni contro il 36% degli uomini che assumono placebo.

Inizialmente, Pfizer aveva scelto come testimonial per le campagne televisive del Viagra Bob Dole, nato nel 1923, successivamente la scelta ? caduta su Rafael Palmeiro, un ex-giocatore di baseball dei Texas Ranger di 39 anni.

Tra il 1999 ed il 2001, Pfizer ha speso pi? di 303 miliardi di dollari nella pubblicit? diretta al consumatore del Viagra.
Inoltre, Pfizer ha pagato un numero di medici affinch? svolgessero il ruolo di consulenti. ( Xagena_2006 )

Lexchin J, PLos Med 2006; 3: e132

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Un virus alla base di alcuni tumori della prostata ?

19 Set 2006 Oncologia

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La ricerca compiuta presso la Cleveland Clinic e l?UCSF ( University of California – San Francisco ) ha ipotizzato che il tumore della prostata fosse la risultante di un?infiammazione cronica come risposta ad un?infezione virale.

Il virus ? stato riscontrato pi? frequentemente nei tumori prostatici umani con mutazioni in entrambe le coppie del gene RNASEL piuttosto che nei tumori con almeno una coppia del gene normale.

RNASEL ? un gene che svolge importanti funzioni di difesa contro i virus.

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Come gestire gli eventi avversi dei bifosfonati per via endovenosa

I bifosfonati per via endovenosa sono ampiamente impiegati nel trattamento dell?ipercalcemia e nella riduzione della morbidit? scheletro-correlata tra i pazienti colpiti da tumori.

Tuttavia, l?impiego dei bifosfonati per via endovenosa pu? essere associato a gravi complicanze che si presentano in genere con un?incidenza inferiore al 2% e comprendono: reazione infiammatoria sistemica, infiammazione oculare, insufficienza renale, sindrome nefrotica, alterazioni elettrolitiche ed osteonecrosi maxillo-mandibolare.

La reazione infiammatoria sistemica acuta ? spesso auto-limitante con riduzione di intensit? con il proseguire della terapia.

Nei pazienti che sviluppano sintomi oculari, una pronta valutazione oftalmologica ? basilare per determinare la sicurezza della successiva terapia con bifosfonati.

I pazienti che ricevono per lungo tempo il Pamidronato dovrebbero essere valutati ad intervalli di tempo in modo da individuare i primi segni della sindrome nefritica, poich? l?interruzione del trattamento ? associata ad un completo recupero.

Per ridurre il rischio di gravi alterazioni elettrolitiche, soprattutto l?ipocalcemia, ? necessario correggere eventuali squilibri elettrolitici prima del trattamento, ed eventualmente assumere supplementi a base di vitamina D e calcio.

Per ridurre il rischio di osteonecrosi maxillo-mandibolare ? opportuno compiere una valutazione dentale prima del trattamento ed evitare successivamente procedure dentali invasive. ( Xagena_2006 )

Tanvetyanon T, Stiff, Ann Oncol 2006; 17: 897-907

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