Polimorfismi recettore estrogeni connessi a tumore epatico

28 Ago 2006 Oncologia
Nei portatori cronici di Hbv, alcuni polimorfismi del recettore per gli estrogeni sono associati all’aumento del rischio di carcinoma epatocellulare. Sia nei modelli animali che in quelli umani, la sovraespressione dei recettori per gli estrogeni ? implicata nello sviluppo del tumore epatico. In base al presente studio, i soggetti geneticamente predisposti a produrre un maggior livello di mRNA del recettore 1 per gli estrogeni sono maggiormente predisposti al carcinoma epatocellulare. Non ? stato per? possibile per il momento stabilire se vi fossero alcuni loci particolari responsabili dell’associazione.

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Ictus: test ABCD limitato nella previsione del rischio

26 Ago 2006 Neurologia
Un sistema di previsione a sei punti di recente sviluppo ? di valore limitato nella valutazione a breve termine del rischio di ictus e di altri eventi neurologici in pazienti con TIA acuto. Il punteggio ABCD viene calcolato utilizzando et? del paziente, pressione, caratteristiche cliniche e durata del TIA. Questo test ? molto semplice, e di fatto ha un qualche valore predittivo, ma potrebbe non essere abbastanza affidabile da risultare realmente utile nella pratica clinica: anche i pazienti con un punteggio basso potrebbero infatti andare incontro ad un significativo livello di rischio a breve termine. E’ stato inoltre rilevato che l’infarto acuto ? scarsamente correlato al punteggio ABCD.

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Nei giovani inutile controllo glicemico continuo

L’uso dell’adattamento continuo della terapia insulinica guidato dal monitoraggio non risulta pi? efficace del monitoraggio intermittente tramite puntura digitale nell’ottenimento del controllo glicemico in bambini con diabete di tipo 1. Il monitoraggio continuo della glicemia pu? essere uno strumento clinico utile, ma in alcune popolazioni si possono ottenere gli stessi miglioramenti del controllo glicemico con punture digitali frequenti ed un aumento delle revisioni. Sono dunque necessari altri studi per identificare i sottogruppi di pazienti che beneficeranno maggiormente da questa tecnologia. I vantaggi sono infatti limitati nei gruppi con regimi insulinici semi-fisiologici: target specifici possono invece essere rappresentati dai soggetti con HbA1C persistentemente elevata o con frequenti episodi di ipoglicemia. La stessa pratica clinica dovr? adattarsi man mano che diverranno disponibili letture in tempo reale.

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Colon irritabile: SSRI riescono dove altri farmaci falliscono

Il trattamento con SSRI pu? ridurre i sintomi addominali e promuovere il benessere generale nei pazienti con colon irritabile, indipendentemente dal loro effetto antidepressivo. Ci? conferma che la serotonina ha un ruolo importante nell’attivit? del tratto gastrointestinale. Gli SSRI potrebbero dunque essere presi in considerazione nei pazienti che non rispondono abbastanza bene ad un approccio terapeutico classico. Tali farmaci, in effetti, sono stati spesso usati nel trattamento di questa patologia anche se le prove della loro efficacia erano finora scarse. Nei pazienti depressi, ? probabile comunque che l’effetto antidepressivo abbia una sua importanza. A parte ci?, la loro azione pi? importante consiste nel provocare cambiamenti nei processi psicologici, il che porta ad una riduzione della somatizzazione e della tendenza a vedere le sensazioni intestinali come indicative di malattie gravi. Gli SSRI potrebbero anche svolgere azioni importanti a livello intestinale, ma al momento esse non sono state ancora ben definite.

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Tumori testicolari solitari: efficace terapia ultrasonica transcutanea

25 Ago 2006 Oncologia
L’emissione di ultrasuoni focalizzata ad elevata intensit? (HIFU) seguita da irradiazione pu? curare i tumori testicolari solitari. L’ablazione tumorale tramite HIFU era gi? stata utilizzata in precedenza per curare altre lesioni maligne, fra cui carcinomi prostatici e renali, ma il presente studio ? il primo a riportarne l’uso per la terapia del tumore testicolare. La susseguente irradiazione ? necessaria ad assicurare l’eradicazione di ogni possibile cellula carcinomatosa in situ. Nonostante questi dati incoraggianti, comunque, sono necessari ulteriori studi prospettici randomizzati che paragonino la HIFU con la chirurgia conservativa per determinare il ruolo futuro di questo approccio minimamente invasivo.

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Tumore cervicale: carica Hpv determina rischio

23 Ago 2006 Oncologia
La quantificazione della viremia da Hpv tipo 16 e 18 tramite prelievi cervicali pu? aiutare a determinare il rischio di tumore cervicale in alcune pazienti. Un’elevata carica da Hpv potrebbe essere usata quale fattore predittivo di persistenza dell’infezione, il che ? di importanza critica nello sviluppo tumorale. I test di quantificazione dell’Hpv 16 e 18 non possono sostituire la colposcopia, e non sono sufficienti ad indicare una terapia per il tumore, ma questo approccio porta informazioni complementari nelle pazienti al di sopra dei 30 anni. Se usato in caso di Pap-test anomalo, il test che porta a rivelare un’elevata carica virale pu? portare il medico a prestare particolare attenzione nell’effettuare la colposcopia.

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Mangiare pesce protegge il cuore

L’assunzione di tonno o di altri tipi di pesce bollito o arrosto ha effetti benefici sull’elettrofisiologia cardiaca che potrebbero prevenire aritmie potenzialmente letali. Precedenti studi avevano connesso l’assunzione di pesce ad una riduzione del rischio di morte improvvisa, decesso di origine coronarica e fibrillazione atriale, ma i meccanismi responsabili di questa associazione erano sconosciuti, bench? studi su animali avessero suggerito un effetto elettrofisiologico cardiaco diretto per l’assunzione di olio di pesce. In precedenza era anche stato notato che l’assunzione di pesce fritto non ? associata ai livelli ematici di acidi grassi n-3: ci? suggerisce la possibilit? che gli acidi grassi n-3 nel tonno ed in altri tipi di pesce bollito o arrosto abbiano un impatto positivo sui parametri elettrici del cuore.

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Dispepsia: utile approccio basato su H. pylori

Nella gestione iniziale dei pazienti con dispepsia, le strategie basate sulla ricerca ed eradicazione dell’H. pylori portano ad esiti simili a quelli ottenuti con la terapia empirica con inibitori della pompa protonica. La strategia proposta ? in grado di ridurre il numero di endoscopie ed i costi totali correlati a questi casi nell’arco di un anno anche in zone a bassa prevalenza di infezione da H. pylori. Attualmente, la ricerca di questo batterio ? ancora conveniente grazie ai suoi benefici a lungo termine, ma probabilmente la sua prevalenza in rapido declino presto render? comunque la strategia proposta antieconomica

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IPB E CARCINOMA DELLA PROSTATA: IL CONSENSUS PANEL DELL’EUROPEAN ASSOCIATION OF

22 Ago 2006 Oncologia
Il carcinoma della prostata rappresenta una delle principali cause di mortalit? per tumore. A livello dell’Unione Europea i dati EUCAN ( Cancer Incidence, Mortality and Prevalence in the European Union) del 1998 riportano un’incidenza ed una mortalit? di carcinoma della prostata standardizzata per et? rispettivamente di 67,55 casi e di 25,5 casi per 100.000, con i tassi pi? alti concentrati nei paesi nordeuropei come Germania, Francia e Regno Unito. In Italia i casi documentati nel 1998 sono stati 21.056 (60,97/100.000) e i decessi 9470 (26,41/100.000).

Questi dati sottolineano la dimensione dei costi umani della malattia e dei potenziali benefici di una strategia di prevenzione efficace. Il cambiamento delle abitudini alimentari per prevenire il carcinoma della prostata ? stato studiato approfonditamente ed ? disponibile una vasta letteratura sul tema.

La possibilit? di un approccio farmacologico alla prevenzione ? stato recentemente oggetto di un Consensus meeting, tenutosi sotto l’egida della European Association of Urology, a cui hanno partecipato un gruppo di esperti internazionali in campo urologico. Il documento finale esprime una dichiarazione di consenso sui risultati dello Studio di Prevenzione del Cancro della Prostata (Prostate Cancer Prevention Trial) e fornisce precise raccomandazioni sulle implicazioni cliniche di tali risultati.

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BPCO: breve walking test valuta capacit? d’esercizio

22 Ago 2006 Pneumologia
Il walking test della durata di due minuti (2MWT) ? un test valido e affidabile per la valutazione della capacit? d’esercizio dei pazienti con BPCO. Era stato gi? dimostrato che i test della durata di sei e 12 minuti producono risultati utili, ma possono risultare molto stancanti per alcuni pazienti, ed ovviamente richiedono pi? tempo rispetto a test pi? contenuti. Sono dunque necessari ulteriori studi sul 2MWT, ma gli autori del presente studio concludono che esso risulta pratico, semplice, rapido, facile da applicare e ben tollerato per i pazienti con sintomi da BPCO in atto. I risultati di tale test sono strettamente correlati con quelli della stessa prova prolungata fino a sei minuti.

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