Apnea nel sonno non connessa a glaucoma
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Attualmente questa serie storica ha esaurito le possibilit? di fornire ulteriori informazioni e il gruppo di coordinato da Robert Kyle ha avviato un nuovo studio epidemiologico, su tutti gli abitanti della Contea di Olmsted nel Minnesota. I risultati, pubblicati recentemente sul New England Journal of Medicine, si riferiscono a 21.463 soggetti sui 28.038 residenti con et? ≥50 anni (76,6%) studiati per definire con maggior precisione la prevalenza del MGUS in questa popolazione. I tassi aggiustati per et? sono risultati pi? elevati negli uomini di quelli riscontrati nelle donne (4,0% vs 2,7%; p<0,001) e la prevalenza di MGUS ? risultata del 5,3% nelle persone di et? ≥ 70 anni e del 7,5% tra le persone di et? ≥85 anni. La concentrazione di immunoglobulina monoclonale ? risultata <1,0 g/dl nel 63,5% dei casi e ≥2,0 g/dl in solo il 4,5% delle 694 persone studiate.
Questo studio permette di formulare considerazioni definitive sui dati di prevalenza della MGUS, che sono elevati soprattutto negli anziani, aprendo nuove possibilit? di indagine in una popolazione molto pi? ampia rispetto alla serie storica. A lungo termine questo potr? permettere di individuare indici predittivi precoci di evolutivit? utili ai medici nel discriminare le forme ?benigne? dalle ?maligne? di una condizione che attualmente ha come unica strategia possibile un attento e continuo follow up.
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Poich? la captazione del radioiodio nelle cellule tiroidee ? favorita da elevati livelli di TSH, per effettuare la scintigrafia con radioiodio ? necessario o stimolare l?increzione endogena di TSH, mediante la sospensione della terapia ormonale e la conseguente induzione di ipotiroidismo o, in alternativa, somministrare per via intramuscolare TSH umano, allo scopo di evitare la sintomatologia da ipotiroidismo.
Le due modalit? di preparazione alla effettuazione della scintigrafia o alla esecuzione del trattamento con radioiodio presentano entrambe vantaggi e svantaggi, ampiamente dibattuti nella letteratura internazionale.
Nel caso particolare del trattamento ablativo post-chirurgico e del trattamento delle metastasi, non esistono ancora in letteratura prove definitive su un pi? favorevole rapporto beneficio-rischio della modalit? di preparazione classica, rispetto a quella con somministrazione esogena di TSH umano o viceversa, in particolare nella popolazione ad alto rischio.
? compito del Medico Nucleare individuare per ogni singolo caso quale sia la tecnica e la modalit? di preparazione pi? vantaggiosa. ? necessario quindi rassicurare tutti quei pazienti cui venga consigliata la effettuazione della scintigrafia con radioiodio e/o la preparazione alla terapia con sospensione del trattamento ormonale che tale scelta non ? ? valutata nel caso particolare – obsoleta o ingiustificata, ma rappresenta al contrario la strategia pi? efficace, alla luce dei dati finora disponibili.
Massimo Eugenio Dottorini
(Coordinatore del Gruppo di Studio ?Terapia Medico Nucleare? dell?Associazione Italiana di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare)
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Nei soli Stati Uniti, il 65% degli adulti ( pari a quasi 127 milioni di persone ) sono in sovrappeso o obese.
Secondo una prudente stima, l?obesit? provoca quasi 300.000 morti ogni anno nei soli Stati Uniti.
L?obesit? ? descritta dall?indice di massa corporea ( BMI, body mass index ).
Il BMI ? calcolato dividendo il peso di una persona per il quadrato della sua altezza.
Il peso normale ? definito da un valore BMI inferiore a 24.9 Kg/m2.
Un soggetto che presenta un BMI compreso tra 25 e 29.9 kg/m2 ? considerato in sovrappeso, mentre un BMI maggiore di 30 Kg/m2 ?, invece, obeso.
Gli interventi dietetici e l?esercizio fisico rappresentano le strategie di base per il trattamento dell?obesit?.
La chirurgia bariatrica e l?impianto endogastrico di un dispositivo ( palloncino ) sono soluzioni adatte a pazienti fortemente obesi.
I farmaci trovano, invece, impiego pi? ampio, anche nei pazienti in sovrappeso con fattori di rischio per malattie cardiometaboliche.
Attualmente, solo 2 farmaci sono stati approvati dalle Autorit? Sanitarie: la Sibutramina e l?Orlistat.
La Sibutramina ( Europa: Reductil; USA: Meridia ) ? un inibitore del riassorbimento della serotonina e della noradrenalina ( SNRI ), che agisce a livello centrale, producendo un senso di saziet?.
Il farmaco pu? provocare innalzamento dei valori pressori.
In Italia, la Sibutramina ? stata sospesa nel 2002 a causa di alcune morti sospette e riammessa sul mercato dopo un parere favorevole del CHMP dell?EMEA.
Orlistat ( Xenical ) diminuisce il peso corporeo, riducendo l?assunzione calorica mediante inibizione della degradazione dei grassi mediata dalla lipasi pancreatica nel tratto gastrointestinale.
Il farmaco ? associato in un?alta percentuale di casi ad effetti indesiderati, come incontinenza fecale ed urgenza fecale che ne limitano l?impiego.
E? in corso la sperimentazione clinica di un nuovo farmaco, il Rimonabant ( Acomplia ), il primo antagonista selettivo del recettore dei cannabinoidi di tipo 1 ( CB1 ).
Negli studi clinici, il Rimonabant ha prodotto una moderata perdita di peso ( circa il 5% della massa corporea ).
Il farmaco ? associato ad un?alta incidenza di drop-out ( 40-50% ), soprattutto per reazioni avverse di tipo psichiatrico ( depressione, ansia ).
In passato, un agonista 5-HT, Fen-Phen ( Fenfluramina e Dexfenfluramina ), altamente efficace nella riduzione del peso corporeo ? stato ritirato dal mercato a causa di grave cardiotossicit?.
E? in corso lo sviluppo di un agonista altamente specifico per il recettore 5-HT (2C), APD356.
Tuttavia, il suo profilo di sicurezza non ? stato ancora ben definito.
Cetilistat ? un candidato farmaco che agisce inibendo le lipasi.
In studi clinici di fase I e II ha dimostrato di possedere una migliore tollerabilit? rispetto all?Orlistat ( percentuale di drop-uot: 2.5% versus 11.6%, rispettivamente ).
Fonte: Nature Reviews Drug Discovery, 2006
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