TIA e piccoli ictus: meno della met? dei pazienti libera da eventi dopo 10 anni

Solo circa la met? dei pazienti che va incontro ad un TIA o ad un ictus ischemico minore sopravvive 10 anni senza un altro ictus o evento vascolare. Questi dati implicano che possano ancora essere sviluppati ulteriori miglioramenti nella prevenzione secondaria a lungo termine delle malattie vascolari nei soggetti con ischemia cerebrale. Finora, gli esiti a lungo termine di un TIA o di un ictus minore non erano stati ancora ben definiti. Il rischio di nuovi eventi ? massimale tre anni dopo l’evento primario: ci? potrebbe essere dovuto ad un declino nella compliance alla terapia, o alla riduzione dell’attenzione verso i fattori correlati allo stile di vita. Potrebbe anche darsi che la placca instabile che ha causato l’evento primario divenga stabile, e che ulteriore attenzione allo stile di vita potrebbe rallentare il processo continuo dell’arteriosclerosi.

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Stress ossidativo connesso ad arteriosclerosi dopo menopausa

Lo stress ossidativo, connesso all’adiposit? addominale ed altri fattori, ? un ! importante meccanismo nella riduzione della compliance elastica delle grandi arterie nelle donne con deficit di estrogeni dopo la menopausa. La compliance delle grandi arterie elastiche nella regione cardiotoracica diminuisce con l’avanzare dell’et? e con la menopausa, e svolge un ruolo importante nell’aumento della prevalenza delle malattie cardiovascolari nelle donne in et? postmenopausale. L’aumento del deposito addomi naie di grassi, l’attivit? del sistema nervoso simpatico ed i livelli circolanti di colesterolo potrebbero essere fattori coinvolti nella perdita di compliance di queste arterie correlata allo stress ossidativo, e la perdita di compliance ? stata a sua volta enfatizzata di recente quale principale fattore di rischio coinvolto nell’eziologia delle malattie cardiovascolari.

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Bill Gates fa guerra al Papillomavirus

31 Ago 2005 Immunologia

Il miliardario della Microsoft ha donato quasi 13 milioni di dollari per combattere il cancro della cervice uterina Bill Gates si mobilita contro uno dei tumori femminili pi? diffuso, quello della cervice uterina, soprattutto nei Paesi poveri. E con una donazione generosa, sostiene le campagne per favorire le vaccinazioni, in vista dell’arrivo sul mercato di due vaccini. La Bill & Melinda Gates Foundation ha stanziato all’Organizzazione mondiale della sanit? 7 milioni di dollari, che sosterranno vari progetti di preparazione ai programmi di vaccinazione su larga scala, come la definizione di linee guida. La Fondazione, inoltre, ha messo in campo altri 5,9 milioni di dollari, destinati all’lnternational Agency for Research on Cancer, all’universit? di Harvard e al Program for Appropriate Technology in Health. Il cancro dell’utero uccide 250 mila donne ogni anno nel mondo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Bersaglio dei due vaccini ormai in dirittura d’arrivo, e’ il Papilloma virus, responsabile di oltre il 90% dei casi di questo tumore.

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Leucemia infantile: possibile ripristinare fertilit? maschile

31 Ago 2005 Oncologia

E’ stata sviluppata una tecnica in grado di individuare e separare accuratamente le cellule germinali spermatogoniche sane da quelle leucemiche: il trapianto di queste cellule, prelevate e preservate, in soggetti con infertilit? indotta dalla chemioterapia, secondo un modello animale, potrebbe ripristinare la fertilit? senza indurre leucemia. Mentre i pazienti oncologici adulti possono conservare il proprio seme prima di sottoporsi a trattamento antitumorale, i ragazzi in et? prepuberale non hanno sperma nei propri testicoli, e non beneficiano dalla criopreservazione del seme e dalle tecniche di riproduzione assistita. Il prelievo di cellule germinali con successivo reimpianto ? una tecnica promettente in questo senso, ma il rischio di contaminazione delle cellule prelevato con cellule leucemiche porrebbe un serio rischio di recidiva. La tecnica testata nel presente studio, chiamata FACS, conserva la possibilit? dell’autotrapianto in questi pazienti, ma ancora diverse questioni devono essere risolte, come Il prelievo di abbastanza cellule da consentire il trapianto. E’ necessario sviluppare metodi sensibili per rilevare la contaminazione con una singola cellula leucemica prima dell’applicazione clinica del metodo sull’uomo.

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Tutti i FANS connessi al rischio di infarto

30 Ago 2005 Cardiologia

I FANS selettivi e non sono associati all’aumento del rischio di un primo infarto miocardico. Nello scorso anno uno di questi farmaci ? stato tolto dal mercato in quanto connesso ad effetti collaterali a livello cardiaco, e da allora era rimasto incerto se tutti i FANS condividano questo effetto nocivo. Data l’elevata prevalenza dell’uso di questi farmaci nell’anziano, e l’aumento del rischio di infarto miocardico con l’et?, anche il relativamente elevato numero di paziento trattati per l’osservazione di un singolo danno ha implicazioni considerevoli per la salute pubblica. Secondo gli autori, sussistono abbastanza punti di insicurezza da riconsiderare la sicurezza cardiovascolare di tutti i FANS. Questi dati, comunque, vanno interpretati con cautela, dato che sono osservazionali e che altri studi hanno portato a risultati discrepanti. Ci? che ora ? necessario sono meta-analisi complete, che potrebbero aiutare nel processo decisionale su punti quali la necessit? di ulteriori studi allo scopo di stabilire il migliore e pi? sicuro trattamento per i pazienti con dolore muscoloscheletrico.

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Osteoartrosi: variazione produzione citochine contribuisce alla suscettibilit

La variazione genetica nella produzione di IL-l-beta, antagonista del recettore per IL-l (IL-l Ra) ed IL-lO ? associata all’aumento del rischio di osteoartrosi (DA) familiare. Bench? precedenti studi abbiano dimostrato che le differenze nella predisposizione all’DA possano in alcuni casi essere spiegate da fattori genetici, non era finora chiaro quali geni fossero coinvolti. La teoria secondo cui l’infiammazione svolge un ruolo nella patogenesi dell’DA suggerisce che potrebbero essere coinvolte citochine pro-ed anti-infiammatorie. La simultanea presenza di un aumento della capacit? di produrre IL-l Ra ed IL-l-beta indica un aumento della responsivit?, probabilmente tramite una via di attivazione genica pi? sensibile per queste citochine nella malattia. Questi risultati completano i dati provenienti da studi in vitro e da modelli animali che implicano IL-l-beta quale principale citochina coinvolta nel processo di distruzione della cartilagine, e stimolano la ricerca ad approfondire le possibilit? di trattamento con modificatori strutturali quali gli inibitori di IL-l.

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Coronaropatie: misurazione CRP migliora valutazione rischio nell’anziano

28 Ago 2005 Cardiologia

Un livello di proteina C reattiva (CRP) inferiore a 3 mg /1 ? associata ad un aumento quasi del 50 percento nel rischio di coronaropatie nei soggetti di et? minima pari a 65 anni, anche dopo approssimazione per fattori di rischio convenzionali. Bench? il livello di CRP sia un fattore di rischio riconosciuto per le coronaropatie nei soggetti di mezza et?, non sono disponibili studi prospettici a lungo termine che valutino CRP e rischio di coronaropatie in uomini e donne anziani. Se l’elevata CRP rappresenta un fattore di rischio causale, la correzione della CRP elevata potrebbe eliminare fino all?11 percento di coronaropatie incidenti in questa fascia d’et

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L’Emea ha concluso la revisione sulla sicurezza dei Cox-2

Sospensione dal commercio europeo per il Bextra (Valdecoxib). Questa ? la decisione presa dalla European Medicines Agency (EMEA) al temine della revisione periodica sulla sicurezza dei farmaci anti-COX-2. Nell’aprile 2005 Pfizer aveva gi? ritirato volontariamente il prodotto dal mercato europeo. L’EMEA ha contestualmente raccomandato di alzare il livello di guardia anche su tutti gli altri farmaci della stessa classe. I COX-2 fanno parte della pi? ampia famiglia dei farmaci antidolorifici non steroidei (FANS) la sicurezza dei quali, secondo l’Agency Committee for Medicinals Product for Human Use (CHMP), dovr? essere ora esaminata. La sospensione del Bextra sar? riconsiderata entro un anno. Durante questo periodo, Pfizer avr? il tempo e la possibilit? di produrre ulteriori dati clinici che attestino la sicurezza del farmaco e ne consentano la riammissione al mercato europeo. La CHMP ha anche invitato le altre case farmaceutiche che sono state autorizzate alla vendita di farmaci anti-COX-2 a valutare costantemente e con attenzione il rischio di aumentati episodi cardiovascolari e reazione cutanee severe. Dalla CHMP, inoltre, ? arrivata l’indicazione a non somministrare i COX-2 in pazienti con progresso infarto o ictus o con problemi dei vasi arteriosi periferici. Maggiore attenzione ? stata anche consigliata nel trattamento di pazienti che presentino fattori di rischio predisponenti alle malattie cardiovascolari (ipertensione, dislipidemia, diabete o tabagismo). L’uso dei COX-2 deve essere, in ogni caso, limitato al tempo strettamente necessario e con la dose minima possibile. La somministrazione dovrebbe attentamente valutata anche in pazienti con storia di allergie a farmaci.

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Cioccolato fondente protegge sistema cardiovascolare

27 Ago 2005 Cardiologia

Il consumo di cioccolato fondente esercita un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare in soggetti sani. Studi epidemiologici suggeriscono che un’elevata assunzione di flavonoidi conferisce benefici sugli esiti cardiovascolari. Funzionalit? endoteliale, rigidit? delle arterie e riflessione d’onda sono importanti determinanti della performance cardiovascolare, e sono fattori predittivi di rischio cardiovascolare. Il meccanismo principale tramite cui il cioccolato espleta questa funzione ? la dilatazione delle arterie periferiche piccole e medie e delle arteriole. Gli effetti vasodilatatori del cioccolato a riposo (dilatazione dell’arteria brachiale, diminuzione delle riflessioni d’onda) possono essere attribuiti al miglioramento della biodisponibilit? dell’ossido nitrico, all’aumento delle prostacicline, all’effetto diretto del cioccolato sulle cellule muscolari lisce o all’attivazione di meccanismi centrali.

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Tumore endometriale: linfadenectomia selettiva migliora gli esiti

27 Ago 2005 Oncologia

La linfadenectomia pelvica migliora gli esiti nelle donne con tumore endometriale apparentemente in stadio precoce: la pratica di routine di questo intervento potrebbe dunque avere un valore anche nei tumori allo stadio I. Nel presente studio, invece, solo in poche pazienti si ? giunti alla diagnosi di metastasi nodali aortiche a seguito dello staging, il che potrebbe significare la mancanza della potenza necessaria a rilevare un effetto terapeutico da parte della linfadenectomia aortica, se un effetto del genere sussiste. Il potenziale beneficio della linfadenectomia aortica selettiva dovrebbe comunque essere soppesato in raffronto ai fattori prognostici noti ed al livello di forma clinica nel determinare l’idoneit? delle singole pazienti per questa procedura. E’ attualmente in corso uno studio su pazienti con tumori allo stadio IIIC, allo scopo di determinare se l’estensione della linfadenectomia sia associata a sopravvivenza o recidiva.

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