Più frequenti le apnee notturne, minore la funzione renale

19 Mag 2012 Nefrologia

Le apnee notturne sono frequenti nei pazienti con nefropatia cronica (Ckd), e aumentano con la riduzione della funzione renale. Quasi il 50% dei pazienti con Ckd e malattia renale allo stadio terminale (Esrd) sperimentano ipossia notturna, che può contribuire a perdita di funzionalità renale e ad aumento di rischio cardiovascolare. Il collegamento tra funzione respiratoria e renale è stato effettuato da un’équipe della university of Calgary (Canada) guidata da David D. M. Nicholl, che ha reclutato 254 pazienti da cliniche nefrologiche e unità di emodialisi per sottoporli a un monitoraggio notturno cardiopolmonare allo scopo di determinare la prevalenza di apnea notturna (indice di disturbo respiratorio =/>15) e ipossia notturna (saturazione d’ossigeno <90% per un monitoraggio =/>12%). I pazienti sono stati stratificati in 3 gruppi sulla base del tasso stimato di filtrazione glomerulare: eGfr =/>60 , Ckd (eGfr<60 non in dialisi) e Esrd (in emodialisi). La prevalenza di apnea notturna è risultata superiore nei pazienti con Ckd e Esrd.

Chest, 2012 Jan 5. [Epub ahead of print]

 2,202 total views

Possibile l’assistenza indiretta sui dispositivi medici

Le Regioni e le Asl possono decidere di non acquistare direttamente e in blocco l’intera quantità di dispositivi e ausili tecnici per i loro assistiti, attraverso procedure a evidenza pubblica, scegliendo di lasciare a ciascun assistito la possibilità di individuare il prodotto più congeniale, tra quelli riconosciuti omogenei, con addebito del prezzo al Ssn, nel limite fissato dalla Regione, e pagamento dell’eventuale eccedenza a carico dell’assistito che abbia scelto una marca diversa da quella prevista. Tale sistema di assistenza indiretta permette, oltre che una maggiore soddisfazione dell’utente, anche una riduzione dei costi, sia perché l’assistito potrebbe orientarsi verso un prodotto con un prezzo inferiore a quello massimo rimborsabile, sia perché tale procedura fa venir meno la necessità di provvedere, attraverso una gara, a un approvvigionamento di dispositivi e apparecchi che potrebbero, in ipotesi, essere anche essere inutili, perché superiori al bisogno

 493 total views

Piano vaccini in Gu. Tra le novità Hpv, meningo e pneumococco

A sette anni dall’ultimo, datato 2005-2007, è stato pubblicato in gazzetta il nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale 2012-2014 con allegato un nuovo calendario nazionale delle vaccinazioni offerte a tutta la popolazione. Tre le novità riguardanti i vaccini raccomandati: la prima riguarda il vaccino contro l’Hpv che entra ufficialmente nel piano. La seconda riguarda altri due vaccini già offerti in molte regioni: l’antimeningococco e l’antipneumococco, che sono quindi calendarizzati a livello nazionale. L’ultima novità riguarda invece il vaccino contro la varicella: se ne posticipa l’introduzione universale in tutte le Regioni al 2015 (attualmente fa parte dei programmi vaccinali pilota di Basilicata, Calabria, P.A Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto), ma è raccomandata nei soggetti a rischio e negli adolescenti (11-18 anni) suscettibili. Si tratta di un piano articolato, che comprende obiettivi generali, «volti all’armonizzazione delle strategie vaccinali in atto nel nostro paese, al fine di garantire equità nella prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione, superando ritardi e insufficienze e assicurando parità di accesso alle prestazioni vaccinali da parte di tutti i cittadini». Oltre alla vaccinazione riservata all’età pediatrica, inserisce anche la copertura vaccinale per l’influenza negli over 65 enni, anche se di fatto era già garantita. In particolare, rispetto al Piano nazionale della prevenzione 2010-2012, il nuovo documento punta al mantenimento delle coperture vaccinali già in essere, al miglioramento delle coperture nei soggetti ad alto rischio, all’informatizzazione delle anagrafici vaccinali e al potenziamento della sorveglianza epidemiologica. «Il piano rappresenta i Lea dei vaccini, cioè ciò che tutte le Regioni devono garantire a tutti i cittadini anche se hanno problemi di bilancio» ha commentato Carlo Signorelli, coordinatore del gruppo vaccini della Società italiana di igiene.

 555 total views

Rapporto ottimale Ca, conta la postazione

Il fatto
Il servizio di continuità assistenziale è organizzato con una turnazione di quattro medici nelle 24 ore. La proporzione con gli abitanti non può essere letta in relazione al numero dei medici, ma in relazione alla postazione nella sua unicità. Interpretare il rapporto diversamente svilirebbe l’obiettivo della efficienza e della capillarità nella continuità, in quanto finirebbe per considerare fittiziamente in servizio per i residenti tutti i medici, ignorando così il dato principale dell’organizzazione del servizio, che è quello della turnazione.

Il diritto
Ad affermarlo è il Tar della Calabria chiamato a giudicare sulla legittimità o meno della soppressione di cinque postazioni di Continuità assistenziale. La norma sul rapporto ottimale, tanto nell’accordo nazionale, che in quello regionale, si riferisce letteralmente ai «medici», ma secondo il Collegio tale formulazione risente di quella utilizzata per la medicina generale, dove la postazione si identifica con il singolo medico e deve essere contestualizzata per l’ambito della continuità assistenziale, tenendo conto della specificità del servizio

 484 total views

Operata donna con due tiroidi, entrambe asportate

Si è concluso con successo, presso il Policlinico Umberto I di Roma, l’intervento chirurgico che ha asportato due ghiandole tiroidee a una paziente: quella in posizione fisiologica e la seconda che si era sviluppata nel torace. Lo ha reso noto Fabio Procacciante, il chirurgo che ha guidato l’equipe sottolineando che la paziente, una donna di 45 anni affetta da una patologia che ha reso necessario la rimozione di entrambe le ghiandole, dovrebbe essere dimessa entro pochi giorni. «La crescita di una seconda tiroide è una condizione non molto frequente» spiega Procacciante, direttore della Uoc di chirurgia generale ed endocrina del Policlinico «quella aggiuntiva si trovava proprio sopra il cuore, intersecandosi con i vasi sanguigni maggiori di quest’organo, il che ha reso particolarmente delicato l’intervento». L’attività dei chirurghi è stata supportata dalla tecnologia: «Grazie a diverse Tac» spiega Procacciante«siamo riusciti a ricostruire l’immagine tridimensionale della tiroide e di tutti i vasi maggiori, in modo da avere un percorso già indicato in cui muoverci». L’intervento è durato circa cinque ore, ed è stato effettuato con la collaborazione di un team di chirurghi toracici coordinato da Federico Venuta.

 517 total views

Diabete 2: deficit cognitivi alzano rischio di grave ipoglicemia

Uno scarso funzionamento cognitivo aumenta il rischio di grave ipoglicemia nei soggetti con diabete di tipo 2. Occorre sempre valutare i pazienti circa la capacità di autogestire la patologia indipendentemente dai target glicemici. È la conclusione di un’analisi epidemiologica post-hoc su dati del trial Accord – condotta da Zubin Punthakee, della McMaster University di Hamilton (Canada) – corrispondenti a 2.956 adulti di età =/>55 anni, con diabete di tipo 2 e fattori aggiuntivi di rischio cardiovascolare. I partecipanti sono stati sottoposti a test cognitivi – Digit symbol substitution test (Dsst), Rey auditory verbal learning test, Stroop test, Mini mental status examination – al basale e a 20 mesi di distanza. Come outcome principali sono stati fissati una ipoglicemia grave, tale da richiedere assistenza medica (Hma), e un’ipoglicemia di qualunque grado, tale comunque da richiedere assistenza (Haa). Dopo un follow-up medio di 3,25 anni, un punteggio al Dsst inferiore di 5 è risultato predittivo di un primo episodio di Hma. L’analisi degli altri test cognitivi e delle Haa sono apparsi coerenti con i risultati del Dsst. Il declino cognitivo dopo i 20 mesi ha innalzato il rischio successivo di ipoglicemia a un livello superiore rispetto a quello correlato a un più basso livello cognitivo al basale. La randomizzazione verso una strategia intensiva o standard per il controllo glicemico non ha avuto impatto sul rapporto tra funzione cognitiva e il rischio di grave ipoglicemia. 

Diabetes Care, 2012 Feb 28.

 2,835 total views

Scompenso cardiaco neonatale: efficace la vitamina D

La supplementazione di vitamina D apporta grandi benefici come agente antinfiammatorio nei bambini con scompenso cardiaco cronico congestizio, aiutando l’accelerazione dei miglioramenti clinici e del riequilibrio citochinico. Lo dimostrano i risultati di uno studio in doppio cieco controllato con placebo effettuato da Soad A. Shedeed, dell’università di Zagazig (Egitto), su 80 neonati con scompenso cardiaco congestizio. Scopo della ricerca: verificare, a livello del sistema renina-angiotensina, gli effetti della vitamina D sulla soppressione delle citochine proinfiammatorie e sull’aumento di quelle antinfiammatorie, oltre che su altri parametri biochimici ed ecocardiografici nei neonati con scompenso cardiaco cronico. Ai pazienti assegnati al gruppo 1 sono state somministrate gocce di vitamina D3 per os, mentre al gruppo 1 sono state date gocce orali di placebo. In entrambi i gruppi le concentrazioni basali di 25-idrossivitamina D erano inferiori ai valori di riferimento. Dopo 12 settimane di intervento, l’integrazione di vitamina D nei neonati del gruppo 1 ha determinato – rispetto al gruppo placebo – un significativo miglioramento del punteggio dello scompenso, dei diametri telediastolici e telesistolici del ventricolo sinistro, della frazione d’eiezione ventricolare sinistra, e dell’indice di performance miocardica, insieme a un marcato aumento sierico della 25(OH)-D e di interleuchina-10, e a una riduzione di paratormone, interleuchina-6 e Tnf-alfa.

Pediatr Cardiol, 2012 Feb 18. [Epub ahead of print]

 631 total views

Endometriosi, pericolo per alcuni sottotipi di ca ovarico

19 Mag 2012 Ginecologia

«I clinici dovrebbero essere consapevoli dell’aumentato rischio assunto da alcune tipologie di tumore ovarico nelle donne affette da endometriosi e i ricercatori dovranno cercare di comprendere i meccanismi che portano alla trasformazione maligna delle cellule». È il commento di un team di studiosi che, sotto la guida di Celeste Leigh Pearce della university of Southern California, ha effettuato un’analisi raggruppata di 13 studi caso-controllo relativi a 7.911 donne con carcinoma invasivo dell’ovaio e 13.226 controlli. Nel gruppo controllo e in quello con tumore, 818 e 738 donne, rispettivamente, hanno riferito una storia di endometriosi. Nell’analisi sono state incluse anche 1.907 donne con cancro ovarico borderline, e 168 di queste hanno riferito anch’esse pregresse manifestazioni di endometriosi. L’endometriosi auto-riportata si è associata – nei casi rispetto ai controlli – a un rischio significativamente aumentato di cancro ovarico a cellule chiare, sieroso a basso grado, e invasivo endometrioide. Non si è invece notata alcuna associazione tra endometriosi e rischio di carcinoma ovarico mucinoso o sieroso invasivo ad alto grado o borderline di entrambi i sottotipi (sieroso e mucinoso).

Lancet Oncol, 2012 Feb 21. [Epub ahead of print]


 807 total views

I rischi del litio: ipercalcemia, ipertiroidismo, aumento di peso

19 Mag 2012 Neurologia

L’assunzione di litio è associata a un maggiore rischio di incapacità a concentrare le urine, ipotiroidismo, iperparatiroidismo, e aumento di peso. Nella maggior parte dei casi, invece, non vi sono evidenze di una riduzione clinicamente significativa della funzionalità renale, e il rischio di scompenso renale allo stadio terminale è basso. Il rischio di malformazioni congenite è incerto e il bilancio dei rischi dovrebbe essere fatto prima della sospensione del litio in gravidanza. Considerando il riscontro costante di un’alta prevalenza di iperparatiroidismo, bisognerebbe controllare le concentrazioni di calcio prima e durante il trattamento. È questa l’interpretazione che Rebecca F. McKnight e i suoi colleghi del dipartimento di Psichiatria dell’università di Oxford (UK) danno ai risultati di una revisione sistematica con meta-analisi di 385 studi, sia sperimentali che osservazionali, da loro effettuata per realizzare un profilo di tossicità clinicamente informativo sul litio, farmaco di ampia diffusione per il trattamento dei disturbi dell’umore. Nel complesso il tasso di filtrazione glomerulare è apparso ridotto di 6,22 mL/min e la capacità di concentrare le urine del 15%. Il litio avrebbe potuto aumentare il rischio di insufficienza renale, ma il rischio assoluto è risultato piccolo. La prevalenza di ipotiroidismo clinico è invece aumentata nei pazienti in terapia con litio rispetto a quelli che assumevano un placebo e il Tsh è aumentato in media di 4 Ui/mL. Il trattamento con il litio si è associato a maggiori livelli ematici di calcio e di paratormone. I pazienti che hanno assunto litio hanno guadagnato più peso di quanti hanno ricevuto un placebo ma non olanzapina.

Lancet, 2012 Feb 25;379(9817):721-8

 2,011 total views

Ca vescicale non muscolo-invasivo, prognosi circolanti

19 Mag 2012 Oncologia

Il riscontro di cellule tumorali circolanti nei pazienti con cancro vescicale non muscolo-invasivo può permettere la distinzione tra soggetti ad alto rischio di recidiva da quelli ad alto rischio di progressione; inoltre, consente di identificare precocemente i soggetti candidati alla terapia adiuvante. È quanto sostengono Paola Gazzaniga, dell’università La Sapienza di Roma, e collaboratori, alla luce dei risultati di uno studio nel quale hanno coinvolto 44 pazienti affetti dalla neoplasia citata, inserendoli in un programma di follow-up a 24 mesi. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a prelievi del sangue al momento della prima diagnosi e si è proceduto in laboratorio al conteggio delle eventuali cellule tumorali circolanti. Queste ultime sono state rinvenute nel 18% dei pazienti. Il riscontro di tali cellule si è rivelato significativamente associato a un tempo più breve trascorso fino alla comparsa della prima recidiva (6,5 vs 21,7 mesi). Inoltre, la presenza delle cellule tumorali circolanti è risultato associato a carcinoma in situ concomitante e a una categoria T più elevata.

Ann Oncol, 2012 Feb 28. [Epub ahead of print]

 470 total views

1 30 31 32 33 34 258

Search

+
Rispondi su Whatsapp
Serve aiuto?
Ciao! Possiamo aiutarti?