Chi respira male di notte rischia il diabete

I disordini della respirazione nel sonno sono associati a diabete occulto ed a disturbi del metabolismo del glucosio sia nei soggetti di peso normale che in sovrappeso. Sono in aumento i dati che suggeriscono un legame fra questi disturbi e diabete, intolleranza al glucosio ed insulinoresistenza, ma gli studi precedenti in materia erano gravati da difficolt? interpretative legate al potenziale ruolo interferente dell’eccesso di peso, un fattore correlato tanto ai disturbi della respirazione nel sonno quanto a quelli del metabolismo del glucosio. Data la prevalenza dei disturbi del sonno, ed il carico sanitario associato alle anomalie glicemiche, il potenziale rischio attribuibile ai disturbi della respirazione nel sonno non riconosciuti ? molto elevato. I pazienti che ricevono questa diagnosi, inoltre, dovrebbero essere sottoposti a monitoraggio glicemico, anche se non in sovrappeso. Sono necessari ora ulteriori studi per determinare gli effetti dei disturbi della respirazione nel sonno sulla progressione dei disordini glicemici nel tempo, i benefici del trattamento dei disturbi respiratori quale strategia per migliorare la glicemia ed il ruolo di screening e trattamento sistemici per la prevenzione di cardiopatia ischemica e morte prematura in questi pazienti. (Diabetes Care online 2008, pubblicato l’11/2)

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Tumori polmonari: fattori di rischio infiammatori connessi a gruppo sanguigno 0

27 Ott 2007 Pneumologia

I fattori correlati all’infiammazione costituiscono fattori predittivi di mortalit? da tumore polmonare pi? forti nei soggetti con gruppo sanguigno 0 rispetto agli altri. Si pensa che la risposta infiammatoria svolga un ruolo chiave nello sviluppo del tumore polmonare, e vi sono prove del fatto che questa risposta sia influenzata dal fenotipo AB0 del paziente. In base ai risultati del presente studio, il fenotipo AB0 influenza fortemente la capacit? di svariati fattori relativi allo stile di vita di impattare il rischio di mortalit? da tumore polmonare: tali fattori comprendono fumo di tabacco, elevato consumo di sale, esposizione a lungo termine di natura lavorativa alla polvere, elevato consumo di grassi, consumo di alcool ed et? avanzata, nei soggetti di fenotipo 0, solo fumo di tabacco ed et? avanzata nei soggetti di fenotipo A e solo et? avanzata ed esposizione alla polvere nei soggetti di fenotipo B/AB. (Eur Respir J 2007; 30: 1299-306)

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BPCO: mistura elio-ossigeno migliora distanza deambulazione

Rispetto all’uso dell’ossigeno, l’inalazione di una mistura elio-iperossica incrementa considerevolmente la tolleranza all’esercizio nei pazienti con BPCO: i pazienti che la inalano infatti fanno registrare un notevole aumento della distanza coperta con la deambulazione. Bench? i risultati dello studio siano incoraggianti, comunque, vanno ancora presi in considerazione elementi pratici come disponibilit? e costi della terapia. Inoltre andrebbero esplorati i suoi benefici in una popolazione con BPCO pi? grave: i pazienti con malattia pi? grave sono pi? pesantemente disabili, e per questo i benefici della terapia potrebbero risultare ancora pi? evidenti e significativi in questa popolazione. (Chest 2007; 131: 1659-65)

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Polmonite pneumococcica: esame antigenico aiuta nella diagnosi

26 Lug 2007 Pneumologia

Un esame antigenico della pleura pu? supportare i metodi diagnostici standard per il rilevamento della polmonite da pneumococco. Nelle nazioni sviluppate, la polmonite acquisita in comunit? ? la pi? frequente causa di ricovero ospedaliero e mortalit? da infezione, e lo Streptococcus pneumonia ne ? spesso la causa. Il test NOW ? stato sviluppato per fornire un rapido strumento per la valutazione dei livelli urinari di cellule pneumococciche, tramite componenti parietali comuni a tutti i sierotipi, ma i test basati sul fluido pleurico sono stati finora limitati. In base al presente studio, questo rapido test immunocromatografico utilizzato su campioni pleurici potenzia i metodi microbiologici convenzionali utilizzati per la diagnosi eziologica della polmonite. (Chest 2007; 131: 1442-7)

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BPCO: trattamento combinato porta a migliore qualit? della vita

23 Lug 2007 Pneumologia

I pazienti con BPCO che fanno uso di un nebulizzatore ed un MDI hanno gli esiti migliori per quanto riguarda la qualit? della vita. La combinazione del nebulizzatore al mattino con l’MDI al pomeriggio ed alla sera garantisce un maggiore sollievo dai sintomi ed una maggiore convenienza rispetto all’inalatore a mano durante il giorno quando i pazienti ambulatoriali sono lontani da casa. Per quanto riguarda l’efficacia clinica, la funzionalit? polmonare ed i sintomi registrati dal paziente, l’uso del nebulizzatore, da solo o combinato con l’inalatore, risulta simile all’uso del solo inalatore, ma risulta invece superiore per quanto riguarda la qualit? della vita, come riflettuto da riduzioni significative negli indici sintomatici a sei e 12 settimane. (Am J Med 2007; 120: 435-41)

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DNA nel fluido pleurico porta prove di effusione pleurica maligna

24 Giu 2007 Pneumologia

La presenza nel fluido pleurico di DNA che presenta ipermetilazione di un certo numero di geni oncosoppressori ? associata ad effusione pleurica maligna. La sensibilit?, specificit? ed il potere predittivo positivo della metilazione di uno o pi? geni per la diagnosi di effusione maligna ammontano rispettivamente al 59,6, 79,4 ed 80 percento. L’ipermetilazione del quinto oncogene, il DAFK, non ? associata ad effusione maligna ma alla durata dell’abitudine al fumo del paziente. In generale, comunque, la metilazione aberrante dei promoter dei geni oncosoppressori nel DNA del fluido pleurico potrebbe rappresentare un valido marcatore diagnostico di effusione pleurica maligna. (Int J Cancer 2007; 120: 2191-5)

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BPCO riacutizzata: induzione espettorato priva di rischi

13 Giu 2007 Pneumologia

L’induzione dell’espettorato pu? essere praticata in sicurezza nei pazienti con BPCO riacutizzata. Questa tecnica ? considerata uno strumento sicuro per la valutazione dell’infiammazione delle vie aeree nei pazienti stabili con BPCO, ma finora poco era noto sulla sua sicurezza durante le riacutizzazioni. In base al presente studio, la diminuzione media della FEV1 con l’induzione dell’espettorato durante la riacutizzazione ? leggermente ma significativamente inferiore rispetto a quella osservata nella fase stabile. La procedura e la dispnea ad essa associata risultano ben tollerate dal paziente, e non si osservano altri effetti collaterali. Tutti i valori della FEV1 tendono a tornare al 90 percento delle proporzioni originali entro 30 minuti dalla procedura. (Chest 2007; 131: 432-8)

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Inquinamento da traffico riduce funzionalit? polmonare in bambini ed adolescenti

L’esposizione all’inquinamento da traffico sia cittadino che autostradale influenza negativamente lo sviluppo polmonare e riduce la funzionalit? dell’apparato respiratorio fra i 10 ed i 18 anni di et?, indipendentemente dalla qualit? dell’aria regionale, e ci? pu? determinare importanti deficit nella funzionalit? polmonare ottenuta nelle fasi successive della vita. Ci? era precedentemente ignoto. Il presente studio supporta la teoria secondo cui l’attuale enfasi sulla qualit? dell’aria regionale vada modificata con l’acclusione di considerazioni sulle variazioni locali nell’inquinamento dell’aria. In molte aree urbane la crescita della popolazione sta forzando la costruzione di tratti abitativi e scuole vicino alle strade pi? trafficate, con il risultato che molti bambini vivono o vanno a scuola in prossimit? delle zone di maggiore inquinamento. Tenendo conto dell’entit? degli effetti riportati e dell’importanza della funzionalit? polmonare quale determinante di morbidit? e mortalit? in et? adulta, la riduzione dell’esposizione agli inquinanti dell’aria derivanti dal traffico potrebbe portare a sostanziali benefici per la salute. E’ comunque necessario determinare quali componenti dell’inquinamento da traffico siano responsabili per gli effetti deleteri sulla salute. Diversi studi hanno per esempio dimostrato che il particolato derivante dai motori diesel causa effetti infiammatori estesi nelle pareti bronchiali, con conseguenze funzionali negative: i meccanismi alla base del fenomeno si attribuiscono allo stress ossidativo, all’attivazione di diverse protein-chinasi e fattori di trascrizione ed a disturbi nella funzionalit? cellulare indotti dalle propriet? chimiche e fisiche del particolato. (Lancet online 2007, pubblicato il 26/1)

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Asma: tossine onda rossa danneggiano funzionalit? polmonare

23 Feb 2007 Pneumologia

Le tossine aerosolizzate che derivano dai germogli nocivi delle alghe comunemente noti come “onda rossa” danneggiano significativamente la funzionalit? polmonare nei pazienti asmatici. Sono necessari ulteriori studi per determinare gli effetti a lungo termine dell’esposizione a queste tossine, ma fino ad allora, gli asmatici dovrebbero evitare i tratti di spiaggia affetti da onda rossa. Questo fenomeno pu? verificarsi in tutto il mondo: nel Golfo del Messico, ad esempio, avviene annualmente ed ? causato da microalghe marine chiamate Karenia brevis. Studi su animali avevano gi? dimostrato che le tossine dell’onda rossa possono causare broncocostrizione, ma il presente studio ? il primo a riportarne gli effetti sull’uomo. Per fortuna, si tratta di un fenomeno contenuto, e quindi ? sufficiente spostarsi anche di poco per trovare tratti di spiaggia che ne sono liberi. (Chest 2007; 131: 187-94)

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Fibrosi cistica: screening neonatale migliora gli esiti

20 Feb 2007 Pneumologia

I pazienti con fibrosi cistica identificati tramite screening neonatale presentano miglioramenti della crescita, riduzioni della morbidit? e minore necessit? di terapie a lungo termine rispetto a quelli che ricevono diagnosi pi? tardivamente su base clinica. Lo screening della fibrosi cistica sui neonati rappresenta un argomento controverso, dato che non era finora chiaro se questo approccio in ultima analisi migliorasse la funzionalit? polmonare, ma gli studi in materia non avevano tenuto conto fino ad oggi delle differenze nelle terapie somministrate ai soggetti diagnosticati tramite screening rispetto agli altri. In base al presente studio, lo screening neonatale della fibrosi cistica fornisce un’opportunit? di massimizzare il potenziale clinico di pazienti la cui sopravvivenza sarebbe potuta altrimenti essere limitata alla prima et? adulta. (Pediatrics 2007; 119: 19-28)

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