Studio REIN?2: controllo pressorio nei pazienti con malattia renale cronica non diabetica

19 Mar 2006 Urologia

Nelle nefropatie croniche, l?inibizione dell?enzima di conversione dell?angiotensina ( Ace ) produce un effetto nefroprotettivo.

I Ricercatori del Mario Negri di Bergamo hanno valutato l?effetto del controllo pressorio convenzionale rispetto a quello intensivo sulla progressione alla malattia renale all?ultimo stadio.

Lo studio ha coinvolto pazienti con nefropatia proteinurica non-diabetica, che stavano assumendo un trattamento con l?Ace inibitore Ramipril ( Triatec ) ( 2,5-5 mg/ die ).

I pazienti sono stati assegnati in modo random al controllo della pressione sanguigna convenzionale ( pressione diastolica: < 90 mmHg; n = 169 ) o intensiva ( pressione sistolica/diastolica: < 130/80 mmHg; n = 169 ). Per raggiungere il livello ?intensivo? di pressione sanguigna, i pazienti hanno ricevuto una terapia aggiuntiva con un calcioantagonista diidropiridinico. L?end point primario era il tempo alla malattia renale all?ultimo stadio. Durante il periodo di follow-up medio di 19 mesi, nel 23% dei pazienti assegnati al controllo pressorio ?intensivo? e nel 20% di quelli allocati al controllo convenzionale, ? stata osservata una progressione a malattia renale all?ultimo stadio ( hazard ratio, HR= 1 ). I dati di questo studio hanno indicato che i pazienti con nefropatia proteinurica non-diabetica, trattati con un Ace inibitore, non hanno tratto beneficio aggiuntivo dalla somministrazione di un calcioantagonista diidropiridinico. Ruggenenti P et al, Lancet 2005; 365: 939-946

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Incontinenza urinaria: collagene meno efficace della chirurgia

17 Ago 2005 Urologia

Le iniezioni di collagene sono meno efficaci della chirurgia per il trattamento dell’incontinenza urinaria da stress, ma questo approccio potrebbe essere un’alternativa degna di nota per alcune donne. Le iniezioni di collagene per il trattamento di questo disturbo vennero introdotte nei primi anni ’90, ma non sono mai state oggetto di uno studio comparativo formale. Gli autori del presente studio riconoscono che la chirurgia rimane il trattamento di scelta per molti medici che assistono l’incontinenza urinaria da stress femminile, ma i risultati dello studio potrebbero ridefinire il ruolo dell’iniezione di collagene anche nell’era delle cosiddette tecniche chirurgiche minimamente invasive. L’efficacia, la semplicit? d’uso, la limitata morbidit? ed il periodo di convalescenza minimo correlati a questa tecnica dovrebbero portare ulteriori investigazioni che valutino la sua utilit?, i suoi effetti collaterali e costi in diverse popolazioni di pazienti, e specialmente negli anziani fragili e nelle donne giovani ed attive.

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Non indicata inserzione stent ureterale di routine

30 Giu 2005 Urologia

Lo stenting ureterale durante un trapianto renale a donatore vivente non dovrebbe costituire routine.
Gli stent ureterali a doppia J vengono utilizzati spesso nella pratica urologica moderna, ma ci? nonostante la loro inserzione intraoperatoria di routine all’ureteroneocistostomia ? oggetto di grande dibattito.
La controversia non sussiste soltanto negli studi retrospettivi, ma anche in quelli prospettici randomizzati.
In base al presente studio, l’inserzione ureterale di routine dello stent non ha alcun impatto sul tassi di diastasi vescicoureterale o di ostruzione nel trapianto renale a donatore vivente, bench? sia siqnificativamente associato ad un aumento dell’incidenza delle infezioni del tratto urinario.
Lo stenting dovrebbe essere limitato a pazienti con una vescica patologica e/o defunzionalizzata.
(Ur%gy. 2005; 65: 867-71)

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